Come si cura un disturbo di questa portata? sono disperata!
Gentili dottori,
Sono una ragazza di vent’anni e sono fidanzata con un uomo di quindici anni più grande.
Con lui sto molto bene, è premuroso e sembra una persona molto attenta alle mie problematiche.
Dico sembra perché, effettivamente, ho sempre cercato di fargli vedere la parte migliore di me stessa, e di alcune cose ne ho parlato superficialmente dando loro un’importanza minore.
Un problema, però, molto importante c’è eccome.
Soffro di vaginismo.
È un disturbo che mi porto sulle spalle da quando è iniziata la mia attività sessuale, sarebbe a dire ai miei sedici anni.
Le esperienze precedenti sono state sempre le stesse.
Volontà di farlo, ma senza riuscirci, se non con qualche sforzo per non far dispiace il mio ragazzo.
Lui, spesso, mi chiede spesso se abbia raggiunto l’orgasmo, se abbia avuto esperienze simili.
Io, per non offenderlo, dico di sì, ma quello che sento è tutt’altro che piacere.
Anzi, un altro problema è l’arrivo della cistite ogni volta che sottometto la mia vagina alla finta volontà di farlo o di volerlo fare.
Lui, d’altra parte, mi chiede il perché mi faccia male e io gli rispondo che ho una patologia come il vaginismo che non mi permette godermi i momenti di intimità come si deve.
Lui mi capisce, ma siccome non sono stata abbastanza chiara, tende a volerlo fare ogni volta che mi vede, anche se ammetto che a volte tutto vorrei fare tranne che l’amore.
Il punto è che, essendomi affezionata a lui, non voglio perderlo.
Metterlo al corrente di tale problematica, non soltanto rivelerebbe la mia immaturità e impossibilità di fare qualcosa di così naturale come il sesso, ma denoterebbe anche una mancanza profonda che l’astinenza dai rapporti completi possa rivelarsi.
Premetto che so, più o meno, come andrebbe curato il vaginismo.
Con l’aiuto di un ginecologo e di un sessuologo (psicoterapeuta) insieme.
Ma la disponibilità economica dei miei genitori (dipendo ancora da loro) non me lo permette.
Mi sono affidata più volte all’asl della mia città, ma ho riscontrato scarsi risultati, e i costi di sedute private sarebbero davvero molto costosi, sommate alle eventuali cure.
Mi resta soltanto interrompere il mio rapporto con il mio ragazzo, con il mio cuore che cade a pezzi.
Alternative non ce ne sono, finché possa economicamente curarmi a dovere.
Ma vorrei chiedervi, come posso fare per non soffrire?
Perché ogni volta che chiudo con un ragazzo che mi piace, perché mi rendo conto che ancora una volta il problema è insormontabile soffro per la mia incapacità di riuscire a farlo.
Come posso spiegare al mio fidanzato che ho un disturbo e non sono in grado di essere una donna normale?
Aiutatemi dottori
Sono una ragazza di vent’anni e sono fidanzata con un uomo di quindici anni più grande.
Con lui sto molto bene, è premuroso e sembra una persona molto attenta alle mie problematiche.
Dico sembra perché, effettivamente, ho sempre cercato di fargli vedere la parte migliore di me stessa, e di alcune cose ne ho parlato superficialmente dando loro un’importanza minore.
Un problema, però, molto importante c’è eccome.
Soffro di vaginismo.
È un disturbo che mi porto sulle spalle da quando è iniziata la mia attività sessuale, sarebbe a dire ai miei sedici anni.
Le esperienze precedenti sono state sempre le stesse.
Volontà di farlo, ma senza riuscirci, se non con qualche sforzo per non far dispiace il mio ragazzo.
Lui, spesso, mi chiede spesso se abbia raggiunto l’orgasmo, se abbia avuto esperienze simili.
Io, per non offenderlo, dico di sì, ma quello che sento è tutt’altro che piacere.
Anzi, un altro problema è l’arrivo della cistite ogni volta che sottometto la mia vagina alla finta volontà di farlo o di volerlo fare.
Lui, d’altra parte, mi chiede il perché mi faccia male e io gli rispondo che ho una patologia come il vaginismo che non mi permette godermi i momenti di intimità come si deve.
Lui mi capisce, ma siccome non sono stata abbastanza chiara, tende a volerlo fare ogni volta che mi vede, anche se ammetto che a volte tutto vorrei fare tranne che l’amore.
Il punto è che, essendomi affezionata a lui, non voglio perderlo.
Metterlo al corrente di tale problematica, non soltanto rivelerebbe la mia immaturità e impossibilità di fare qualcosa di così naturale come il sesso, ma denoterebbe anche una mancanza profonda che l’astinenza dai rapporti completi possa rivelarsi.
Premetto che so, più o meno, come andrebbe curato il vaginismo.
Con l’aiuto di un ginecologo e di un sessuologo (psicoterapeuta) insieme.
Ma la disponibilità economica dei miei genitori (dipendo ancora da loro) non me lo permette.
Mi sono affidata più volte all’asl della mia città, ma ho riscontrato scarsi risultati, e i costi di sedute private sarebbero davvero molto costosi, sommate alle eventuali cure.
Mi resta soltanto interrompere il mio rapporto con il mio ragazzo, con il mio cuore che cade a pezzi.
Alternative non ce ne sono, finché possa economicamente curarmi a dovere.
Ma vorrei chiedervi, come posso fare per non soffrire?
Perché ogni volta che chiudo con un ragazzo che mi piace, perché mi rendo conto che ancora una volta il problema è insormontabile soffro per la mia incapacità di riuscire a farlo.
Come posso spiegare al mio fidanzato che ho un disturbo e non sono in grado di essere una donna normale?
Aiutatemi dottori
[#1]
Gentile ragazza,
Il vaginismo è una patologia di cui soffre presumibilmente l’8% delle donne di ogni età; in silenzio, con imbarazzo e percezione di anormalità.
Chi tra esse, nonostante il dolore, si obbliga ad effettuare la penetrazione vaginale può incorrere frequentemente nella cistite per lo più abatterica.
Il vaginismo non è una colpa, di esso se ne può parlare senza imbarazzo; ma anche leggere insieme al proprio ragazzo ad es. questa News:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/7907-terapie-efficaci-per-il-vaginismo-dall-esperienza-clinica.html .
La psicoterapia sessuale in molti casi non è lunga ed è risolutiva. Si svolge per gran parte come terapia individuale.
L’aspetto economico: molte delle mie pazienti universitarie allo scopo di curare tale disturbo hanno trovato un lavoretto per auto sovvenzionarsi: baby sitter, barista, ecc.
La Professionista più adatta è - a mio parere - una Psicologa Psicoterapeuta perfezionata in sessuologia clinica (Albo FISSonline).
Se Le occorrono altre info, chieda tranquillamente qui. Ci siamo.
Dott. Brunialti
Il vaginismo è una patologia di cui soffre presumibilmente l’8% delle donne di ogni età; in silenzio, con imbarazzo e percezione di anormalità.
Chi tra esse, nonostante il dolore, si obbliga ad effettuare la penetrazione vaginale può incorrere frequentemente nella cistite per lo più abatterica.
Il vaginismo non è una colpa, di esso se ne può parlare senza imbarazzo; ma anche leggere insieme al proprio ragazzo ad es. questa News:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/7907-terapie-efficaci-per-il-vaginismo-dall-esperienza-clinica.html .
La psicoterapia sessuale in molti casi non è lunga ed è risolutiva. Si svolge per gran parte come terapia individuale.
L’aspetto economico: molte delle mie pazienti universitarie allo scopo di curare tale disturbo hanno trovato un lavoretto per auto sovvenzionarsi: baby sitter, barista, ecc.
La Professionista più adatta è - a mio parere - una Psicologa Psicoterapeuta perfezionata in sessuologia clinica (Albo FISSonline).
Se Le occorrono altre info, chieda tranquillamente qui. Ci siamo.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentilissima
Aggiungo due parole alla sua accorata richiesta di aiuto e a quanto scritto dalla collega.
Il vaginismo genera purtroppo vissuti di tristezza e impotenza, soprattutto perché le donne che ne soffrono vorrebbero poter avere tranquillamente accesso all’intimità.
Le cause possono essere molteplici e risulta passato il periodo in cui venivano fatte distinzioni fra quelle biologiche e quelle psicologiche, considerato che noi siamo un insieme di mente e corpo. Sappia che se una donna ha esperito un primo rapporto doloroso, può innescarsi la paura e il timore che questo accada di nuovo e questo può generare una sorta di previsione catastrofica che peggiora significativamente il sintomo.
Ciò che deve tranquillizzarla é sapere che il disturbo non è sinonimo di anormalità; permane il desiderio e sussiste la possibilità di cura.
Esistono degli esercizi come quelli di Kegell che possono fornirle utili suggerimenti ma poi, come ha suggerito la collega, é importante un percorso con un/una psicoterapeuta che sia esperta anche in problematiche femminili (o sessuologia) ma che soprattutto si occupi di psico-educazione, cosa che vedo molto appropriata nel suo caso.
Le cistiti abatteriche dipendono da contratture pelviche o vulvodinie che generano infiammazioni ma che non sono sostenute da infezioni batteriche specifiche e per questo è opportuno che si rivolga al suo medico affinchè possa prescriverle una urinocoltura e gli esami delle urine.
Molto utili in ogni caso sono probiotici d mannosio e cranberry.
Buona fortuna
Aggiungo due parole alla sua accorata richiesta di aiuto e a quanto scritto dalla collega.
Il vaginismo genera purtroppo vissuti di tristezza e impotenza, soprattutto perché le donne che ne soffrono vorrebbero poter avere tranquillamente accesso all’intimità.
Le cause possono essere molteplici e risulta passato il periodo in cui venivano fatte distinzioni fra quelle biologiche e quelle psicologiche, considerato che noi siamo un insieme di mente e corpo. Sappia che se una donna ha esperito un primo rapporto doloroso, può innescarsi la paura e il timore che questo accada di nuovo e questo può generare una sorta di previsione catastrofica che peggiora significativamente il sintomo.
Ciò che deve tranquillizzarla é sapere che il disturbo non è sinonimo di anormalità; permane il desiderio e sussiste la possibilità di cura.
Esistono degli esercizi come quelli di Kegell che possono fornirle utili suggerimenti ma poi, come ha suggerito la collega, é importante un percorso con un/una psicoterapeuta che sia esperta anche in problematiche femminili (o sessuologia) ma che soprattutto si occupi di psico-educazione, cosa che vedo molto appropriata nel suo caso.
Le cistiti abatteriche dipendono da contratture pelviche o vulvodinie che generano infiammazioni ma che non sono sostenute da infezioni batteriche specifiche e per questo è opportuno che si rivolga al suo medico affinchè possa prescriverle una urinocoltura e gli esami delle urine.
Molto utili in ogni caso sono probiotici d mannosio e cranberry.
Buona fortuna
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
[#4]
Per la cistite recidivante, non ci dice se il
Suo medico Le ha prescritto l’urinocoltura, ed eventualmente con quali esiti.
Chieda approfondimenti in proposito.
Ma soprattutto trovi il modo di organizzarsi ed intraprendere una terapia sessuale; anche forse con il *bonus psicoterapia gratuito* di cui troverà i dettagli in una mia News in home page.
Non ci dà inoltre riscontro del linkato: ha letto la News? Ci si ritrova?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Suo medico Le ha prescritto l’urinocoltura, ed eventualmente con quali esiti.
Chieda approfondimenti in proposito.
Ma soprattutto trovi il modo di organizzarsi ed intraprendere una terapia sessuale; anche forse con il *bonus psicoterapia gratuito* di cui troverà i dettagli in una mia News in home page.
Non ci dà inoltre riscontro del linkato: ha letto la News? Ci si ritrova?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Ex utente
Ringrazio entrambe le dottoresse per l’aiuto e i consulti che mi avete dedicato.
Il mio medico di base mi ha più volte prescritto degli antibiotici (Ciproxin, levoxacin) per curare la cistite dopo ogni rapporto che me l’ha provocato. Ma senza ottenere un effetto a lungo termine. Soltanto all’inizio della sintomatologia, mi ha prescritto un’unrinocoltura e l’esame delle urine. A quei tempi, non uscì nulla. Molto strano, dato che stetti molto male. Inoltre, l’articolo rispecchia tutto ciò che sento e vivo. È stato davvero un toccasana, anche se non le nascondo dottoressa che ho pianto molto. Avrei voluto in tutti i modi che mi passasse da solo nel breve tempo possibile. Ma ogni volta che mi sono proposta di farlo, è stato un fallimento. Una vergogna (come viene indicato nel testo).
Il mio medico di base mi ha più volte prescritto degli antibiotici (Ciproxin, levoxacin) per curare la cistite dopo ogni rapporto che me l’ha provocato. Ma senza ottenere un effetto a lungo termine. Soltanto all’inizio della sintomatologia, mi ha prescritto un’unrinocoltura e l’esame delle urine. A quei tempi, non uscì nulla. Molto strano, dato che stetti molto male. Inoltre, l’articolo rispecchia tutto ciò che sento e vivo. È stato davvero un toccasana, anche se non le nascondo dottoressa che ho pianto molto. Avrei voluto in tutti i modi che mi passasse da solo nel breve tempo possibile. Ma ogni volta che mi sono proposta di farlo, è stato un fallimento. Una vergogna (come viene indicato nel testo).
[#6]
Nell'articolo non c'è scritto che E' una vergogna,
bensì che la donna PROVA vergogna.
Un sentimento peraltro immotivato, come di fronte a tutte le patologie.
Auspico vivamente che decida di metteci mano, raramente guarisce da solo.
Anni di inutili patimenti fisici e psichici.
Cistiti ricorrenti che vanno ad incidere sul desiderio sessuale.
Perchè mai?
Dott. Brunialti
bensì che la donna PROVA vergogna.
Un sentimento peraltro immotivato, come di fronte a tutte le patologie.
Auspico vivamente che decida di metteci mano, raramente guarisce da solo.
Anni di inutili patimenti fisici e psichici.
Cistiti ricorrenti che vanno ad incidere sul desiderio sessuale.
Perchè mai?
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.2k visite dal 27/03/2022.
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Approfondimento su Cistite
La cistite è un'infiammazione della vescica che si avverte con frequente bisogno di urinare, con bruciore o dolore. Si può curare con farmaci o rimedi naturali.