Soffro di depersonalizzazione?
Buongiorno.
Ho 21 anni, sono un ragazzo.
Di recente mi sono rivolto al CSM della mia zona, che mi ha lasciato un po' perplesso.
L'inizio è stato per un forte impulso suicida, iniziato e finito in una notte, che mi sento di dire si sarebbe concretizzato se non fossi stato particolarmente tenace nel condizionarmi.
Vivevo con mia madre schizoaffettiva in un contesto isolato e pressante.
A seguito di 2 colloqui la psichiatra sostiene che io non abbia problemi psichiatrici se non la sindrome di Asperger.
I miei disagi attuali sono una scarsa consapevolezza emotiva (di sé e del prossimo), la mancanza di entusiasmo per qualsiasi attività, la sensazione di solitudine per essere circondato da persone che non mi danno conforto.
Ho una sensazione quasi solo fisica delle emozioni, non provo un senso astratto di tristezza, rabbia, felicità o altro.
Non ho attività che mi piacciano, né interessi.
Non sento mai che i miei cari contribuiscano al mio benessere emotivo.
L'idea che mi sono fatto è di poter avere una forma di depersonalizzazione a seguito di alcune osservazioni e letture sul portale PubMed:
Ho un senso del tempo alterato rispetto a gli altri (non ho mai idea della differenza al "tatto" tra 2 minuti e 10), le uniche circostanze in cui provo emozioni "colorate" è dopo situazioni di affetto, in quest'ultime situazioni ho un modo differente di sentire il mio corpo (la mia mano sinistra è percepita "mia" solo in quelle situazioni), in quelle situazioni sembro cambiare personalità sentendomi di più "me stesso", nonostante la sospetta sindrome di Asperger ho avuto una forte empatia a 16 anni interrotta involontariamente dopo un trauma, il mio impulso suicida è stato placato in un'intenso tentativo di dividere il mio pensiero dal mio umore portando di fatto 2 "volontà" diverse (c'è stato un frenetico ma preciso problem solving di come cambiare il mio stato che è giunto alla conclusione che nessun pensiero razionale sarebbe stato "ascoltato", ho quindi "rievocato" un ricordo confortante come se fosse reale in quel momento fino a calmarmi, senza di esso avrei agito), sperimento ansia che faccio fatica a controllare che si appiana solo nel momento in cui mi interrogo (con molto sforzo) su quali emozioni provo per la causa scatenante.
Nelle interazioni sociali starei molto in silenzio se fossi "me stesso" ma finisco sempre in qualche comportamento che non mi rappresenta (anni fa cercavo di essere una persona loquace, vivace ed estroversa rispetto a come mi sento davvero)
La psichiatra non ritiene necessiti il servizio, ma sono certo che quello che provo sia sintomo di un problema che mi preclude benessere.
Non trovo naturale che in un anno ho sentito emozioni astratte (che quando si verificano trovo sempre soddisfacenti, anche quelle negative) solo in 5 o meno occasioni rispetto a quando ero più giovane.
Vedo rilevante segnalare che per tutti coloro che mi conoscono risulto una persona particolarmente logica, schematica, analitica, a volte "inumana"
Ho 21 anni, sono un ragazzo.
Di recente mi sono rivolto al CSM della mia zona, che mi ha lasciato un po' perplesso.
L'inizio è stato per un forte impulso suicida, iniziato e finito in una notte, che mi sento di dire si sarebbe concretizzato se non fossi stato particolarmente tenace nel condizionarmi.
Vivevo con mia madre schizoaffettiva in un contesto isolato e pressante.
A seguito di 2 colloqui la psichiatra sostiene che io non abbia problemi psichiatrici se non la sindrome di Asperger.
I miei disagi attuali sono una scarsa consapevolezza emotiva (di sé e del prossimo), la mancanza di entusiasmo per qualsiasi attività, la sensazione di solitudine per essere circondato da persone che non mi danno conforto.
Ho una sensazione quasi solo fisica delle emozioni, non provo un senso astratto di tristezza, rabbia, felicità o altro.
Non ho attività che mi piacciano, né interessi.
Non sento mai che i miei cari contribuiscano al mio benessere emotivo.
L'idea che mi sono fatto è di poter avere una forma di depersonalizzazione a seguito di alcune osservazioni e letture sul portale PubMed:
Ho un senso del tempo alterato rispetto a gli altri (non ho mai idea della differenza al "tatto" tra 2 minuti e 10), le uniche circostanze in cui provo emozioni "colorate" è dopo situazioni di affetto, in quest'ultime situazioni ho un modo differente di sentire il mio corpo (la mia mano sinistra è percepita "mia" solo in quelle situazioni), in quelle situazioni sembro cambiare personalità sentendomi di più "me stesso", nonostante la sospetta sindrome di Asperger ho avuto una forte empatia a 16 anni interrotta involontariamente dopo un trauma, il mio impulso suicida è stato placato in un'intenso tentativo di dividere il mio pensiero dal mio umore portando di fatto 2 "volontà" diverse (c'è stato un frenetico ma preciso problem solving di come cambiare il mio stato che è giunto alla conclusione che nessun pensiero razionale sarebbe stato "ascoltato", ho quindi "rievocato" un ricordo confortante come se fosse reale in quel momento fino a calmarmi, senza di esso avrei agito), sperimento ansia che faccio fatica a controllare che si appiana solo nel momento in cui mi interrogo (con molto sforzo) su quali emozioni provo per la causa scatenante.
Nelle interazioni sociali starei molto in silenzio se fossi "me stesso" ma finisco sempre in qualche comportamento che non mi rappresenta (anni fa cercavo di essere una persona loquace, vivace ed estroversa rispetto a come mi sento davvero)
La psichiatra non ritiene necessiti il servizio, ma sono certo che quello che provo sia sintomo di un problema che mi preclude benessere.
Non trovo naturale che in un anno ho sentito emozioni astratte (che quando si verificano trovo sempre soddisfacenti, anche quelle negative) solo in 5 o meno occasioni rispetto a quando ero più giovane.
Vedo rilevante segnalare che per tutti coloro che mi conoscono risulto una persona particolarmente logica, schematica, analitica, a volte "inumana"
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Il tuo quadro, per come lo descrivi, non sembra facilmente e completamente definibile con una categoria diagnostica. Sembrano essere presenti aspetti depressivi, di ansia e di anestesia emotiva, da cui forse l'impressione di un individuo iperlogico che gli altri ricevono da te e il tuo gradire le emozioni "astratte" (ma sarebbe forse più adatto dire "inaspettate") quando le senti.
. La parte Asperger non mi pare invece evidente da quello che scrivi, ma tieni presente che le diagnosi per iscritto, cioè senza vedere la persona, non sono valide. Per questo non ne facciamo, da qui.
Ma se tu senti di essere portatore di un disagio, potresti rivolgerti a uno specialista indipendentemente da ciò che ti dicono al Csm.
. La parte Asperger non mi pare invece evidente da quello che scrivi, ma tieni presente che le diagnosi per iscritto, cioè senza vedere la persona, non sono valide. Per questo non ne facciamo, da qui.
Ma se tu senti di essere portatore di un disagio, potresti rivolgerti a uno specialista indipendentemente da ciò che ti dicono al Csm.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie dottore per la sua opinione.
Ho deciso di rivolgermi a uno specialista.
A parere di spunto personale:
È segno di un nesso il fatto che l'anestesia emotiva, la mia sensazione di estraneità dalla mia personalità e le sensazioni distanti del mio corpo si annullino solo insieme?
Significa almeno che l'azione dell'esterno che mi rende temporaneamente "normale" impatta su un meccanismo che lega i 3 sintomi a un'unico problema?
È almeno possibile che il quoziente di empatia esaminato al CSM sia sabotato da queste problematiche tanto da dare risultati in comune con la sindrome di Asperger?
Ho deciso di rivolgermi a uno specialista.
A parere di spunto personale:
È segno di un nesso il fatto che l'anestesia emotiva, la mia sensazione di estraneità dalla mia personalità e le sensazioni distanti del mio corpo si annullino solo insieme?
Significa almeno che l'azione dell'esterno che mi rende temporaneamente "normale" impatta su un meccanismo che lega i 3 sintomi a un'unico problema?
È almeno possibile che il quoziente di empatia esaminato al CSM sia sabotato da queste problematiche tanto da dare risultati in comune con la sindrome di Asperger?
[#3]
Se le tre condizioni si annullano insieme, potrebbe darsi che nella tua vita vengono a mancare troppo spesso delle condizioni che rendano probabile il loro annullamento. In altre parole, potrebbe essere che cambiando le tue abitudini e stili di vita, potresti riceverne un miglioramento.
Per il resto le ultime domande sono troppo complesse per potervi rispondere, come dicevo, senza conoscerti direttamente.
Per il resto le ultime domande sono troppo complesse per potervi rispondere, come dicevo, senza conoscerti direttamente.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Non sono sicuro di cosa intenda con "cambiare stile di vita".
Le condizioni di annullamento sono le stesse in cui secondo la ricerca si smussano i sintomi della depersonalizzazione (conforto emotivo, stimolazione emotiva, forte stimolazione fisica).
Non ho rapporti soddisfacenti.
Non ho vita affettiva neanche all'interno della famiglia, se avessi potuto avrei migliorato la mia condizione in questo aspetto.
La mia condizione è costante con rari casi di "normalità".
So che non può esserci una valutazione accurata sul mio caso dalle mie parole, c'è una nozione minima su quanto l'anestesia emotiva invalidi l'empatia?
Le condizioni di annullamento sono le stesse in cui secondo la ricerca si smussano i sintomi della depersonalizzazione (conforto emotivo, stimolazione emotiva, forte stimolazione fisica).
Non ho rapporti soddisfacenti.
Non ho vita affettiva neanche all'interno della famiglia, se avessi potuto avrei migliorato la mia condizione in questo aspetto.
La mia condizione è costante con rari casi di "normalità".
So che non può esserci una valutazione accurata sul mio caso dalle mie parole, c'è una nozione minima su quanto l'anestesia emotiva invalidi l'empatia?
[#5]
Quando si hanno difficoltà a riconoscere e sperimentare le emozioni, può essere più difficile anche capire quelle degli altri. Al di là di questo non mi spingerei con le ipotesi, perché l'aiuto di cui hai bisogno non potrai comunque trovarlo online.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.1k visite dal 30/04/2022.
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