Ipocondria
Ho sempre avuto una certa propensione a preoccuparmi del mio stato di salute, ma in questo mese questa è esplosa.
A metà febbraio ho avuto una distorsione al ginocchio a seguito di una caduta con gli sci, per la quale mi è stato prescritto un tutore.
Questo ha provocato una trombosi venosa profonda (non diagnosticata alla mia prima visita al pronto soccorso) e successivamente un'embolia polmonare, fortunatamente a basso rischio.
Appena uscito dall'ospedale ho avuto il Covid, con parecchi sintomi (febbre, dispnea, tachicardia).
In questo momento mi sento psicologicamente a pezzi.
Ad esempio, quando sento un fastidio alla gamba ho paura che la terapia anticoagulante non sia sufficiente e quindi temo di avere altri emboli, oppure a volte penso che questa sia troppo forte e quindi al minimo mal di testa temo di avere un'emorragia celebrale.
Vista la prima mancata diagnosi di trombosi ho anche una limitata fiducia in quanto mi dicono i medici.
Quando sto bene mi chiedo se in realtà quello sia un sintomo di qualcosa di peggio che sta arrivando, come quando il dolore alla gamba mi diminuì prima di avvertire la mancanza di fiato dovuto all'embolia.
Mi sento in crisi, in tutto questo marasma ho perso 5 kg di peso.
Come ne esco?
A metà febbraio ho avuto una distorsione al ginocchio a seguito di una caduta con gli sci, per la quale mi è stato prescritto un tutore.
Questo ha provocato una trombosi venosa profonda (non diagnosticata alla mia prima visita al pronto soccorso) e successivamente un'embolia polmonare, fortunatamente a basso rischio.
Appena uscito dall'ospedale ho avuto il Covid, con parecchi sintomi (febbre, dispnea, tachicardia).
In questo momento mi sento psicologicamente a pezzi.
Ad esempio, quando sento un fastidio alla gamba ho paura che la terapia anticoagulante non sia sufficiente e quindi temo di avere altri emboli, oppure a volte penso che questa sia troppo forte e quindi al minimo mal di testa temo di avere un'emorragia celebrale.
Vista la prima mancata diagnosi di trombosi ho anche una limitata fiducia in quanto mi dicono i medici.
Quando sto bene mi chiedo se in realtà quello sia un sintomo di qualcosa di peggio che sta arrivando, come quando il dolore alla gamba mi diminuì prima di avvertire la mancanza di fiato dovuto all'embolia.
Mi sento in crisi, in tutto questo marasma ho perso 5 kg di peso.
Come ne esco?
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Caro Utente,
Innanzitutto, si conceda il credito di averne passate un bel pò!
Ha vissuto diverse situazioni di effettiva difficoltà fisica e qualche preoccupazione per il suo stato di salute è più che comprensibile.
Premesso ciò, ho pensato a due possibili strade che potrebbero essere non alternative ma percorse ugualmente.
La prima potrebbe riguardare modalità/attività per lei nutrienti in grado di distrarla dai pensieri ricorrenti sul suo stato di salute.
La seconda, magari percorsa con un professionista, potrebbe riguardare gli aspetti più emotivi connessi alla sua preoccupazione e, perché no, anche a temi esistenziali (il senso della vita e della morte per lei).
Credo che questi incidenti di percorso abbiano toccato qualche punto per lei particolarmente importante e magari temuto. Qualche istanza che richiede maggiore cittadinanza nel suo panorama emotivo.
Spesso, nella mia esperienza, il timore della morte si associa alla sensazione di non star vivendo appieno, di non riuscire a soddisfare bisogni per noi importanti o, addirittura, di non sapere nemmeno cosa sia veramente importante per noi.
Insomma, questa situazione potrebbe costituire una preziosa opportunità per lei per riflettere su temi ben più ampi della sua condizione attuale.
Con la speranza di averle offerto qualche spunto, la saluto cordialmente
Innanzitutto, si conceda il credito di averne passate un bel pò!
Ha vissuto diverse situazioni di effettiva difficoltà fisica e qualche preoccupazione per il suo stato di salute è più che comprensibile.
Premesso ciò, ho pensato a due possibili strade che potrebbero essere non alternative ma percorse ugualmente.
La prima potrebbe riguardare modalità/attività per lei nutrienti in grado di distrarla dai pensieri ricorrenti sul suo stato di salute.
La seconda, magari percorsa con un professionista, potrebbe riguardare gli aspetti più emotivi connessi alla sua preoccupazione e, perché no, anche a temi esistenziali (il senso della vita e della morte per lei).
Credo che questi incidenti di percorso abbiano toccato qualche punto per lei particolarmente importante e magari temuto. Qualche istanza che richiede maggiore cittadinanza nel suo panorama emotivo.
Spesso, nella mia esperienza, il timore della morte si associa alla sensazione di non star vivendo appieno, di non riuscire a soddisfare bisogni per noi importanti o, addirittura, di non sapere nemmeno cosa sia veramente importante per noi.
Insomma, questa situazione potrebbe costituire una preziosa opportunità per lei per riflettere su temi ben più ampi della sua condizione attuale.
Con la speranza di averle offerto qualche spunto, la saluto cordialmente
[#2]
Limitandoci solo all'aspetto psicologico - dato che quello fisico non è inventato, ha avuto problemi reali che devono essere seguiti per via medica - oltre a domandarsi se potrebbe arrivare il peggio, sta facendo controlli continui per verificare il suo stato di salute?
Intendo non solo controlli come gli esami medici, ma verificare spesso dentro di sé come si sente, le varie parti del corpo ecc.
Intendo non solo controlli come gli esami medici, ma verificare spesso dentro di sé come si sente, le varie parti del corpo ecc.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.1k visite dal 30/03/2022.
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