Sensazione di insoddisfazione generale
Buongiorno a tutti...
L' oggetto del consulto è quello indicato sul titolo dello stesso... Sensazione di insoddisfazione generale...
Partiamo dal principio: sono cresciuto (e vivo tutt'ora) in una famiglia nel complesso molto buona, dove non m' è mancato e non mi manca nulla... Quindi nel complesso il giudizio è positivo...
Tuttavia, la mentalità che contraddistingue i miei genitori è fortemente marcata da strascichi dei propri genitori... una mentalità "contadino - paesana" per così dire... un po' all' antica...
Facendo un' analisi della mia infanzia e della mia adolescenza (ora ho 30 anni). . . pur non mancandomi nulla, sento di dire che (come ho più volte rimarcato a loro) spesse volte hanno mantenuto il "freno a mano tirato", ad esempio: "la patente sì, ma dopo il diploma non prima", "allo stadio ci vai solo con tuo padre e non da solo" (a 18 anni) , a Londra dal tuo amico ci vai solo dopo la Laurea (alla fine non ci sono più andato) e tante, tantissime cose del genere, con libertà "canoniche" concesse col "contagocce"... Questa cosa credo abbia inciso molto su di me...
Sentimentalmente la mia vita è stata sempre molto travagliata (complice un innamoramento non corrisposto durato per 5 anni in un' età cruciale: 14-19). . . Sessualmente ho cominciato ad essere attivo alla veneranda età di 29 anni... Contraddistinto da qualche problema come ansia da prestazione, eiaculazione precoce, sensazione di frustrazione dovuta all' inesperienza etc., poi pian piano rientrato/tamponato...
Tornando all' infanzia/adolescenza... Mai fatta una vacanza, un week-end fuori, un' esperienza diversa... Sempre e solo le cose canoniche:
scuola/università/lavoro.
Ho vissuto un forte periodo di apatia dovuto a questi pensieri e a degli scontri molto pesanti avuti in famiglia diversi anni fa... Questa cosa mi ha fatto allontanare un po' dalle amicizie (vere) e mi ha fatto maturare pensieri di negatività sul lavoro (specie negli ultimi due anni con situazione- COVID ed all' intensificarsi dei ritmi): credo che alla fine dei giochi siamo solamente "schiavi del sistema" e tra l' altro dobbiamo anche ringraziare di avere un lavoro (fortunatamente) stabile...
Insomma, mi sento un po' insoddisfatto... I punti che mi fanno stare "più male" (oltre ai pensieri sul lavoro) sono quelli relativamente alle pochissime esperienze sessuali e al non aver viaggiato molto (quasi zero). . . Certo c' è sempre tempo, ho 30 anni, però... Credo di aver "bruciato" un po' l' adolescenza...
Grazie anticipatamente per i consulti che mi arriveranno
L' oggetto del consulto è quello indicato sul titolo dello stesso... Sensazione di insoddisfazione generale...
Partiamo dal principio: sono cresciuto (e vivo tutt'ora) in una famiglia nel complesso molto buona, dove non m' è mancato e non mi manca nulla... Quindi nel complesso il giudizio è positivo...
Tuttavia, la mentalità che contraddistingue i miei genitori è fortemente marcata da strascichi dei propri genitori... una mentalità "contadino - paesana" per così dire... un po' all' antica...
Facendo un' analisi della mia infanzia e della mia adolescenza (ora ho 30 anni). . . pur non mancandomi nulla, sento di dire che (come ho più volte rimarcato a loro) spesse volte hanno mantenuto il "freno a mano tirato", ad esempio: "la patente sì, ma dopo il diploma non prima", "allo stadio ci vai solo con tuo padre e non da solo" (a 18 anni) , a Londra dal tuo amico ci vai solo dopo la Laurea (alla fine non ci sono più andato) e tante, tantissime cose del genere, con libertà "canoniche" concesse col "contagocce"... Questa cosa credo abbia inciso molto su di me...
Sentimentalmente la mia vita è stata sempre molto travagliata (complice un innamoramento non corrisposto durato per 5 anni in un' età cruciale: 14-19). . . Sessualmente ho cominciato ad essere attivo alla veneranda età di 29 anni... Contraddistinto da qualche problema come ansia da prestazione, eiaculazione precoce, sensazione di frustrazione dovuta all' inesperienza etc., poi pian piano rientrato/tamponato...
Tornando all' infanzia/adolescenza... Mai fatta una vacanza, un week-end fuori, un' esperienza diversa... Sempre e solo le cose canoniche:
scuola/università/lavoro.
Ho vissuto un forte periodo di apatia dovuto a questi pensieri e a degli scontri molto pesanti avuti in famiglia diversi anni fa... Questa cosa mi ha fatto allontanare un po' dalle amicizie (vere) e mi ha fatto maturare pensieri di negatività sul lavoro (specie negli ultimi due anni con situazione- COVID ed all' intensificarsi dei ritmi): credo che alla fine dei giochi siamo solamente "schiavi del sistema" e tra l' altro dobbiamo anche ringraziare di avere un lavoro (fortunatamente) stabile...
Insomma, mi sento un po' insoddisfatto... I punti che mi fanno stare "più male" (oltre ai pensieri sul lavoro) sono quelli relativamente alle pochissime esperienze sessuali e al non aver viaggiato molto (quasi zero). . . Certo c' è sempre tempo, ho 30 anni, però... Credo di aver "bruciato" un po' l' adolescenza...
Grazie anticipatamente per i consulti che mi arriveranno
[#1]
Salve.
Leggo nella sua scheda che è fortemente sovrappeso e questo non appare nella sua comunicazione. Da psicologo faccio subito "due più due" e faccio risalire la mancanza ad un tentativo di nascondimento. Voglia scusarmi se ciò non corrisponde al vero.
In quanto ai contenuti della sua lettera mi sembra il caso di risponderle che la sua insoddisfazione non dipende dai divieti posti dai suoi genitori in quanto legittimi. Il suo ritardo nell'approccio sessuale con una ragazza forse dipende dalla sua scarsa stima di sé e quindi dalle occasioni perse durante gli anni passati in campo sentimentale. Tenga anche conto che le informazioni che lei ha riferito ricalcano il suo punto di vista che potrebbe avere escluso qualche dettaglio della sua adolescenza e della prima vita adulta e le hanno fatto acquisire una veduta parziale del suo passato. Concordo peraltro con la sua opinione conclusiva che ha appena trenta anni e che ha ancora tanto da costruire.
Cordiali saluti
Leggo nella sua scheda che è fortemente sovrappeso e questo non appare nella sua comunicazione. Da psicologo faccio subito "due più due" e faccio risalire la mancanza ad un tentativo di nascondimento. Voglia scusarmi se ciò non corrisponde al vero.
In quanto ai contenuti della sua lettera mi sembra il caso di risponderle che la sua insoddisfazione non dipende dai divieti posti dai suoi genitori in quanto legittimi. Il suo ritardo nell'approccio sessuale con una ragazza forse dipende dalla sua scarsa stima di sé e quindi dalle occasioni perse durante gli anni passati in campo sentimentale. Tenga anche conto che le informazioni che lei ha riferito ricalcano il suo punto di vista che potrebbe avere escluso qualche dettaglio della sua adolescenza e della prima vita adulta e le hanno fatto acquisire una veduta parziale del suo passato. Concordo peraltro con la sua opinione conclusiva che ha appena trenta anni e che ha ancora tanto da costruire.
Cordiali saluti
Dr. Paolo Mancino
[#2]
Utente
Salve Dottore,
in primis La ringrazio per la tempestiva risposta.
In merito alla questione del sovrappeso, onestamente, al di là del fatto che sono consapevole che dovrei affrontarlo, non mi ha arrecato mai disagio.
Fonti di disagio sono state invece la presenza di eiaculazione precoce, correlata dal fatto che sia potuta scaturire da mancanza di esperienza (quindi un "cane che si morde la coda", in quanto anche quest ultima cosa mi fa star male).
Un altro fattore che credo abbia inciso sulla mia insicurezza e che mi ha sempre portato disagio (affrontando il Suo punto relativo ad eventuali mancanze nel consulto precedente) è la congiuntivite allergica che mi perseguita nei mesi primaverili/estivi.
In ogni caso la sensazione è quella di aver "bruciato" un po' l' adolescenza e che i divieti siano stati parte integrante. Mi sono sentito sempre un po' col "freno a mano tirato".
Io vorrei uscire da questa sensazione di insoddisfazione e di risentimento.
Grazie in anticipo per le altre risposte
in primis La ringrazio per la tempestiva risposta.
In merito alla questione del sovrappeso, onestamente, al di là del fatto che sono consapevole che dovrei affrontarlo, non mi ha arrecato mai disagio.
Fonti di disagio sono state invece la presenza di eiaculazione precoce, correlata dal fatto che sia potuta scaturire da mancanza di esperienza (quindi un "cane che si morde la coda", in quanto anche quest ultima cosa mi fa star male).
Un altro fattore che credo abbia inciso sulla mia insicurezza e che mi ha sempre portato disagio (affrontando il Suo punto relativo ad eventuali mancanze nel consulto precedente) è la congiuntivite allergica che mi perseguita nei mesi primaverili/estivi.
In ogni caso la sensazione è quella di aver "bruciato" un po' l' adolescenza e che i divieti siano stati parte integrante. Mi sono sentito sempre un po' col "freno a mano tirato".
Io vorrei uscire da questa sensazione di insoddisfazione e di risentimento.
Grazie in anticipo per le altre risposte
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.3k visite dal 21/04/2022.
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