Impotenza e depressione
A causa di un disturbo ossessivo, incentrato sulla paura di sviluppare idee deliranti e di commettere azioni autolesive, sto seguendo da otto mesi una terapia farmacologica in parallelo con la a tcc.
La sertralina, però, sta influendo pesantemente sulla mia funzionalità sessuale: lo stimolo mentale non si traduce più in una reazione fisica adeguata, tanto che ho ormai difficoltà perfino nell'autoerotismo, oltre ad essere reduce da un inverecondo insuccesso nell'unica occasione amorosa che mi sia capitata in questo periodo, proprio qualche sera fa.
Ma già da prima di questo fallimentare incontro avvertivo in me un cambiamento sospetto: da tempo i pensieri legati al sesso si erano fatti molto meno frequenti rispetto a quando non assumevo il farmaco.
A seguito del recente flop tra le lenzuola provo un senso di vergogna e umiliazione: mi sembra di dover cambiare il concetto che avevo di me stesso, perché le mie certezze sono venute meno.
Fino a un anno fa, avevo piacere ad avvicinarmi alle donne e la prospettiva di una avventura mi caricava di entusiasmo, mentre ora devo rinunciare: non posso più permettermi nemmeno di guardarle ormai... Eliminata questa parte dell'esistenza, cosa mi resta?
Vivere mi sembra inutile e penoso; fatico ad accettare questa mia nuova condizione, che mi appare insopportabile.
La mia psicologa mi esorta a cercare altri interessi al di fuori del sesso, ma mi accorgo di non avere voglia di fare niente: trascorro le giornate in modo squallido e vuoto, incapace di trovare qualcosa a cui dedicarmi, perché in niente trovo più piacere.
Ciò che mi stupisce è che l'antidepressivo, anziché darmi impulso e voglia di fare, mi abbia paradossalmente abbattuto peggio di quando ancora non avevo iniziato a curarmi: mi sento sempre stanco e privo di volontà, come svuotato.
Secondo lo psichiatra dovrei aumentare il dosaggio del farmaco: ma ho paura che così facendo perderei anche quel residuo di vitalità sessuale.
E in più, da quando ho avuto la prova che a letto non posso più fare niente, sono tornate ad acutizzarsi le ossessioni, che il farmaco teneva come anestetizzate, di pari passo con un repentino tracollo del tono dell'umore, tanto che in questo momento, di ritorno dalla seduta settimanale, mi sento spaventato da alcune angoscianti immagini che mi attraversano involontarie la mente...
La sertralina, però, sta influendo pesantemente sulla mia funzionalità sessuale: lo stimolo mentale non si traduce più in una reazione fisica adeguata, tanto che ho ormai difficoltà perfino nell'autoerotismo, oltre ad essere reduce da un inverecondo insuccesso nell'unica occasione amorosa che mi sia capitata in questo periodo, proprio qualche sera fa.
Ma già da prima di questo fallimentare incontro avvertivo in me un cambiamento sospetto: da tempo i pensieri legati al sesso si erano fatti molto meno frequenti rispetto a quando non assumevo il farmaco.
A seguito del recente flop tra le lenzuola provo un senso di vergogna e umiliazione: mi sembra di dover cambiare il concetto che avevo di me stesso, perché le mie certezze sono venute meno.
Fino a un anno fa, avevo piacere ad avvicinarmi alle donne e la prospettiva di una avventura mi caricava di entusiasmo, mentre ora devo rinunciare: non posso più permettermi nemmeno di guardarle ormai... Eliminata questa parte dell'esistenza, cosa mi resta?
Vivere mi sembra inutile e penoso; fatico ad accettare questa mia nuova condizione, che mi appare insopportabile.
La mia psicologa mi esorta a cercare altri interessi al di fuori del sesso, ma mi accorgo di non avere voglia di fare niente: trascorro le giornate in modo squallido e vuoto, incapace di trovare qualcosa a cui dedicarmi, perché in niente trovo più piacere.
Ciò che mi stupisce è che l'antidepressivo, anziché darmi impulso e voglia di fare, mi abbia paradossalmente abbattuto peggio di quando ancora non avevo iniziato a curarmi: mi sento sempre stanco e privo di volontà, come svuotato.
Secondo lo psichiatra dovrei aumentare il dosaggio del farmaco: ma ho paura che così facendo perderei anche quel residuo di vitalità sessuale.
E in più, da quando ho avuto la prova che a letto non posso più fare niente, sono tornate ad acutizzarsi le ossessioni, che il farmaco teneva come anestetizzate, di pari passo con un repentino tracollo del tono dell'umore, tanto che in questo momento, di ritorno dalla seduta settimanale, mi sento spaventato da alcune angoscianti immagini che mi attraversano involontarie la mente...
[#1]
Gentile utente,
sia la depressione, sia i farmaci,
entrambi deprimono il tono dell'umore e il desiderio/funzionamento sessuale.
Tanto che non è poi così facile - nella singola situazione - capire quale delle due variabili produca maggior danno in ambito sessuale.
Tre riflessioni, dunque.
Ha consultato un Andrologo per provare le pilloline blu (inib. della fosfodiesterasi-5)? Non va trascurata la possibilità di un aiutìno chimico per rimediare alle conseguenze indesiderate della chimica antidepressiva .. (peraltro necessaria!)
Prenda questa indicazione come proveniente dal punto di vista della Sessuologa clinica (FISS).
Per quanto riguarda gli psicofarmaci, se già la situazione è così down come ci descrive, perchè non applicare le indicazioni farmacologiche ricevute dal Suo Psichiatra provando ad aumentare il dosaggio? Talvolta la paura di quanto potrebbe accadere ci impedisce di vivere.
Ed infine la Psicologa a cui Lei accenna. E' anche Psicoterapeuta, autorizzata cioè a curare? Lei che ci scrive segue puntualmente le indicazioni ricevute? Si trova bene con lei, sente di avere fiducia?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
sia la depressione, sia i farmaci,
entrambi deprimono il tono dell'umore e il desiderio/funzionamento sessuale.
Tanto che non è poi così facile - nella singola situazione - capire quale delle due variabili produca maggior danno in ambito sessuale.
Tre riflessioni, dunque.
Ha consultato un Andrologo per provare le pilloline blu (inib. della fosfodiesterasi-5)? Non va trascurata la possibilità di un aiutìno chimico per rimediare alle conseguenze indesiderate della chimica antidepressiva .. (peraltro necessaria!)
Prenda questa indicazione come proveniente dal punto di vista della Sessuologa clinica (FISS).
Per quanto riguarda gli psicofarmaci, se già la situazione è così down come ci descrive, perchè non applicare le indicazioni farmacologiche ricevute dal Suo Psichiatra provando ad aumentare il dosaggio? Talvolta la paura di quanto potrebbe accadere ci impedisce di vivere.
Ed infine la Psicologa a cui Lei accenna. E' anche Psicoterapeuta, autorizzata cioè a curare? Lei che ci scrive segue puntualmente le indicazioni ricevute? Si trova bene con lei, sente di avere fiducia?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Mi sento tradito dalla sertralina. Mi sentivo da diverse settimane abbastanza sereno, sebbene come appiattito a livello di emozioni e direi quasi prostrato, apatico e svuotato. Ma almeno i pensieri perturbanti mi lasciavano in pace, e questa per me era una vittoria. Preso da una fiducia che a posteriori mi appare ora eccessiva, mi sono voluto concedere una serata con una mia ex, assecondando il suo desiderio di venire a casa mia a trovarmi... Purtroppo ho fatto clamorosamente cilecca a letto, e tale insuccesso sessuale mi ha ripiombato in uno stato simile a quello in cui versano prima di iniziare la terapia otto mesi fa. Un autentico trauma, ecco come ho vissuto questa esperienza: vergogna e umiliazione, nei primi giorni, mi soffocavano, insieme alla consapevolezza che avrei dovuto rinunciare, almeno fino a quando avessi assunto sertralina, a questa parte così bella e preziosa dell'esistenza quale è il sesso. Dopo alcuni giorni è sopraggiunta una paura vaga, non addebitabile a una causa precisa, come se mi sentissi esposto a un pericolo che razionalmente ero conscio però che non esistesse. E da oggi sono tornati anche quei pensieri che non so se classificare come ossessioni o deliri: all'improvviso sorprendo pensieri assurdi che attraversano la mia mente , del tipo "e se iniziassi a credere che io non sia la persona che ora parla, che ora pensa, che dice "io"?" So che il ragionamento non ha un senso, ma mi inquieta proprio per il fatto che si sia sviluppato nella mia mente e che io non sia in grado di scacciarlo, un po' come avveniva prima di iniziare la terapia... Altra paura ossessiva molto forte è sempre stata per me quella del suicidio; ora essa si salda a quella di sviluppare una psicosi: inizio infatti a chiedermi "e se mi convincessi che questo impulso , che pure la paura mi trattiene dal compiere, mi sia ordinato da una qualche forza trascendente interna alla mia mente? Se credessi in una specie di presenza interiore che mi comanda di fare una certa azione?" So, anche in questo caso, che un simile pensiero non ha senso, e mi ripeto che non esiste nessuna entità imperante che voglia la mia morte, ma sono atterrito dall'ipotesi di crederci, di prendere per reale quella che a me per primo appare una idea infondata, e che tento di dimostrarmi di riconoscere come tale... Mi sa che ho sbagliato a consentire alla mia amica di salire su da me l'altra sera: certe angosce erano solo addormentate, ma almeno sopravvivevo decentemente...,
[#3]
Gentile utente,
non trovo riscontro alle tre riflessioni presentateLe nella risposta in #1.
Scrivere qui non significa solo sfogarsi, bensì entrare in relazione online con i contenuti che propone la/o Specialista che risponde.
Dott. Brunialti
non trovo riscontro alle tre riflessioni presentateLe nella risposta in #1.
Scrivere qui non significa solo sfogarsi, bensì entrare in relazione online con i contenuti che propone la/o Specialista che risponde.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
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