Confusione sul mio orientamento sessuale
Salve, sono Elisa, una ragazza di ventitre anni.
Non ho mai avuto un ragazzo, se non qualche storiella finita ancor prima di cominciare.
Da quasi due anni sono in terapia per problemi in famiglia e con me stessa che dovevo risolvere.
Con il mio psicologo parliamo spesso della mia difficoltà a relazionarmi con i ragazzi, non ho fiducia nel mondo maschile e non riesco a provare nessun sentimento romantico per loro.
Quello che però non riesco a dire durante le sedute è che in realtà sin da quando ero alle medie riesco a provare qualcosa di romantico per le donne, in particolare parlo di donne molto più grandi di me.
Non mi è mai successo di provare qualcosa per una mia coetanea.
Il problema è che però quello che provo è solo qualcosa di romantico, che esclude il lato sessuale.
Non mi ci vedo a letto con una donna.
Mentre mi ci vedo a letto con uomini ma non in qualcosa di romantico.
Non riesco proprio a parlarne in terapia, è da più di un anno che ci provo ma ogni volta torno a casa delusa.
Sono confusa e stanca di vivere questa "scissione"
Non ho mai avuto un ragazzo, se non qualche storiella finita ancor prima di cominciare.
Da quasi due anni sono in terapia per problemi in famiglia e con me stessa che dovevo risolvere.
Con il mio psicologo parliamo spesso della mia difficoltà a relazionarmi con i ragazzi, non ho fiducia nel mondo maschile e non riesco a provare nessun sentimento romantico per loro.
Quello che però non riesco a dire durante le sedute è che in realtà sin da quando ero alle medie riesco a provare qualcosa di romantico per le donne, in particolare parlo di donne molto più grandi di me.
Non mi è mai successo di provare qualcosa per una mia coetanea.
Il problema è che però quello che provo è solo qualcosa di romantico, che esclude il lato sessuale.
Non mi ci vedo a letto con una donna.
Mentre mi ci vedo a letto con uomini ma non in qualcosa di romantico.
Non riesco proprio a parlarne in terapia, è da più di un anno che ci provo ma ogni volta torno a casa delusa.
Sono confusa e stanca di vivere questa "scissione"
[#1]
Riesci a individuare cosa ti frena dal parlarne al tuo terapeuta? Hai paura di sentirti giudicata, che il tuo problema sia troppo grande o "sporco" per poterne parlare? O altro ancora?
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Innanzitutto grazie per la risposta.
Ho paura di sentirmi giudicata, è una cosa che non gli ho mai fatto presente fino ad adesso. Ho paura che mi veda in un altro modo.
Inoltre è una cosa che non ho mai neanche detto a voce alta, e mi sembra che parlandone con lui si "concretizzi". Ho paura di star male per questo, anche se è una cosa che esiste, è solo dentro di me, mi sembra che tenerla lì mi renda più tranquilla. Ma dall'altro lato vorrei "aiutarmi", e forse parlare col mio psi mi farebbe stare meglio e mi farebbe capire tante cose. Purtroppo ogni volta che ci provo, anche quando sono vicina al dirlo, mi blocco e quando torno a casa sono molto delusa.
Ho paura di sentirmi giudicata, è una cosa che non gli ho mai fatto presente fino ad adesso. Ho paura che mi veda in un altro modo.
Inoltre è una cosa che non ho mai neanche detto a voce alta, e mi sembra che parlandone con lui si "concretizzi". Ho paura di star male per questo, anche se è una cosa che esiste, è solo dentro di me, mi sembra che tenerla lì mi renda più tranquilla. Ma dall'altro lato vorrei "aiutarmi", e forse parlare col mio psi mi farebbe stare meglio e mi farebbe capire tante cose. Purtroppo ogni volta che ci provo, anche quando sono vicina al dirlo, mi blocco e quando torno a casa sono molto delusa.
[#3]
>>> è una cosa che non ho mai neanche detto a voce alta, e mi sembra che parlandone con lui si "concretizzi"
È lo stesso tipo di pensieri che si hanno nelle superstizioni: si ha paura che facendo qualcosa di indesiderato lo si renda più probabile.
>>> mi sembra che tenerla lì mi renda più tranquilla
Cert, sul momento ti tranquillizza. Ma sul lungo periodo il problema peggiora sempre più, perché tu stessa stai costruendo la convinzione inversa, cioè: "Se non ne parlo, vuol dire che è davvero grave".
Insomma, devi deciderti a rompere il circolo vizioso e parlarne al tuo terapeuta. Sta' pur tranquilla che se ha qualche anno di esperienza deve averne sentite ben di peggio e comunque non è là per giudicarti, ma per aiutarti. Il giudizio morale a noi psicologi è proibito proprio per deontologia.
È lo stesso tipo di pensieri che si hanno nelle superstizioni: si ha paura che facendo qualcosa di indesiderato lo si renda più probabile.
>>> mi sembra che tenerla lì mi renda più tranquilla
Cert, sul momento ti tranquillizza. Ma sul lungo periodo il problema peggiora sempre più, perché tu stessa stai costruendo la convinzione inversa, cioè: "Se non ne parlo, vuol dire che è davvero grave".
Insomma, devi deciderti a rompere il circolo vizioso e parlarne al tuo terapeuta. Sta' pur tranquilla che se ha qualche anno di esperienza deve averne sentite ben di peggio e comunque non è là per giudicarti, ma per aiutarti. Il giudizio morale a noi psicologi è proibito proprio per deontologia.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 813 visite dal 06/05/2022.
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