Superare il senso di fallimento
Buongiorno.
Dopo essermi laureata a pienissimi voti lo scorso luglio, a novembre ho iniziato un dottorato di ricerca.
Tuttavia mi sono serviti pochi mesi per comprendere che decisamente non è la mia strada! O almeno quel tipo di dottorato e quella tematica che stavo trattando non erano per me! Ho deciso quindi di effettuare la rinuncia e, a parte i sensi di colpa verso la mia tutor, l’unica cosa che mi dispiace è rinunciare ad un ingresso economico e l’eventuale restituzione della borsa di studio (dato che i soldi fin ora percepiti gli ho investiti tutti nel dottorato).
Tuttavia si fa largo in me quel senso di fallimento.
Non mi piace mollare, ma a 28 anni non voglio costringermi ad una vita che non voglio.
Inoltre sono dispiaciuta di deludere i miei genitori.
Al senso di fallimento e rimorso per i miei genitori, provo anche una più che comprendere paura per il futuro e nella ricerca di un’occupazione.
Dopo essermi laureata a pienissimi voti lo scorso luglio, a novembre ho iniziato un dottorato di ricerca.
Tuttavia mi sono serviti pochi mesi per comprendere che decisamente non è la mia strada! O almeno quel tipo di dottorato e quella tematica che stavo trattando non erano per me! Ho deciso quindi di effettuare la rinuncia e, a parte i sensi di colpa verso la mia tutor, l’unica cosa che mi dispiace è rinunciare ad un ingresso economico e l’eventuale restituzione della borsa di studio (dato che i soldi fin ora percepiti gli ho investiti tutti nel dottorato).
Tuttavia si fa largo in me quel senso di fallimento.
Non mi piace mollare, ma a 28 anni non voglio costringermi ad una vita che non voglio.
Inoltre sono dispiaciuta di deludere i miei genitori.
Al senso di fallimento e rimorso per i miei genitori, provo anche una più che comprendere paura per il futuro e nella ricerca di un’occupazione.
[#1]
Non so se sia il tuo caso - e mi perdonerai se apparirò presentuoso, dato che non ti conosco - ma il fatto è che molti studiano psicologia con l'idea più o meno nascosta di poter imparare a stare meglio con se stessi. Solo che non funziona. Perciò se a 28 anni ti sei resa conto di aver preso una direzione sbagliata, e ne stai soffrendo così, potrebbe essere il momento di affrontare le aree critiche in te stessa che forse ancora ne hanno bisogno, prima di pensare al resto, quindi anche a quale professione scegliere. Senza contare che un collega potrà aiutarti anche in questo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Ma a dire il vero non mi sono mai pentita di aver scelto psicologia come percorso universitario e non so perché possa essere emerso questo. Ho amato ogni singolo esame (anche quei due, due di numero, che mi hanno dato più grane). E non ho mai studiato psicologia per risolvere i miei problemi altrimenti di tutto quello che ho studiato non ho capito proprio nulla. Inizialmente l’ho fatto perché volevo lavorare nelle cooperative. Poi studiando ho scoperto la psicologia del lavoro, ramo che ho scelto per la magistrale. Io mi sono pentita di aver iniziato un dottorato a tema vincolato, dove quindi non ho potuto scegliere la tematica che avrei voluto trattare.
[#3]
Ok, resta però il fatto che:
- hai intrapreso un dottorato ma l'hai interrotto quasi subito;
- provi senso di colpa per la tua tutor;
- provi un senso di fallimento e di rimorso nei confronti dei tuoi genitori;
- sei in ansia per il futuro e per la prospettiva di doverti cercare un'occupazione.
Se questo non è disagio, non saprei come altro definirlo.
Essersi laureati a pieni voti non è garanzia di nulla riguardo a tutto ciò che viene dopo.
- hai intrapreso un dottorato ma l'hai interrotto quasi subito;
- provi senso di colpa per la tua tutor;
- provi un senso di fallimento e di rimorso nei confronti dei tuoi genitori;
- sei in ansia per il futuro e per la prospettiva di doverti cercare un'occupazione.
Se questo non è disagio, non saprei come altro definirlo.
Essersi laureati a pieni voti non è garanzia di nulla riguardo a tutto ciò che viene dopo.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Utente
Si e che trovo disagio per la mia situazione è chiaro. Pensavo che il dottorato mi potesse piacere ma non è così. Cambiare idea nella vita è legittimo, ma non rinnego nulla di quello che ho fatto in passato. Infondo sono comunque stata in grado di passare il concorso per il dottorato (lasciare il dottorato dopo pochi mesi non credo che possa essere considerato un disagio onestamente). Ma se quella dell’accademia non è la mia strada non posso farci niente. Ovviamente mi dispiace per i miei genitori che erano molto orgogliosi e per la mia tutor con cui avevo un bel rapporto (ma onestamente non è che io possa lavorare su di me in questo caso, mi dispiace per la loro delusione). Ho ovviamente paura della ricerca del lavoro come la maggior parte dei giovani. Così come è chiaro che una laurea a pieni voti non è garanzia fi nulla (ma non li è neanche la laurea in generale). Il senso di fallimento a cui mi riferisco è riferito più ad un fattore economico. Lascio il dottorato ma rinuncio comunque ad un ingresso economico (oltre il dubbio di dover restituire la borsa di studio fin ora percepita).
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.5k visite dal 21/03/2022.
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