Problemi relazionali
Salve, da circa un anno sento di avere problemi relazionali.
Quando avevo 17 anni mi sono fidanzata con un coetaneo con cui sono stata per tre anni.
Ma dopo due anni e mezzo mi ha tradita e io lo perdonato.
Siamo stati insieme altri sei mesi poi mi ha lasciata per un' altra.
Inutile dire che quegli ultimi mesi sono stati un inferno.
Litigi continui.
Non avrei mai pensato di poter perdonare un tradimento ma quando mi è capitato non concepivo l'idea di chiudere la relazione.
Era come se fossi completamente assopita.
Apparte lui non avevo nulla, a scuola non parlavo con nessuno e di amici non ne avevo pochi (non mi ci trovavo poi tanto bene).
Sapevo che se avessi chiuso la relazione sarei sprofondata nella noia che è cento volte peggio del dolore.
È in effetti è stato così.
Quando mi ha lasciata sono stata molto male, ma ho cominciato a uscire ogni sera.
Ma mi sono accorta che ogni volta che lo facevo mi annoiavo da morire e non vedevo l'ora di tornare a casa.
Così a un certo punto ho smesso.
Da circa un anno sto tutto il tempo a casa (frequento l'universitá online e non lavoro).
Certe volte sono serena altre ho dei momento down perchè sento di non stare bene.
Vorrei avere degli amici e una relazione.
Ma è come se non riuscissi a legarmi a nessuno.
In questi momenti cerco di uscire con gli amici nella speranza di trovare qualcosa di diverso.
Ma sembra che questo mi deprima ancora di più quindi mi rintano in casa per altri quattro mesi.
Inoltre da un po' di mesi provo questo forte odio nei confronti di mio padre.
È sempre stato aggressivo e svalutante.
Gli insulti gratuiti con lui sono sempre stati all'ordine del giorno.
Quando ero più piccola pensavo fosse normale ma crescendo mi sono accorta che non è così.
Per questo non riesco a non odiarlo e questa cosa mi sta consumando.
Spesso quando sono da sola mi immagino situazioni in cui lui mi insulta o mi umilia pubblicamente (contesto immaginario mai accaduto, anche se gli insulti ci sono stati) e inizio a parlare, sclerare da sola immaginando di rispondergli in quel contesto.
È una cosa strana che non riesco a controllare.
Credo di star impazzendo.
Da qualche mese sto cercando di ricominciare a vivere, vanno in universitá, esco ecc.
Ma sembra che non sia cambiato niente.
Vorrei socializzare ma appena qualcuno mi parla lo vivo come un peso, come se non avessi nulla da dire e mi sentissi in dovere di portare avanti una conversazione che non voglio.
Quando esco con gli amici faccio sempre in modo che ci sia un gruppo di almeno tre persone.
Questo perchè non ho mai nulla da dire e spesso mi pesa chiacchierare e se ci sono più persone che parlano tra di loro è meno imbarazzante.
È come se ormai fossi diventata vuota, quasi apatica.
Quando avevo 17 anni mi sono fidanzata con un coetaneo con cui sono stata per tre anni.
Ma dopo due anni e mezzo mi ha tradita e io lo perdonato.
Siamo stati insieme altri sei mesi poi mi ha lasciata per un' altra.
Inutile dire che quegli ultimi mesi sono stati un inferno.
Litigi continui.
Non avrei mai pensato di poter perdonare un tradimento ma quando mi è capitato non concepivo l'idea di chiudere la relazione.
Era come se fossi completamente assopita.
Apparte lui non avevo nulla, a scuola non parlavo con nessuno e di amici non ne avevo pochi (non mi ci trovavo poi tanto bene).
Sapevo che se avessi chiuso la relazione sarei sprofondata nella noia che è cento volte peggio del dolore.
È in effetti è stato così.
Quando mi ha lasciata sono stata molto male, ma ho cominciato a uscire ogni sera.
Ma mi sono accorta che ogni volta che lo facevo mi annoiavo da morire e non vedevo l'ora di tornare a casa.
Così a un certo punto ho smesso.
Da circa un anno sto tutto il tempo a casa (frequento l'universitá online e non lavoro).
Certe volte sono serena altre ho dei momento down perchè sento di non stare bene.
Vorrei avere degli amici e una relazione.
Ma è come se non riuscissi a legarmi a nessuno.
In questi momenti cerco di uscire con gli amici nella speranza di trovare qualcosa di diverso.
Ma sembra che questo mi deprima ancora di più quindi mi rintano in casa per altri quattro mesi.
Inoltre da un po' di mesi provo questo forte odio nei confronti di mio padre.
È sempre stato aggressivo e svalutante.
Gli insulti gratuiti con lui sono sempre stati all'ordine del giorno.
Quando ero più piccola pensavo fosse normale ma crescendo mi sono accorta che non è così.
Per questo non riesco a non odiarlo e questa cosa mi sta consumando.
Spesso quando sono da sola mi immagino situazioni in cui lui mi insulta o mi umilia pubblicamente (contesto immaginario mai accaduto, anche se gli insulti ci sono stati) e inizio a parlare, sclerare da sola immaginando di rispondergli in quel contesto.
È una cosa strana che non riesco a controllare.
Credo di star impazzendo.
Da qualche mese sto cercando di ricominciare a vivere, vanno in universitá, esco ecc.
Ma sembra che non sia cambiato niente.
Vorrei socializzare ma appena qualcuno mi parla lo vivo come un peso, come se non avessi nulla da dire e mi sentissi in dovere di portare avanti una conversazione che non voglio.
Quando esco con gli amici faccio sempre in modo che ci sia un gruppo di almeno tre persone.
Questo perchè non ho mai nulla da dire e spesso mi pesa chiacchierare e se ci sono più persone che parlano tra di loro è meno imbarazzante.
È come se ormai fossi diventata vuota, quasi apatica.
[#1]
I problemi relazionali, insieme alla conoscenza di sè, hanno un peso enorme nela ricerca di salute, stabilità emotiva e sicurezza, e per questo motivo sono da affrontare e poter, per quanto possibile, trovare un equilibrio. L'indicazione pertanto è di riflettere in modo sereno sulle difficoltà che incontri realmente nel rapporto con gli altri, anche facendoti aiutare da qualcuno. Comunque, la difficoltà maggiore resta l'affettività e il rapporto con la figura paterna, anche in questa situazione occorre trovare un dialogo che consenta di chiarire tutte le questioni, reali o di immaginazione.
In un colloquio con tuo padre, dovresti sforzarti di chiarire tutte le tensioni che provi nel rapporto in modo da stabilire come stanno le cose, l'apertura e la trasparenza sono indispensabili per ricostruire un vero rapporto di scambio. Solo così potresti provare un senso di appartenenza alla famiglia e avere una base sicura.
In un colloquio con tuo padre, dovresti sforzarti di chiarire tutte le tensioni che provi nel rapporto in modo da stabilire come stanno le cose, l'apertura e la trasparenza sono indispensabili per ricostruire un vero rapporto di scambio. Solo così potresti provare un senso di appartenenza alla famiglia e avere una base sicura.
Dr. Renato Vignati - Psicologo Psicoterapeuta - FERMO
Specializzato in Psicoterapia individuale e familiare
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 925 visite dal 16/04/2022.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.