Confusione mentale e non sapere cosa fare della propria vita
Gentili Dottori, il mio problema è che non riesco a capire cosa fare della mia vita e non riesco a fare nulla, sono bloccata, questo non è dovuto all'apatia perché io in realtà ho tanti progetti in mente, tante cose che vorrei fare, ma sono talmente tante cose e ho talmente tanto le idee confuse che alla fine mi blocco e non faccio nulla.
Non sono più una ragazzina, ho 34 anni, ma non riesco ancora a capire cosa devo fare nella vita.
Quando andavo alle superiori ho cambiato scuola per ben due volte, poi all'università mi sono iscritta a Giurisprudenza, ma non mi piaceva (io ho sempre voluto fare medicina ma lo vedevo un percorso troppo arduo per me, ma questo ha lasciato un grande vuoto e una grande insoddisfazione in me, è come qualcuno che viene lasciato da un partner di cui era molto innamorato e poi non vuole più avere altre relazioni, magari ci prova ma non è felice) e mi sono ritirata, poi ho fatto vari corsi, anche uno di operatore sociosanitario perché mi piace appunto l'ambito sanitario ma non ero felice, quindi mi sono iscritta nuovamente all'università, a psicologia, perché è una materia che mi affascina molto, ma non riesco a studiare (la cosa strana è che se studio "per piacere" lo faccio senza problemi e con molta passione, se studio per dovere non ci riesco) forse perché ormai ho una certa età, ma è come se qualsiasi cosa facessi ci fosse qualcosa dentro di me, qualcosa di inconscio che non riesco a riconoscere, che mi porta a sabotarmi.
Faccio la stessa cosa con tutto, inizio un lavoro e alla fine attuo degli atteggiamenti che mi sabotano (mi faccio cacciare o me ne vado io), inizio una qualsiasi attività e mi dico "no ma non mi piace poi così tanto, dovrei dedicare del tempo a ciò che mi piace davvero" e l'abbandono, ad esempio mi scrivo ad un corso in palestra e lo abbandono dopo due lezioni, inizio a scrivere un romanzo e lo lascio a metà ecc (devo dire che comunque è davvero difficile per me iniziare qualcosa, ma quelle rare volte che mi prende la follia e inizio poi abbandono).
Per fortuna nelle relazioni interpersonali non sono cosi, anzi, quando mi affeziono poi è difficile che lasci andare la relazione ma per il resto è un disastro, vorrei capire perchè sono così, cosa c'è dentro di me che mi porta a sabotare e lasciare a metà tutto ciò che inizio.
Anche se ho una certa età io voglio fare qualcosa per me stessa, non voglio stare in questo limbo in cui mi alzo al mattino, mi dedico alle attività in casa/famigliari e stop, io ho bisogno di dedicarmi a qualcosa che mi gratifichi a livello personale. Alcune persone mi dicono "quando hai davvero bisogno di fare qualcosa stai tranquilla che non lasci perdere" ma io ne ho bisogno, anche a livello materiale, ho bisogno di un lavoro, non è solo una questione di gratificazione personale, ma il bisogno non basta, non nel mio caso, anche fossi proprio una senza tetto neanche quello basterebbe per non mettere in atto questi atteggiamenti che mi sabotano.
Non sono più una ragazzina, ho 34 anni, ma non riesco ancora a capire cosa devo fare nella vita.
Quando andavo alle superiori ho cambiato scuola per ben due volte, poi all'università mi sono iscritta a Giurisprudenza, ma non mi piaceva (io ho sempre voluto fare medicina ma lo vedevo un percorso troppo arduo per me, ma questo ha lasciato un grande vuoto e una grande insoddisfazione in me, è come qualcuno che viene lasciato da un partner di cui era molto innamorato e poi non vuole più avere altre relazioni, magari ci prova ma non è felice) e mi sono ritirata, poi ho fatto vari corsi, anche uno di operatore sociosanitario perché mi piace appunto l'ambito sanitario ma non ero felice, quindi mi sono iscritta nuovamente all'università, a psicologia, perché è una materia che mi affascina molto, ma non riesco a studiare (la cosa strana è che se studio "per piacere" lo faccio senza problemi e con molta passione, se studio per dovere non ci riesco) forse perché ormai ho una certa età, ma è come se qualsiasi cosa facessi ci fosse qualcosa dentro di me, qualcosa di inconscio che non riesco a riconoscere, che mi porta a sabotarmi.
Faccio la stessa cosa con tutto, inizio un lavoro e alla fine attuo degli atteggiamenti che mi sabotano (mi faccio cacciare o me ne vado io), inizio una qualsiasi attività e mi dico "no ma non mi piace poi così tanto, dovrei dedicare del tempo a ciò che mi piace davvero" e l'abbandono, ad esempio mi scrivo ad un corso in palestra e lo abbandono dopo due lezioni, inizio a scrivere un romanzo e lo lascio a metà ecc (devo dire che comunque è davvero difficile per me iniziare qualcosa, ma quelle rare volte che mi prende la follia e inizio poi abbandono).
Per fortuna nelle relazioni interpersonali non sono cosi, anzi, quando mi affeziono poi è difficile che lasci andare la relazione ma per il resto è un disastro, vorrei capire perchè sono così, cosa c'è dentro di me che mi porta a sabotare e lasciare a metà tutto ciò che inizio.
Anche se ho una certa età io voglio fare qualcosa per me stessa, non voglio stare in questo limbo in cui mi alzo al mattino, mi dedico alle attività in casa/famigliari e stop, io ho bisogno di dedicarmi a qualcosa che mi gratifichi a livello personale. Alcune persone mi dicono "quando hai davvero bisogno di fare qualcosa stai tranquilla che non lasci perdere" ma io ne ho bisogno, anche a livello materiale, ho bisogno di un lavoro, non è solo una questione di gratificazione personale, ma il bisogno non basta, non nel mio caso, anche fossi proprio una senza tetto neanche quello basterebbe per non mettere in atto questi atteggiamenti che mi sabotano.
[#1]
Gentile utente,
quest'attitudine verso la vita va curata.
Non è questo il luogo per fare diagnosi, ma le suggerisco di cercare un terapeuta portando con sé l'email che ci ha scritto e di cominciare a lavorare seriamente con lei o lui.
Un'indicazione può venire dal fatto che scrive due volte "ho una certa età" (a proposito, nell'email lei dichiara un'età e nella scheda anagrafica un'altra); una seconda consiste nell'elenco di mancate realizzazioni, ossia un bilancio negativo, e nella ricerca di "ciò che mi piace davvero" e tuttavia non si concretizza mai, se non a sprazzi, in iniziative che non hanno seguito.
Dice di essere invece costante nei legami personali, e questo è già un buon punto di partenza.
Ma attenzione: pazienti che manifestavano una sindrome simile alla sua chiamavano "attaccamento" una serie di relazioni tutte dolorosamente interrotte.
Non lasci passare altro tempo prima di cercare aiuto.
Auguri.
quest'attitudine verso la vita va curata.
Non è questo il luogo per fare diagnosi, ma le suggerisco di cercare un terapeuta portando con sé l'email che ci ha scritto e di cominciare a lavorare seriamente con lei o lui.
Un'indicazione può venire dal fatto che scrive due volte "ho una certa età" (a proposito, nell'email lei dichiara un'età e nella scheda anagrafica un'altra); una seconda consiste nell'elenco di mancate realizzazioni, ossia un bilancio negativo, e nella ricerca di "ciò che mi piace davvero" e tuttavia non si concretizza mai, se non a sprazzi, in iniziative che non hanno seguito.
Dice di essere invece costante nei legami personali, e questo è già un buon punto di partenza.
Ma attenzione: pazienti che manifestavano una sindrome simile alla sua chiamavano "attaccamento" una serie di relazioni tutte dolorosamente interrotte.
Non lasci passare altro tempo prima di cercare aiuto.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.5k visite dal 23/04/2022.
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