Per quale motivo mi sento in colpa se parlo dei miei problemi agli altri?
Salve, ringrazio in anticipo per la risposta.
Da qualche tempo mi capita di sentirmi in colpa con me stessa se parlo a qualcuno dei miei problemi perché è come se mi sentissi spogliata di ogni tipo di protezione.
Mi sento in colpa ogni volta che racconto a qualcuno cos’è che mi turba e non ne trovo motivazione, vorrei solo ascoltare gli altri senza parlare di me, ma non ci riesco e mi sento tremendamente in colpa perché per qualche motivo della quale non sono a conoscenza, mi sentirei una persona molto più valida se gli altri non sapessero assolutamente nulla di me.
Non ne ho mai parlato a nessuno, perché appunto me ne vergogno ma vorrei prendere consapevolezza almeno di quelle che potrebbero essere le motivazioni di questa tendenza.
Quando gli altri mi parlano dei loro problemi sono sempre minuziosamente attenta al mio atteggiamento: guardo negli occhi le persone, non prendo il telefono e mi preoccupi del fatto che non siano a disagio.
Questa cosa mi fa stare molto male perché vorrei essere una ragazza che parla di sè in maniera equilibrata.
Vorrei non sentire questo senso di colpa ogni volta che scelgo di raccontare cos’è che mi turba agli altri, vorrei che le persone non mi chiedessero nulla per non essere sempre costretta a mentire sul fatto che va sempre tutto bene, e per poi sentirmi in colpa se scelgo di parlare.
Mi sento poco ascoltata e credo che i problemi degli altri siano più validi dei miei, vorrei sapere la motivazione di questa tendenza che mi porto dietro ormai da più di un anno.
Vorrei riacquistare la mia serenità, parlare e comportarmi spontaneamente senza indurmi a rispettare necessariamente canoni ideali di persone valide secondo me: una persona valida secondo me non parla mai di se, e mi rendo conto che sia una cosa strana e assurda da pensare.
Sono estremamente dispiaciuta per me, attendo risposte spero che qualcuno mi possa aiutare così da non dover consultare nessuno e dover parlare di questo disagio che mi perseguita ormai da svariati tempo, grazie mille.
Da qualche tempo mi capita di sentirmi in colpa con me stessa se parlo a qualcuno dei miei problemi perché è come se mi sentissi spogliata di ogni tipo di protezione.
Mi sento in colpa ogni volta che racconto a qualcuno cos’è che mi turba e non ne trovo motivazione, vorrei solo ascoltare gli altri senza parlare di me, ma non ci riesco e mi sento tremendamente in colpa perché per qualche motivo della quale non sono a conoscenza, mi sentirei una persona molto più valida se gli altri non sapessero assolutamente nulla di me.
Non ne ho mai parlato a nessuno, perché appunto me ne vergogno ma vorrei prendere consapevolezza almeno di quelle che potrebbero essere le motivazioni di questa tendenza.
Quando gli altri mi parlano dei loro problemi sono sempre minuziosamente attenta al mio atteggiamento: guardo negli occhi le persone, non prendo il telefono e mi preoccupi del fatto che non siano a disagio.
Questa cosa mi fa stare molto male perché vorrei essere una ragazza che parla di sè in maniera equilibrata.
Vorrei non sentire questo senso di colpa ogni volta che scelgo di raccontare cos’è che mi turba agli altri, vorrei che le persone non mi chiedessero nulla per non essere sempre costretta a mentire sul fatto che va sempre tutto bene, e per poi sentirmi in colpa se scelgo di parlare.
Mi sento poco ascoltata e credo che i problemi degli altri siano più validi dei miei, vorrei sapere la motivazione di questa tendenza che mi porto dietro ormai da più di un anno.
Vorrei riacquistare la mia serenità, parlare e comportarmi spontaneamente senza indurmi a rispettare necessariamente canoni ideali di persone valide secondo me: una persona valida secondo me non parla mai di se, e mi rendo conto che sia una cosa strana e assurda da pensare.
Sono estremamente dispiaciuta per me, attendo risposte spero che qualcuno mi possa aiutare così da non dover consultare nessuno e dover parlare di questo disagio che mi perseguita ormai da svariati tempo, grazie mille.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,
da queste poche informazioni è pressoché impossibile risalire alle "cause", ovvero eventuali schemi relazionali, valori e modelli ereditati/sperimentati a seguito di esperienze significative che vanno nella direzione da lei indicata (chi non dice è vincente/se parlo mi sento in colpa).
Quando ho letto la sua ultima frase: "...attendo risposte spero che qualcuno mi possa aiutare così da non dover consultare nessuno e dover parlare di questo disagio...", non me ne voglia, ma ho accennato un sorriso. Perché a mio avviso è proprio questa la strada da percorrere per cercare di venirne a capo, ovvero sperimentarsi liberamente, parlando di lei liberamente, in un setting professionale e "protetto".
Cordialmente
da queste poche informazioni è pressoché impossibile risalire alle "cause", ovvero eventuali schemi relazionali, valori e modelli ereditati/sperimentati a seguito di esperienze significative che vanno nella direzione da lei indicata (chi non dice è vincente/se parlo mi sento in colpa).
Quando ho letto la sua ultima frase: "...attendo risposte spero che qualcuno mi possa aiutare così da non dover consultare nessuno e dover parlare di questo disagio...", non me ne voglia, ma ho accennato un sorriso. Perché a mio avviso è proprio questa la strada da percorrere per cercare di venirne a capo, ovvero sperimentarsi liberamente, parlando di lei liberamente, in un setting professionale e "protetto".
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 10/05/2022.
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