Esclusione sociale
L'aperitivo è esteso anche a me?
No.
A te no.
Grazie, che gentile.
Prego.
Questa è l'esatta conversazione avuta con un collega.
Io sono la sola ad avere un contratto part time a tempo determinato.
Mentre gli altri hanno contratto full time a tempo indeterminato.
I colleghi parlavano di un aperitivo dopo il lavoro, per farci gli auguri.
Il collega, al quale ho chiesto, aveva detto "chi vuole si aggrega".
Evidentemente non valeva per me.
Io ho sempre avuto un principio, Non prego i santi, figuriamoci la gente.
In quel momento balordo sono venuta meno al mio principio, ho cercato di aggregarmi ed è andata così.
Imbarazzo, vergogna, umiliazione.
Senso di colpa - colpa mia -, nessuno mi aveva chiesto apertamente di partecipare, cosa diavolo l'ho chiesto a fare, per sentire dare la conferma che non mi vogliono?
Comunque, il collega cui ho chiesto, era quello con cui parlavo di più.
Figuriamoci gli altri.
Ora non gli rivolgo la parola, non riesco neanche a sollevare lo sguardo, poiché provo disgusto.
Arriviamo al nocciolo della questione, io voglio un contratto a tempo indeterminato.
Non voglio problemi.
Vorrei tornare a comportarmi come prima ma non ci riesco.
Lui, per qualche giorno mi ha rivolto la parola e io nemmeno ho alzato lo sguardo, perché non ci riesco.
Oggi una collega mi ha chiesto se per caso avessi litigato con lui, o c'è la avessi con lui per qualcosa.
Sorriso falsissimo, e mia risposta: assolutamente no, e perché dovrei?
Di quella non mi fido per niente.
Come posso tornare a comportarmi come prima, se non ci riesco?
Non vorrei qualche chiacchiera spiacevole che possa arrivare al capo e influire sul rinnovo del mio contratto.
Grazie mille a chiunque mi risponderà
No.
A te no.
Grazie, che gentile.
Prego.
Questa è l'esatta conversazione avuta con un collega.
Io sono la sola ad avere un contratto part time a tempo determinato.
Mentre gli altri hanno contratto full time a tempo indeterminato.
I colleghi parlavano di un aperitivo dopo il lavoro, per farci gli auguri.
Il collega, al quale ho chiesto, aveva detto "chi vuole si aggrega".
Evidentemente non valeva per me.
Io ho sempre avuto un principio, Non prego i santi, figuriamoci la gente.
In quel momento balordo sono venuta meno al mio principio, ho cercato di aggregarmi ed è andata così.
Imbarazzo, vergogna, umiliazione.
Senso di colpa - colpa mia -, nessuno mi aveva chiesto apertamente di partecipare, cosa diavolo l'ho chiesto a fare, per sentire dare la conferma che non mi vogliono?
Comunque, il collega cui ho chiesto, era quello con cui parlavo di più.
Figuriamoci gli altri.
Ora non gli rivolgo la parola, non riesco neanche a sollevare lo sguardo, poiché provo disgusto.
Arriviamo al nocciolo della questione, io voglio un contratto a tempo indeterminato.
Non voglio problemi.
Vorrei tornare a comportarmi come prima ma non ci riesco.
Lui, per qualche giorno mi ha rivolto la parola e io nemmeno ho alzato lo sguardo, perché non ci riesco.
Oggi una collega mi ha chiesto se per caso avessi litigato con lui, o c'è la avessi con lui per qualcosa.
Sorriso falsissimo, e mia risposta: assolutamente no, e perché dovrei?
Di quella non mi fido per niente.
Come posso tornare a comportarmi come prima, se non ci riesco?
Non vorrei qualche chiacchiera spiacevole che possa arrivare al capo e influire sul rinnovo del mio contratto.
Grazie mille a chiunque mi risponderà
[#1]
Gentile utente,
lei ci racconta la sua percezione dei fatti, e basandomi su quella, non serve uno specialista per ipotizzare che ce l'abbiano con lei per qualche motivo. Forse ha un comportamento che non gradiscono, o forse non l'hanno ben accettata per qualche motivo che ovviamente non siamo in grado di stabilire, non lo sa lei, figuriamoci noi... tuttavia, cosa avrebbe potuto fare di così spiacevole da irritarli così tanto senza neanche rendersene conto?
Mi chiedo, non potrebbe essere che alla base di questo invece si nasconda un pregiudizio, magari da parte di entrambi?
Non è che quel "no" magari fosse una battuta, un gioco, dato che l'invito era aperto a tutti?
Lei è andata comunque all'aperitivo, ma ci è andata con "Imbarazzo, vergogna, umiliazione.
Senso di colpa " mi chiedo, come sarebbe potuto essere per lei un lieto evento?
"Lui, per qualche giorno mi ha rivolto la parola e io nemmeno ho alzato lo sguardo," qui agli occhi del collega sembra lei a non accettare lui. Tanto è vero che è interrvenuto l'altro collega per chiederne il motivo.
"Sorriso falsissimo," chi lo stabilisce che era falsissimo? "e mia risposta: assolutamente no, e perché dovrei?" qui sembra che abbia anche voluto chiudere l'argomento, senza possibilità di chiarimento. "Di quella non mi fido per niente" ha fatto qualcosa di esplicito per non meritare la sua fiducia?
"Non vorrei qualche chiacchiera spiacevole che possa arrivare al capo e influire sul rinnovo del mio contratto".
Cara utente, mi è impossibile stabilire se la sua versione sia totalmente oggettiva o se si tratti della seconda ipotesi che le ho proposto. Tuttavia le dico che un pò di atteggiamento "paranoico" mi sembra di scorgerlo nel suo racconto e in questo caso forse non riesce a vedere in modo obiettivo l'accaduto.
Spero di essere stato d'aiuto
resto a disposizione
lei ci racconta la sua percezione dei fatti, e basandomi su quella, non serve uno specialista per ipotizzare che ce l'abbiano con lei per qualche motivo. Forse ha un comportamento che non gradiscono, o forse non l'hanno ben accettata per qualche motivo che ovviamente non siamo in grado di stabilire, non lo sa lei, figuriamoci noi... tuttavia, cosa avrebbe potuto fare di così spiacevole da irritarli così tanto senza neanche rendersene conto?
Mi chiedo, non potrebbe essere che alla base di questo invece si nasconda un pregiudizio, magari da parte di entrambi?
Non è che quel "no" magari fosse una battuta, un gioco, dato che l'invito era aperto a tutti?
Lei è andata comunque all'aperitivo, ma ci è andata con "Imbarazzo, vergogna, umiliazione.
Senso di colpa " mi chiedo, come sarebbe potuto essere per lei un lieto evento?
"Lui, per qualche giorno mi ha rivolto la parola e io nemmeno ho alzato lo sguardo," qui agli occhi del collega sembra lei a non accettare lui. Tanto è vero che è interrvenuto l'altro collega per chiederne il motivo.
"Sorriso falsissimo," chi lo stabilisce che era falsissimo? "e mia risposta: assolutamente no, e perché dovrei?" qui sembra che abbia anche voluto chiudere l'argomento, senza possibilità di chiarimento. "Di quella non mi fido per niente" ha fatto qualcosa di esplicito per non meritare la sua fiducia?
"Non vorrei qualche chiacchiera spiacevole che possa arrivare al capo e influire sul rinnovo del mio contratto".
Cara utente, mi è impossibile stabilire se la sua versione sia totalmente oggettiva o se si tratti della seconda ipotesi che le ho proposto. Tuttavia le dico che un pò di atteggiamento "paranoico" mi sembra di scorgerlo nel suo racconto e in questo caso forse non riesce a vedere in modo obiettivo l'accaduto.
Spero di essere stato d'aiuto
resto a disposizione
Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it
[#2]
Utente
Buongiorno, grazie per la risposta.
No, io non sono andata all'aperitivo, poiché non mi è stato detto il locale dove sarebbero andati.
E dopo una risposta così, non ho chiesto più nulla.
Forse io mi sono resa sgradevole senza rendermene conto.
Ma pure il collega non brilla per lungimiranza, dopo una risposta del genere non capisce perché gli ho tolto il saluto e chiede alla collega come mai lo ignoro.
Cercherò di avere un comportamento cordiale ma distaccato. Per non avere problemi e per non illudermi più di fare squadra con loro dopo il lavoro. E cercherò di tenere bene in mente il mio obiettivo, contratto a tempo indeterminato
No, io non sono andata all'aperitivo, poiché non mi è stato detto il locale dove sarebbero andati.
E dopo una risposta così, non ho chiesto più nulla.
Forse io mi sono resa sgradevole senza rendermene conto.
Ma pure il collega non brilla per lungimiranza, dopo una risposta del genere non capisce perché gli ho tolto il saluto e chiede alla collega come mai lo ignoro.
Cercherò di avere un comportamento cordiale ma distaccato. Per non avere problemi e per non illudermi più di fare squadra con loro dopo il lavoro. E cercherò di tenere bene in mente il mio obiettivo, contratto a tempo indeterminato
[#3]
Mi scusi, avevo interpretato male riguardo all'aperitivo.
Forse comunque sarebbe stato bene chiarire perché sia sia sentita offesa con il collega invece che lasciare andare la cosa in modo ambiguo.
Comunque lavorare in condizioni del genere non lo augurerei a nessuno, anche se capisco che l'obiettivo sia importante.
In bocca al lupo
Forse comunque sarebbe stato bene chiarire perché sia sia sentita offesa con il collega invece che lasciare andare la cosa in modo ambiguo.
Comunque lavorare in condizioni del genere non lo augurerei a nessuno, anche se capisco che l'obiettivo sia importante.
In bocca al lupo
Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.7k visite dal 20/04/2022.
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