Ansia e lavoro

Salve, sono un ragazzo di 28 anni (29 tra qualche mese) e vivo da solo, da 5 anni a Londra.

Lavoro in uno store come commesso part-time.

Da qualche anno che sono in terapia per disturbo d'ansia generalizzata, devo dire che la psicoterapia mi ha aiutato tanto, non avrei mai pensato di poter fare simili progressi in termini di crescita personale.

Avevo problemi d'ansia continui a lavoro, e anche in altri ambiti della mia vita.
Grazie alla psicoterapia sono riuscito ad avere una maggior consapevolezza di me, a riconoscere quali sono i miei limiti e quali invece i miei punti di forza.

Il problema nasce dal fatto che nello store dove lavoro, non riesco a guadagnare più di tanto o meglio riesco più che altro a sopravvivere.

Poco tempo da ero stato chiamato per una posizione full time per un lavoro simile a quello che faccio ora, ma con uno stipendio un po più decente.

Tuttavia per accedere a quella posizione avrei dovuto lasciare il mio lavoro attuale che è una posizione fissa, di conseguenza ho rifiutato l'offerta.

Il problema nasce proprio qui, perché sinceramente fare il commesso per me non è proprio il massimo, infatti anche quando lavoro qualche giorno extra nel mio store attuale, inizio ad avere sintomi di ansia e stanchezza cronica, dovuti evidentemente ad una forzatura che mi faccio, visto che comunque non è proprio il lavoro dei miei sogni.
È anche per questo che ho rifiutato quel lavoro, perché avevo paura che essendo una posizione full time quindi più ore, avrebbe potuto crearmi seri problemi e non avrei avuto manco una via d`uscita a quel punto.

Il mio psicoterapeuta mi ha sempre consigliato di cercare di fare qualcosa che sia affine alle mie capacità e che susciti in me entusiasmo.

È una parola anche perché sono sempre stato appassionato di informatica, ma da qui al raggiungere una carriera in questo settore ce ne vuole insomma.

Visto che abito da solo e non ho il supporto di nessuno, delle volte mi viene in mente l'idea di fare richiesta per una pensione di invalidità che qui in Inghilterra si chiama diversamente però comunque una cosa simile, che affiancata a quello che già faccio ora, mi permetterebbe di avere un po più di sicurezza economica e riuscire a godermi un po di più la mia vita.

Quando tratto questo argomento con il mio psicoterapeuta lui me lo ha sempre sconsigliato, in quanto secondo lui questa azione mi potrebbe portare ad entrare nel ruolo di invalido, rischiando di aggravare il problema.

Inoltre secondo lui mi limiterebbe anche nel mondo del lavoro.

Anche se essendomi informato qui in Inghilterra la legge è molto tollerante su questo tipo ti problemi, ed ho anche visto persone con disabilità fare carriera come manager ed altro.


La mia domanda è, secondo voi è così sbagliato quando penso questa cosa, per cercare di avere un po più di serenità nella mia vita?

E potrebbe seriamente rischiare di aggravare il problema?


Grazie in anticipo per le risposte
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il tuo terapeuta ha ragione su tutta la linea.

Entrare nel ruolo di invalido rischierebbe infatti di aggravare la tua situazione non tanto dal punto di vista degli sbocchi di carriera, perché ormai nel mondo occidentale anche chi è portatore di invalidità può avanzare nel lavoro. Rischierebbe di aggravare la poca fiducia che hai in te stesso, relegandoti in un ruolo ancor meno "empowered" per dirla all'inglese.

Perciò è importante che tu corra dietro a ciò che ti piace. Anche part time, anche da autodidatta. E tenere il piede in due staffe se necessario, finché non potrai proseguire full time il lavoro che più ti piace.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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