Ipocondria grave
Buongiorno, mio genero di 33 anni, forse, dopo una lunga malattia della mamma perfettamente guarita, soffre da alcuni mesi di una forma di ipocondria che si è rivelata ogni giorno di più grave ed invalidante per un'insonnia sempre più invalidante e sempre più frequenti crisi di pianto ripetendo senza sosta che la sua fine è imminente per patologie autodiagnosticate riconducibili ad una terapia con lozione di minoxidil che, per ultimo, gli avrebbe procurato una carenza gravissima di collagene.
Inutile dire che ha eseguito visite ed esami con cardiologo, ortopedico, gastroenterologo, fisiatra, pronto soccorso con ricovero di un giorno in cardiologia per riportato dolore toracico ecc... Quindi, con molta difficoltà è stato sottoposto a visita da uno psichiatra, naturalmente su consiglio dei vari medici interpellati, che ha prescritto: olanzapina 2, 5 dopo cena, control 1 la mattina.
È un paio di giorni che li assume e subito è riuscito a dormire, e le crisi di pianto si sono notevolmente ridotte ma le autodiagnosi continuano.
Chiedo questo consulto perché, aldilà dell'insonnia e delle crisi di pianto in qualche modo risolte, la cosa più triste è che questo giovane ragazzo che aveva mille interessi e brillanti prospettive legate anche ad una vivace intelligenza, ha perso ogni interesse per qualsiasi cosa e anche il lavoro dove eccelleva (creativo).
Mi domando: sarà possibile eliminare nel tempo la terapia farmacologica e sostituirla con un approccio psicologico che in atto non accetta?
E poi, dobbiamo assecondarlo rispetto ad altri controlli che vuole continuare del tipo risonanza, holter, ecc... così come consigliato dal psichiatra che ci ha detto di non contrariarlo?
Ringrazio chi mi vorrà e potrà aiutarmi ad aiutare in maniera più congrua mio genero.
Inutile dire che ha eseguito visite ed esami con cardiologo, ortopedico, gastroenterologo, fisiatra, pronto soccorso con ricovero di un giorno in cardiologia per riportato dolore toracico ecc... Quindi, con molta difficoltà è stato sottoposto a visita da uno psichiatra, naturalmente su consiglio dei vari medici interpellati, che ha prescritto: olanzapina 2, 5 dopo cena, control 1 la mattina.
È un paio di giorni che li assume e subito è riuscito a dormire, e le crisi di pianto si sono notevolmente ridotte ma le autodiagnosi continuano.
Chiedo questo consulto perché, aldilà dell'insonnia e delle crisi di pianto in qualche modo risolte, la cosa più triste è che questo giovane ragazzo che aveva mille interessi e brillanti prospettive legate anche ad una vivace intelligenza, ha perso ogni interesse per qualsiasi cosa e anche il lavoro dove eccelleva (creativo).
Mi domando: sarà possibile eliminare nel tempo la terapia farmacologica e sostituirla con un approccio psicologico che in atto non accetta?
E poi, dobbiamo assecondarlo rispetto ad altri controlli che vuole continuare del tipo risonanza, holter, ecc... così come consigliato dal psichiatra che ci ha detto di non contrariarlo?
Ringrazio chi mi vorrà e potrà aiutarmi ad aiutare in maniera più congrua mio genero.
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Se suo genero deve prendere l'olanzapina significa che soffre di psicosi, non di ipocondria. Per questo motivo e per il fatto che stiamo parlando di una terza persona, che non conosciamo e che mostra apparentemente un quadro delicato, non possiamo dirle quale sarà l'esito delle cure che sta facendo. Ogni caso è un caso e qualunque dubbio in merito dovrebbe essere semmai discusso con i curanti che lo stanno seguendo.
>>> dobbiamo assecondarlo rispetto ad altri controlli che vuole continuare del tipo risonanza, holter, ecc... così come consigliato dal psichiatra che ci ha detto di non contrariarlo?
Se non si trattasse di psicosi, ma di vera ipocondria, potrebbe essere utile non assecondarlo rispetto alle richieste di rassicurazione (esami ecc.). Ma in questo caso credo che dovreste seguire le indicazioni dello psichiatra, perché è lui che lo sta seguendo e che quindi ha il polso della situazione. Semmai potreste chiedere un secondo parere, ma sempre direttamente, non attraverso questo servizio che può fornire solo semplici consulti scritti.
>>> dobbiamo assecondarlo rispetto ad altri controlli che vuole continuare del tipo risonanza, holter, ecc... così come consigliato dal psichiatra che ci ha detto di non contrariarlo?
Se non si trattasse di psicosi, ma di vera ipocondria, potrebbe essere utile non assecondarlo rispetto alle richieste di rassicurazione (esami ecc.). Ma in questo caso credo che dovreste seguire le indicazioni dello psichiatra, perché è lui che lo sta seguendo e che quindi ha il polso della situazione. Semmai potreste chiedere un secondo parere, ma sempre direttamente, non attraverso questo servizio che può fornire solo semplici consulti scritti.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 22/05/2022.
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