Non so cosa mi succede
Salve dottori, é da un po’ di tempo che non mi riconosco più.
Tutto é partito da degli attacchi di panico che mi hanno spaventato tremendamente.
Dopo i primi attacchi mi sono chiuso in casa (sbagliando, lo so) per paura di avere un attacco di panico magari in giro insieme agli amici e non poter essere assistito.
Quando la situazione é diventata insostenibile (facevo fatica anche a stare da solo in casa) ho deciso di chiedere aiuto ad uno psichiatra-psicoterapeuta che mi ha diagnosticato un disturbo di panico e ansia generalizzata e mi ha prescritto alprazig (10 gocce tre volte al giorno) e Cipralex (12 gocce al mattino).
Ho iniziato la cura circa 2 mesi fa e se gli attacchi di panico veri e propri sono pressoché scomparsi ció che non passa é una sensazione di stranezza che non saprei spiegare chiaramente; vorrei tornare a fare le cose che facevo prima (uscire con i miei amici, essere spensierato com’ero fino a pochi mesi fa) ma ho come la sensazione di avere un blocco che non mi consente di farlo.
Sento la testa confusa, mi sembra di non riuscire a pensare e ho la sensazione di non riuscire a concentrarmi.
Io speravo che con la scomparsa degli attacchi di panico anche questi sintomi si affievolissero ma mi rendo conto che non é così.
É una situazione che sta diventando frustrante. Poi ho anche una paura incredibile di perdere il controllo dei miei pensieri e magari fare o dire qualcosa di inconsulto, come se stessi perdendo il controllo di me.
Sto ormai rinunciando a uscire con i miei amici perché anche con loro non mi sento spensierato e libero com’ero prima.
Tutto ció puó essere ricondotto all’ansia?
Puó essere che la mia eccessiva attenzione a questi sintomi non faccia altro che rafforzarli?
Secondo voi se riniziassi a uscire di casa questi sintomi potrebbero piano piano scomparire?
E per ultimo: la cura é adeguata secondo voi?
Tutto é partito da degli attacchi di panico che mi hanno spaventato tremendamente.
Dopo i primi attacchi mi sono chiuso in casa (sbagliando, lo so) per paura di avere un attacco di panico magari in giro insieme agli amici e non poter essere assistito.
Quando la situazione é diventata insostenibile (facevo fatica anche a stare da solo in casa) ho deciso di chiedere aiuto ad uno psichiatra-psicoterapeuta che mi ha diagnosticato un disturbo di panico e ansia generalizzata e mi ha prescritto alprazig (10 gocce tre volte al giorno) e Cipralex (12 gocce al mattino).
Ho iniziato la cura circa 2 mesi fa e se gli attacchi di panico veri e propri sono pressoché scomparsi ció che non passa é una sensazione di stranezza che non saprei spiegare chiaramente; vorrei tornare a fare le cose che facevo prima (uscire con i miei amici, essere spensierato com’ero fino a pochi mesi fa) ma ho come la sensazione di avere un blocco che non mi consente di farlo.
Sento la testa confusa, mi sembra di non riuscire a pensare e ho la sensazione di non riuscire a concentrarmi.
Io speravo che con la scomparsa degli attacchi di panico anche questi sintomi si affievolissero ma mi rendo conto che non é così.
É una situazione che sta diventando frustrante. Poi ho anche una paura incredibile di perdere il controllo dei miei pensieri e magari fare o dire qualcosa di inconsulto, come se stessi perdendo il controllo di me.
Sto ormai rinunciando a uscire con i miei amici perché anche con loro non mi sento spensierato e libero com’ero prima.
Tutto ció puó essere ricondotto all’ansia?
Puó essere che la mia eccessiva attenzione a questi sintomi non faccia altro che rafforzarli?
Secondo voi se riniziassi a uscire di casa questi sintomi potrebbero piano piano scomparire?
E per ultimo: la cura é adeguata secondo voi?
[#1]
Gentile Utente,
gli attacchi di panico che lei vive rappresentano una via di espressione estrema del disagio e delle preoccupazioni che lei si ritrova a vivere.
La cura farmacologica che le ha prescritto lo psichiatra le permette di gestire queste sensazioni fisiche spiacevoli e a volte invalidanti per lei, ma non possono agire sulle cause che la portano a vivere l'ansia che poi sfocia negli attacchi di panico.
Le do questo spunto di riflessione: non è l'ansia a farla star male, ma è il suo malessere a generarle l'ansia.
La invito quindi a iniziare un percorso di psicoterapia in cui potrà approfondire i pensieri che la tormentano e i sintomi su cui lei pone tanta attenzione, in modo da andare ad agire sulle cause della sua ansia piuttosto che occuparsi solo di curarne la sintomatologia acuta.
Per quanto riguarda la sua domanda sull'efficacia della cura, non spetta a noi psicologi o psicoterapeuti rispondere, in quanto non siamo dei medici.
Saluti.
gli attacchi di panico che lei vive rappresentano una via di espressione estrema del disagio e delle preoccupazioni che lei si ritrova a vivere.
La cura farmacologica che le ha prescritto lo psichiatra le permette di gestire queste sensazioni fisiche spiacevoli e a volte invalidanti per lei, ma non possono agire sulle cause che la portano a vivere l'ansia che poi sfocia negli attacchi di panico.
Le do questo spunto di riflessione: non è l'ansia a farla star male, ma è il suo malessere a generarle l'ansia.
La invito quindi a iniziare un percorso di psicoterapia in cui potrà approfondire i pensieri che la tormentano e i sintomi su cui lei pone tanta attenzione, in modo da andare ad agire sulle cause della sua ansia piuttosto che occuparsi solo di curarne la sintomatologia acuta.
Per quanto riguarda la sua domanda sull'efficacia della cura, non spetta a noi psicologi o psicoterapeuti rispondere, in quanto non siamo dei medici.
Saluti.
Dr. Stefano Cozzolino - Psicologo
cozzolinostefanopsy@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 14/04/2022.
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