Pagare sedute saltate

Buongiorno, dal 15 febbraio sono seguita da una psicologa, contemporaneamente però sto vivendo un periodo particolare in quanto sto divorziando da mio marito (consensualmente ma ho fatto io la richiesta), la mia compagna (sempre presente negli ultimi 7 anni e insieme a cui ho cresciuto mio figlio) da un anno si è trasferita all'estero e io avendo un bimbo di quasi quattro anni devo dividermi tra i due paesi tra l'altro organizzando anche un matrimonio.

Sabato scorso la mia compagna e io siamo rientrate in Italia per passare la Pasqua insieme al piccolo nella casa in montagna visto che è vicino a dove poi ci sposeremo e dove ieri avevamo l'appuntamento per vedere la location, poi oggi, domani e venerdì abbiamo altri appuntamenti tutti di seguito con vari uffici dal momento che nel fine settimana poi ripartiremo e in quel poco tempo rimasto vorrei stare anche con mio figlio, questo ha reso necessario quindi che noi ieri fossimo in viaggio in macchina, infatti avrei dovuto avere la seduta (ogni due settimane), ma il 5 aprile, giorno dell'ultima seduta al momento di fissare il nuovo appuntamento, l'ho avvisata subito.

Oggi la psicologa mi manda un messaggio dicendomi che mi ricordava di effettuare il bonifico della seduta di ieri anche se non avvenuta.

Sinceramente io pensavo che avendola avvisata subito e avendo fissato l'appuntamento direttamente quasi un mese dopo, pagassi solo la prossima seduta considerando in più diversi fattori: io quando sono in Italia prendo 30 alla settimana, ma ho anche da pagare l'avvocato per il divorzio (matrimonio a parte che per quello ci penseranno i vari parenti), ho da mantenere un figlio, la psicologa riesco a pagarla, ma pagare senza aver avuto neanche l'appuntamento mi scoccia parecchio, avendola avvisata prima di fissare l'appuntamento...
Secondo voi è corretto?
Posso fare qualcosa nel caso?
Non so, magari precisare la questione con la psicologa ad esempio...
Vi ringrazio
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
ovviamente la prima cosa da fare è precisare la questione con la psicologa.
Valuti bene se c'era stata chiarezza sul fatto che non ci sarebbe stata alcuna seduta, né in presenza né online. Scrive: "il 5 aprile, giorno dell'ultima seduta al momento di fissare il nuovo appuntamento l'ho avvisata subito".
Di cosa esattamente l'ha avvisata? Dei vari spostamenti a cui sarebbe andata incontro, tali da impedirle la seduta anche online? Delle sue difficoltà economiche? Scrive: "quando sono in Italia prendo 30 alla settimana"... 30 cosa?
Se è stato così, questo non è disdire un appuntamento e lasciare libero il professionista di impiegare diversamente il proprio tempo.
C'è inoltre la possibilità che nel contratto da lei firmato prima di iniziare le sedute si escluda esplicitamente che un pagamento possa essere saltato, se non per gravi ragioni regolarmente elencate. Rilegga il contratto.
Infine può darsi che la psicologa si sia sbagliata, non abbia registrato la sua comunicazione di disdetta della seduta e annulli la richiesta di pagamento. Spero per lei che la cosa si risolva così.
Le auguro ogni felicità nel suo prossimo matrimonio.
Una raccomandazione: i dati anagrafici sulla sua scheda sono sbagliati. La prego di rettificarli.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Buongiorno, la ringrazio per aver risposto.
Allora, con la mia psicologa faccio solo sedute online infatti non ne ho mai persa una neanche quando sono all'estero.
La mia psicologa sa la mia situazione economica/familiare essendo tra gli argomenti che trattiamo quindi ad ogni seduta è informata dei miei impegni in merito.
Con lei ho sedute ogni due settimane indicativamente il martedì, ma fissiamo definitivamente però ogni volta alla fine del precedente colloquio. Il 5 aprile abbiamo trattato la mia difficoltà nel godermi i momenti con mio figlio e la mia compagna in quanto fino all'altro giorno non sapevo la data dell'udienza per il divorzio ed avevo fretta per paura di non poter partire per l'estero per chissà quanto tempo, quindi lei mi ha detto di farmi la mia vita e non adattarmi esclusivamente all'avvocato per cui se io ho degli impegni com'è giusto che sia e l'avvocato mi dice un giorno che a me non va bene, posso dirglielo e trovare una soluzione visto che ho comunque urgenza. Quando alla fine poi mi ha chiesto se ci saremmo riviste il 19 aprile così da fissare l'appuntamento, le ho subito spiegato i miei impegni di questa settimana e lei mi ha chiesto quindi se rinunciassi alla mia ora che mi sarebbe spettata indicativamente e quindi prendessimo direttamente appuntamento per il 3 maggio o se volessi un appuntamento in un altro giorno, però le ho spiegato la mia impossibilità quindi abbiamo fissato direttamente il 3.

Riguardo a quanto prendo settimanalmente intendevo 30 (sto scrivendo dal telefono e mi sono accorta soltanto adesso che non era stato inserito il simbolo)

Mi scusi, cosa intende per "dati anagrafici sbagliati" ? Ho verificato sul mio profilo e non ho capito cosa intenda Lei.

La ringrazio nuovamente
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
se con la psicologa avevate fissato la data del 3 maggio annullando la seduta del 19 aprile non dovrebbero esserci problemi a non pagare, a meno che nel contratto da lei firmato non sia scritto che lei pagherà in ogni caso una seduta ogni 15 giorni, anche se non effettuata.
Continuo a non capire cosa intenda con le parole "prendo 30 alla settimana".
Se fossero 30 euro sarebbe inverosimile: nessun lavoro frutta solo 4 euro al giorno. Questo però non ha importanza, se non per indicare una certa sua confusione.
I dati anagrafici, per esempio, dicono che lei è nata nel 1999. Però ci scrive che è già sposata, prossima al divorzio, e che ha una compagna "sempre presente negli ultimi 7 anni e insieme a cui ho cresciuto mio figlio".
Scusi, a che età si è sposata e ha avuto un figlio, se a 16 anni aveva già la compagna di cui adesso ci parla?
Lei capisce che per aiutare gli utenti dobbiamo almeno capire come stanno le cose più elementari.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Buongiorno, le scrivo la parola completa perché ho problemi a inserire il simbolo evidentemente, si intendevo 30 euro ma vado solo una volta alla settimana a fare le pulizie da una persona dalle 16 alle 17:30, mi creda per quello che mi fa fare è giusto (siamo andati insieme a consultare agenzie per confrontare i costi prima di propormi la cifra). Ho provato a cercare per molto tempo altri lavori ma ogni volta mi rispondono che non hanno bisogno di me così questa persona mi ha fatto questo favore avendo bisogno già di qualcuno che pulisse la sua casa.
Si la mia compagna è presente da 7 anni perché era la migliore amica di mio marito l'ho conosciuta il giorno in cui io e lui ci siamo messi insieme e da li è nato un bellissimo legame. È sempre stata presente per mio figlio e si è occupata lei del bimbo insieme a me perché il padre nonostante abitasse con noi, non aveva partecipato alla vita del figlio fino alla mia intenzione di separarmi, ma io e lei non stiamo insieme dallo stesso tempo. Le spiego, ho conosciuto mio marito nel 2013, ma ci siamo messi insieme due anni dopo mi, mi sono sposata a 18 anni, mio figlio è nato che ne avevo 19 e adesso ha 4 anni, quando ho deciso di separarmi da mio marito sono andata io via di casa e se prima la mia vita consisteva nel crescere il bimbo con lei e con mio marito che facesse avanti e indietro da casa per gli affari suoi incurante del fatto di avere un figlio in quel momento ho cominciato a vivere senza di lui e crescendo il bimbo abbiamo capito che c'era qualcosa, pensando anche a comportamenti sempre avuti ma sottovalutati.
Con questo però ci tengo a precisare che non mi pento di essermi sposata con lui, in quel momento era la cosa giusta perché sentivo di volerlo, mio figlio l'ho voluto con tutta me stessa e mi pento solo di avergli dato un padre che non è stato sincero con me fin da subito e anche con lui (solo quando sono rimasta incinta mi ha detto che lui non lo voleva, prima sosteneva di voler un figlio e per questo avevamo cominciato a cercarlo).
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
la ringrazio dei chiarimenti che ci ha dato.
Le auguro soprattutto di trovare un lavoro continuativo. Come le sue vicende personali le hanno certamente insegnato non c'è niente di più importante dell'indipendenza economica, specie quando si hanno figli.
Un lavoro di un'ora e mezza alla settimana, anche se superpagato, non dà l'indipendenza, ma affidandosi ad un'agenzia può trovare altro.
Le sue scelte in un'età così precoce fanno pensare che non si sia formata nella cultura italiana. I suoi genitori le sono vicini? Di dove sono? Ha frequentato la scuola?
Le parole "non mi pento di essermi sposata con lui, in quel momento era la cosa giusta perché sentivo di volerlo, mio figlio l'ho voluto con tutta me stessa e mi pento solo di avergli dato un padre che non è stato sincero con me fin da subito e anche con lui", dette da un'adolescente, fanno pensare che finora ha corso troppo.
Lei ha conosciuto suo marito, lo ha sposato e ha voluto un figlio quando ancora non aveva compreso di essere omosessuale; dovrebbe capire che non è stato lui ad ingannare lei, ma il contrario.
Si può temere che nemmeno ora lei sia davvero certa delle sue scelte.
Forse è opportuno che si fermi a riflettere, prima di fare altri passi impegnativi.
Le ripeto che l'importante per crescere è l'indipendenza, il lavoro, non il matrimonio e purtroppo nemmeno la maternità.
Ci pensi. Lavori a fondo con la sua psicologa.
Le faccio tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#6]
Utente
Utente
Io sono di origini italiane, la situazione con i miei genitori è particolare e devo ammettere che da nonni sono presenti è sono felicissimi di esserlo.
Io non mi ritengo omosessuale nè di aver ingannato mio marito in quanto verso di lui in quel momento avevo interesse, non l'avrei sposato altrimenti, il fatto che io me ne sia andata di casa non ha nulla a che vedere con la relazione ma perché mi metteva le mani addosso e non accudiva suo figlio né l'ambiente domestico, è stato solo dopo essermene andata via che ho capito di provare qualcosa per la mia compagna che tra l'altro si considera un maschio e ha tratti, abbigliamento e atteggiamenti come tale, verso qualunque ragazza femmina a tutti gli effetti non provo alcun interesse ad esempio e comunque mi interessano alcuni ragazzi (a tutti gli effetti) ma dipende da quali ovviamente.
Io sento di aver fatto la scelta giusta, si solo con una persona che solo dopo ho capito chi fosse realmente, i miei sentimenti non c'entrano nulla.
Mio figlio l'ho avuto dopo un anno di ricerca tra cui un aborto spontaneo, mio marito in quel momento era perfettamente d'accordo salvo poi modificare la versione e proprio in quel momento ho capito chi fosse veramente quel ragazzo.
Ho agito con consapevolezza sotto certi punti di vista e inconsapevolmente per altri aspetti, ma non sono una che fa le cose senza sapere cosa prova o che inganna, solo non sapevo dei disturbi comportamentali che lui avesse perché mia suocera non li ha mai accettati quindi li nega a chiunque, di conseguenza li ho scoperti sulla mia pelle.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
ora capisco un po' di più della sua attuale relazione, non però del suo rapporto coi genitori e del tipo di cultura nel quale è cresciuta.
Tutto questo comunque non riguarda la sua domanda iniziale, alla quale spero di aver risposto.
Rimane essenziale la necessità di continuare la terapia e quella di trovare un lavoro che la renda autonoma.
Spero che lei stessa lo comprenda e lo desideri, per sé e anche per suo figlio.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#8]
Utente
Utente
Mia mamma a causa di un incidente sul lavoro mentre anni fa lavorava nel reparto di malattie infettive, ha un disturbo ossessivo compulsivo che però quando io ero piccola era molto più elevato tanto da rendermi impossibile una vita da bambina/ragazzina e poi adolescente normale
Quando ero stata fuori non potevo toccare nulla in casa senza prima essermi fatta la doccia per esempio, lei focalizzava tutto solo sulla contaminazione per cui non mi toccava mai a meno che lei non avesse lavorato quindi si considerasse "infetta" altrimenti se anche solo mi sfiorava per sbaglio partivano degli urli,in ogni caso non mi abbracciava mai e con me è sempre stata fredda emotivamente , quando stavo male qui di ero a casa, avrei voluto averla vicina invece finché non si faceva la doccia mi stava distante e quando mi si avvicinava era solo per vedere se avevo la febbre poi se ne andava (parlo anche da bambina piccola ovviamente io non ho ricordi di questo è per quell'età mi baso sui racconti dei parenti) poi quando avevo 11 anni ha avuto una grave emorragia cerebrale che ha aggravato i suoi sintomi. Mio papà ha un disturbo d'ansia e a volte sveniva anche durante le sue attività quotidiane, era frustrato per la relazione con mia mamma e si sfogava con me trovando ogni pretesto per arrabbiarsi anche per futili motivi ma cercava sempre un aiuto che esempio a 4/5/10 anni non potevo dargli perché avrei avuto io bisogno del suo aiuto per crescere, non potevo stare insieme ad entrambi perché appena stavano insieme litigavano per le manie di mia mamma che mio papà non è mai riuscito a capire e accettare né prima dell' emorragia ne dopo.
Io quando ho scoperto di essere incinta ho aspettato la fine del terzo trimestre per dirlo ad entrambi, la prima fu la mia attuale compagna, poi il giorno dopo lo dissi a mio marito quando lo vidi e poco dopo ad una zia di mia mamma che mi fece da nonna fin dalla nascita.
Mia mamma fu felicissima di diventare nonna, mio papà invece la prese male perché sapeva che non sarei più stata solo figlia e sentiva si avermi un po' persa ma quando la mia nonna paterna stette male e scoprirono che aveva un tumore ormai in metastasi lui capì anche in base a ciò che gli aveva detto la madre che era la mia vita, avere un figlio non voleva dire che io non ci fossi più per lui/loro. Mia nonna morì dopo un mese dalla nascita di mio figlio, da quel momento mi incitò ad essere la mamma che lui non aveva avuto (per problemi di alcolismo) e lui cominciò ad essere il nonno che a me è sempre mancato come gli dicevo più volte, con l'arrivo di mio figlio mia mamma calò i suoi disturbi e fin dal primo momento lo abbraccia, non importa se è stato fuori casa, se ha giocato con i sassi, lei si fa abbracciare, se lo vede un po' triste gli chiede cosa succeda e il riposino pomeridiano lo fanno insieme.
Il fatto di avere un figlio è perché ho avuto un istinto materno precoce, non è basato sulla cultura, ma al mio desiderio di diventare madre
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
grazie per la condivisione.
Un abbraccio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com