Quanto può dire di sé uno psicoterapeuta al paziente?
Buongiorno, mi rivolgo a voi per capire come considerare gli ultimi fatti avvenuti in sede di incontro con la mia psicoterapeuta.
Sono solita salutarla chiederle come stia all'inizio di ogni seduta e qualche settimana fa questo momento è stato l'inizio di uno sfogo da parte sua, sfogo in cui ha raccontato la fine del rapporto con il suo compagno e condiviso delle considerazioni sul disturbo di personalità di lui.
Mi sono sentita a disagio per la situazione ma comprendevo il malessere e lo stato d'animo della persona che avevo di fronte, per cui in quella circostanza non ho voluto interrompere il racconto ed esternare il mio stupore.
Il tempo a disposizione per la seduta si è concluso in questo modo e, consapevole dell'inusualità della situazione, la psicoterapeuta non mi ha chiesto il consueto compenso per l'appuntamento scusandosi per come fosse stato il nostro incontro in quell'occasione.
Nei due appuntamenti successivi parte dell'incontro è rimasta dedicata al racconto dei successivi sviluppi della separazione dal compagno e al racconto di vicende personali che riguardano lo specialista che ha in cura una conoscenza comune.
Sono genuinamente dispiaciuta per il periodo che sta attraversando la mia psicoterapeuta, ma dall'altra parte non mi sento più a mio agio e credo che non avrei voluto essere coinvolta fino a questo punto nelle sue vicende personali o in quelle di una persona conosciuta da entrambe.
Mi rivolgo a voi per capire se sbaglio a considerare questa condivisione con un paziente eccessiva e se possa invece essere semplicemente parte di un rapporto che si crea nel tempo tra le due parti.
Ringrazio in anticipo chi vorrà darmi un parere.
Sono solita salutarla chiederle come stia all'inizio di ogni seduta e qualche settimana fa questo momento è stato l'inizio di uno sfogo da parte sua, sfogo in cui ha raccontato la fine del rapporto con il suo compagno e condiviso delle considerazioni sul disturbo di personalità di lui.
Mi sono sentita a disagio per la situazione ma comprendevo il malessere e lo stato d'animo della persona che avevo di fronte, per cui in quella circostanza non ho voluto interrompere il racconto ed esternare il mio stupore.
Il tempo a disposizione per la seduta si è concluso in questo modo e, consapevole dell'inusualità della situazione, la psicoterapeuta non mi ha chiesto il consueto compenso per l'appuntamento scusandosi per come fosse stato il nostro incontro in quell'occasione.
Nei due appuntamenti successivi parte dell'incontro è rimasta dedicata al racconto dei successivi sviluppi della separazione dal compagno e al racconto di vicende personali che riguardano lo specialista che ha in cura una conoscenza comune.
Sono genuinamente dispiaciuta per il periodo che sta attraversando la mia psicoterapeuta, ma dall'altra parte non mi sento più a mio agio e credo che non avrei voluto essere coinvolta fino a questo punto nelle sue vicende personali o in quelle di una persona conosciuta da entrambe.
Mi rivolgo a voi per capire se sbaglio a considerare questa condivisione con un paziente eccessiva e se possa invece essere semplicemente parte di un rapporto che si crea nel tempo tra le due parti.
Ringrazio in anticipo chi vorrà darmi un parere.
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Il livello di apertura riguardo alla storia personale dipende dall'orientamento del terapeuta.
In alcuni orientamenti è molto basso, in altri no.
Nell'approccio breve strategico non esiste un limite fissato, ogni terapeuta può dire di sé quel che preferisce, se però è funzionale all'andamento della terapia. In altre parole anche questo è usato in modo strategico.
Nel suo caso sembra che la terapeuta abbia compiuto un passo falso. E ci può stare, anche i terapeuti sbagliano. Potrebbe parlargliene e dirle che non si è sentita a suo agio venendo a conoscenza di quella circostanza.
In alcuni orientamenti è molto basso, in altri no.
Nell'approccio breve strategico non esiste un limite fissato, ogni terapeuta può dire di sé quel che preferisce, se però è funzionale all'andamento della terapia. In altre parole anche questo è usato in modo strategico.
Nel suo caso sembra che la terapeuta abbia compiuto un passo falso. E ci può stare, anche i terapeuti sbagliano. Potrebbe parlargliene e dirle che non si è sentita a suo agio venendo a conoscenza di quella circostanza.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Puo' essere visto, questo episodio, come un cedimento, non è detto che tutto debba essere impersonale e che non si possa far intuire la persona dietro al professionista, lascerei perdere, se il rapporto è buono e se c'è .. l'Alleanza terapeutica.. tra voi.
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 16/05/2022.
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