Non riesco a stringere amicizie sincere e da quando sono single sono insicura e ansiosa

Sono una studentessa e da quando faccio le medie, ho sempre avuto amiche che dopo un po' si allontanano da me, o io mi allontano perchè non le sento sincere nei miei confronti.
Pensavo di essere una buona amica e che la colpa fosse 50 e 50, ma con il tempo ho cambiato molte amiche e ho iniziato a farmi qualche domanda su di me, su cosa c'era che sbagliavo.
In compenso non ho mai faticato a trovare ragazzi o a rapportarmi con il genere maschile.
Ho sempre desiderato avere molte amiche con cui confidarmi, ma ne ho poche e con pochissime sono veramente me.
Tutto ciò mi stava bene fino a quando non ho fatto la mia festa di laurea l'estate scorsa: ho davvero faticato per preparare ogni cosa.
Anche il mio ragazzo ha preferito tenersi in gran parte fuori dai preparativi e il giorno della festa, abbiamo addirittura litigato.
Però io ero innamoratissima di lui e ho lasciato correre.
Tutto sommato avevo un ragazzo magnifico (almeno ai miei occhi innamorati).
Poi arriva l'inverno e con esso il periodo più difficile della mia vita.
Mi lascia, senza un motivo valido, o che forse i miei occhi non volevano vedere, ma il mio cuore già lo sentiva (nei mesi prima ero diventata insicura davvero su molti aspetti della mia vita, non solo sul socializzare con le mie coetanee).
Mi è stato così tanto vicino in moltissime situazioni che per me è stato uno shock.
Pochi giorni dopo è mancato il mio unico nonno.
Il mio ormai ex è stata la prima persona tra la mia cerchia di amicizie che ho avvisato...è venuto al funerale, mi è stato vicino, poi silenzio.
Da lì mesi bui, faticavo a studiare e la cosa è stata destabilizzante.
Ho iniziato ad avere il respiro affannato quando entravo in università, ma non ci ho voluto dare peso e ho voluto frequentare gran parte delle lezioni in presenza comunque.
Ora va meglio, ora riesco a studiare di più e soltanto a volte tutto ciò mi ritorna prepotente nella mente e mi butta giù.
Ora va meglio, però in magistrale ho conosciuto nuova gente e faccio davvero fatica a rapportarmi, in generale, con ragazzi e ragazze, mi sento davvero insicura e timida a livelli esagerati e non capisco.
Non riesco ad essere la vera me, ma solo quella che ero diventata stando con lui.
E mi rendo conto che più che da ragazza, gli facevo da madre.
Molte mie compagne hanno stretto delle belle amicizie tra loro e io mi sento soltanto di troppo e ridicola quando parlo.
Spero sia solo un brutto momento, però a volte mi sembra davvero difficile continuare così e non pensare che forse il mio comportamento proprio non va, su molti fronti.
Non so come migliorare.
Non so come fare per avere delle belle amicizie, di cui fidarmi ciecamente, non so come fare ad aprirmi e sto peggiorando negli anni anzichè migliorare.
E tutto ciò mi spaventa.
Spero che tutto passi, ma sono consapevole che se non chiedo l'aiuto di nessuno, forse non vado avanti.
Grazie di cuore per chi mi risponderà.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
alcune delle cose che dice sono conseguenze naturali di questa fase della sua vita, in cui prima ha chiuso con l'uomo che amava, poi ha perso il nonno.
Confusione, incertezza, mancanza di prospettive, difficoltà a capire chi è e quali nuovi legami le si offrono, di amicizia o d'amore, in queste circostanze sono naturali.
Si ha però l'impressione che ci sia in lei un analfabetismo emotivo, un'impreparazione a vivere le emozioni nella loro intera gamma, e questo le precluderebbe di riconoscersi come persona sofferente e di elaborare il lutto.
Ogni università ha uno sportello di ascolto psicologico. Si rivolga ad esso con fiducia.
Se le è utile, ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta.
Cosa intende per analfabetismo emotivo e cosa potrei fare per migliorare questa mia carenza?
Grazie in anticipo
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
avrà certo sentito parlare di "intelligenza emotiva", che è la capacità di comprendere i sentimenti degli altri e anche i propri. L'analfabetismo emotivo è il suo contrario.
Si può essere empatici, commuoversi alla manifestazioni delle emozioni altrui, oppure atoni, inerti, come imbambolati anche rispetto alle proprie stesse emozioni. In questo caso, anche se nel profondo si soffre, non si riesce a riconoscerlo né a comunicarlo. Quest'ultima condizione è detta "alessitimia".
Sembra che già nell'uso del linguaggio lei alteri la corretta percezione del reale. A quel che ci scrive è una studentessa universitaria, ma scrive: "da quando faccio le medie, ho sempre avuto"...
I tempi verbali indicano la nostra presenza nella realtà: perché usa il presente "faccio"? Lei non è alle medie, è una persona che studia e dunque legge libri, conosce il tempo imperfetto indicativo.
Anche di seguito mischia un passato in cui aveva amiche con l'incongruo presente: "Mi allontano".
Per quello che è successo col suo ragazzo vale la stessa cosa: lei semplicemente evitava di guardare la realtà, infatti scrive: "Mi lascia, senza un motivo valido, o che forse i miei occhi non volevano vedere, ma il mio cuore già lo sentiva (nei mesi prima ero diventata insicura davvero su molti aspetti della mia vita, non solo sul socializzare con le mie coetanee)".
Poi muore suo nonno; lei si accorge che "la cosa è stata destabilizzante", ma cerca di fare lo stesso le cose di ogni giorno, senonché il suo corpo avverte di soffrire: "Ho iniziato ad avere il respiro affannato quando entravo in università, ma non ci ho voluto dare peso e ho voluto frequentare gran parte delle lezioni in presenza comunque"; "mi sento davvero insicura e timida a livelli esagerati e non capisco".
Questo non dare peso, non capire, voler andare avanti come se niente fosse accaduto è la cecità emotiva che lei riserva a sé stessa, e che inevitabilmente adotta nei confronti degli altri e non le fa creare legami sinceri.
Cominci a valutare con amore e simpatia sé stessa.
Le consiglio ancora di andare dallo psicologo dell'università.
Cerchi anche in rete il sito https://www.compassionatemind.it/
Per email non si può fare di più. La abbraccio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com