Disturbi d'ansia
Buonasera gentili dottori, mi rivolgo a voi perché la mia situazione è problematica e vorrei risolverla con il giusto impegno.
Mi chiamo Massimo, ho 19 anni e ho terminato i miei studi l'anno scorso.
Ho riscontrato problematiche di tipo ansioso fin da quando ero molto piccolo.
Quando facevo la terza elementare ricordo che avevo un'ansia fortissima quando andavo a scuola con il pulmino.
Tutti i giorni che andavo a scuola mi veniva mal di stomaco, mi sudavano la fronte e le mani.
Avevo anche i brividi e tremavo per l'ansia.
Questa condizione mi durava per tutta la giornata scolastica, una volta tornato a casa mi passava gradualmente.
Riportai la mia situazione a mia madre ma lei non le diede molto peso e mi disse che non dovevo preoccuparmi.
Arrivato a 10 anni ho cominciato ad avere pensieri ossessivi, ho cominciato a rifugiarmi interamente nello studio.
Ogni volta verso sera avevo la fissa di spingere la scrivania verso il muro fino a quando non sudavo e se non lo facevo andavo nel panico.
Diventai altrettanto fissato nello studio passavo le ore sui libri e passavo le ore chiuso da solo in camera.
Avevo anche la fissa di studiare al buio totale con la luce della scrivania accesa.
Avevo insieme a questa la fissa di bere una bottiglia intera di acqua prima di andare a dormire e di andare a letto alle 8 e 43 minuti.
Questa rigidità mentale la avevo su ogni cosa, il fare un'attività diversa dalla routine mi metteva in serie difficoltà.
Così fino ai 15 anni sono stato schiavo della mia maledetta ansia.
Ero cosciente di essere prigioniero ed ero geloso di mio fratello che con serenità faceva tutto quello che un bambino avrebbe fatto.
Così ho cominciato a lamentarmi di tutto con la mia famiglia, per più di 4 anni non ricordo di aver scambiato una parola ne' con i miei genitori né a scuola.
Arrivo al punto.
Ora ho 19 anni, non ho amici ed è più di un anno che non riesco ad uscire di casa.
Sto continuamente male sia fisicamente che mentalmente.
Ho avuto per tre mesi vertigini soggettive da ansia, nausea e bruciori continui allo stomaco.
Ho cominciato ad avere paura di stare male così ho affrontato la cosa facendo piccole uscite con amici di mio fratello, dato che io per le mie difficoltà non ne avevo.
Ma con il tempo la situazione è solo peggiorata.
Avevo continui attacchi di panico e questo mi impediva di uscire.
Ad oggi ho paura di morire, la mente si fissa sul respiro o sul battito cardiaco e quando lo fa mi viene un forte stordimento seguito da una forte debolezza.
Ho fatto tutti gli accertamenti medici immaginabili e per fortuna non ho niente.
Mi capita anche che nell'istante che faccio una cosa non ho magari quella paura, ma la coscienza che un giorno mi sentirò male e morirò soffrendo non mi tranquillizza, mi fa venire le contrazioni allo stomaco e mi fa venire da vomitare.
Certe volte penso che ci sono persone malate veramente che pagherebbero per avere quello che ho io e invece io mi lamento per un male che neanche esiste ma che è solo una proiezione.
Mi chiamo Massimo, ho 19 anni e ho terminato i miei studi l'anno scorso.
Ho riscontrato problematiche di tipo ansioso fin da quando ero molto piccolo.
Quando facevo la terza elementare ricordo che avevo un'ansia fortissima quando andavo a scuola con il pulmino.
Tutti i giorni che andavo a scuola mi veniva mal di stomaco, mi sudavano la fronte e le mani.
Avevo anche i brividi e tremavo per l'ansia.
Questa condizione mi durava per tutta la giornata scolastica, una volta tornato a casa mi passava gradualmente.
Riportai la mia situazione a mia madre ma lei non le diede molto peso e mi disse che non dovevo preoccuparmi.
Arrivato a 10 anni ho cominciato ad avere pensieri ossessivi, ho cominciato a rifugiarmi interamente nello studio.
Ogni volta verso sera avevo la fissa di spingere la scrivania verso il muro fino a quando non sudavo e se non lo facevo andavo nel panico.
Diventai altrettanto fissato nello studio passavo le ore sui libri e passavo le ore chiuso da solo in camera.
Avevo anche la fissa di studiare al buio totale con la luce della scrivania accesa.
Avevo insieme a questa la fissa di bere una bottiglia intera di acqua prima di andare a dormire e di andare a letto alle 8 e 43 minuti.
Questa rigidità mentale la avevo su ogni cosa, il fare un'attività diversa dalla routine mi metteva in serie difficoltà.
Così fino ai 15 anni sono stato schiavo della mia maledetta ansia.
Ero cosciente di essere prigioniero ed ero geloso di mio fratello che con serenità faceva tutto quello che un bambino avrebbe fatto.
Così ho cominciato a lamentarmi di tutto con la mia famiglia, per più di 4 anni non ricordo di aver scambiato una parola ne' con i miei genitori né a scuola.
Arrivo al punto.
Ora ho 19 anni, non ho amici ed è più di un anno che non riesco ad uscire di casa.
Sto continuamente male sia fisicamente che mentalmente.
Ho avuto per tre mesi vertigini soggettive da ansia, nausea e bruciori continui allo stomaco.
Ho cominciato ad avere paura di stare male così ho affrontato la cosa facendo piccole uscite con amici di mio fratello, dato che io per le mie difficoltà non ne avevo.
Ma con il tempo la situazione è solo peggiorata.
Avevo continui attacchi di panico e questo mi impediva di uscire.
Ad oggi ho paura di morire, la mente si fissa sul respiro o sul battito cardiaco e quando lo fa mi viene un forte stordimento seguito da una forte debolezza.
Ho fatto tutti gli accertamenti medici immaginabili e per fortuna non ho niente.
Mi capita anche che nell'istante che faccio una cosa non ho magari quella paura, ma la coscienza che un giorno mi sentirò male e morirò soffrendo non mi tranquillizza, mi fa venire le contrazioni allo stomaco e mi fa venire da vomitare.
Certe volte penso che ci sono persone malate veramente che pagherebbero per avere quello che ho io e invece io mi lamento per un male che neanche esiste ma che è solo una proiezione.
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>>> Certe volte penso che ci sono persone malate veramente che pagherebbero per avere quello che ho io
È vero anche il contrario: quando l'ipocondriaco viene a sapere di avere davvero la malattia che crede di avere, di solito si calma. Perché l'incertezza finisce.
Se non hai ancora risolto il tuo problema di ansia, ossessività e ipocondria - perché l'ipocondria è un disturbo a base ossessiva - ovviamente non hai una vita. Perché qualsiasi tentativo di fartene una è inevitabilmente contaminato e soffocato dalle tue paure.
Direi che 19 anni di sofferenza potrebbero essere già abbastanza. Perciò trova il modo di rivolgerti a uno psicoterapeuta.
Puoi vedere intanto questi video:
https://www.youtube.com/watch?v=vx0MyOxPM30
https://www.youtube.com/watch?v=wSnWxz59J5k
https://www.youtube.com/watch?v=TWpwNnpN2zE
(cliccare sul link e poi su "Ok")
È vero anche il contrario: quando l'ipocondriaco viene a sapere di avere davvero la malattia che crede di avere, di solito si calma. Perché l'incertezza finisce.
Se non hai ancora risolto il tuo problema di ansia, ossessività e ipocondria - perché l'ipocondria è un disturbo a base ossessiva - ovviamente non hai una vita. Perché qualsiasi tentativo di fartene una è inevitabilmente contaminato e soffocato dalle tue paure.
Direi che 19 anni di sofferenza potrebbero essere già abbastanza. Perciò trova il modo di rivolgerti a uno psicoterapeuta.
Puoi vedere intanto questi video:
https://www.youtube.com/watch?v=vx0MyOxPM30
https://www.youtube.com/watch?v=wSnWxz59J5k
https://www.youtube.com/watch?v=TWpwNnpN2zE
(cliccare sul link e poi su "Ok")
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Nella mia situazione le garantisco che se avessi una qualche malattia mi agiterei ancora di più, non mi quieterei affatto. La coscienza che siamo condannati alla morte e al dolore che porta ad essa è la causa della mia ansia. La mente mi dice guarda che tu un giorno soffrirai come un cane e morirai, ma non ho paura di cosa mi conduca al dolore. Quindi le garantisco che non sono ipocondriaco, non ho paura della malattia in sé ma del dolore che ne deriverebbe che so essere presente con certezza anche in Assenza di malattia quando morirò.
[#3]
Utente
La mia mente vede la vita come un contenitore da riempire per non pensare al dolore che ci attende. Ogni cosa è destinata al dolore e noi come stolti ci distraiamo per dimenticarcene. Semplicemente non ne abbiamo coscienza ogni istante della vita. Perché se io penso di poter soffrire ogni istante non vivo più ed è proprio quello che capita a me.
[#6]
Utente
Comunque sono stato da uno psicologo per un anno ma non ho risolto assolutamente nulla. Dovrei rinascere e riempire di contenuti belli i miei primi anni di vita cosa che non ho fatto. Infatti è da bambini che si impara a stare con gli altri, a volere bene ad un amico. Io invece sono sempre stato infelice anche a 6 anni. Ero sempre arrabbiato con il mondo e triste nonostante avessi alle spalle una famiglia che non mi ha mai fatto mancare niente. Ero già depresso a quell'età.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.3k visite dal 12/05/2022.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.