Lo smartworking crea alienazione?

Salve a tutti, volevo chiedere un papere.
Considerando la situazione attuale, ovvero considerando un mondo (purtroppo ancora) in piena pandemia, la maggior parte dei lavori e delle attività scolastiche vengono svolte a distanza.
Anche il mio lavoro, nel settore informatico, viene naturalmente svolto a distanza,
Mi trovo a lavorare per 8 ore al giorno, per 5 giorni a settimana, da solo nella mia cameretta.
Non conosco alcun collega (al più facciamo brevi chiamate telefoniche senza che nessuno si mostri in volto...) né tantomeno ho rapporti con alcuni di loro (che lo smartworking neanche mi consente di poter vedere di persona).
Fondamentalmente da quando sono entrato in azienda conosco 0 colleghi di persona.
Andando in ufficio non risolverei il problema, poiché a causa dello smartworking, l'ufficio è praticamente vuoto, quindi sarei comunque da solo.
Tutto ciò mi fa sentire alienato, fuori contesto, spento, come se non facessi realmente parte di un'azienda e come se non avessi alcun rapporto con i miei colleghi.
Sembra di vivere in un videogioco, dove le tue azioni influenzano un mondo immaginario che non esiste in quanto tale nella realtà.
E' normale questa mia sensazione?
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Dr. Stefano Cozzolino Psicologo 72 7
Gentile Utente,

direi che quello che sente è perfettamente in linea con le reali condizioni ambientali che sta vivendo. Mi sembra anzi di percepire dalle sue parole un bisogno di relazione con gli altri suoi colleghi e la volontà di creare una rete sociale, si ritrova in questo che le dico?

Le relazioni umane in azienda rappresentano una risorsa importante per il benessere delle persone, influenzando aspetti come il livello di soddisfazione lavorativa e l'impegno verso l'azienda. Lei mi sembra aver colto questi aspetti, ed ecco a cosa possono essere legate queste sensazioni spiacevoli che vive.

Un tentativo che le propongo è quello di contattare il dipartimento delle Risorse Umane per capire se effettivamente la situazione in ufficio è sempre spoglia come lei ce la descrive, o se con l'evoluzione della situazione pandemica l'ufficio si sta ripopolando.

Saluti.

Dr. Stefano Cozzolino - Psicologo
cozzolinostefanopsy@gmail.com