Dipendenza affettiva

Salve,
Vorrei descrivere il problema che sto vivendo in questo momento, che mi crea grande malessere e confusione e ricevere qualche consiglio utile, o ricevere delle risposte che possano farmi riflettere per uscire da questo mio stato d'animo.

Sono stata tre anni con un ragazzo, e mi ha lasciato da poco dopo una serie di litigate in cui ho fatto delle vere e proprie sfuriate.

Durante questi tre anni, sono stata con lui perché lo amavo incondizionatamente, sono sempre stata consapevole del fatto che lui non soddisfasse al 100 % i miei bisogni, ma la speranza che prima o poi il nostro rapporto sarebbe evoluto, mi ha fatto idealizzare la nostra relazione.
Da un lato sapevo che era la persona sbagliata per me, dall'altro credevo che fosse la relazione perfetta.

Abbiamo litigato tanto, ero sempre io a lamentarmi, perché mi sentivo frustrata.
Lui, però mi lasciava nel silenzio dopo un litigio, mi diceva che non voleva più stare con me.
Ma di fronte alla sua indifferenza e al suo silenzio finivo per sentirmi in colpa e supplicarlo di tornare.
Il suo silenzio era quasi una punizione, sapeva che mi sarei sentita in colpa e poi lo avrei cercato.
L'ho supplicato nella maniera più umiliante che possa esistere, talmente tante volte...
Il fatto è che alternava constantemente parole e comportamenti di una persona innamorata, a parole e comportamenti che mi denigravano.
Passava da dirmi è con te che voglio stare per il più lungo tempo possibile a dirmi che non sono mai stata la ragazza con cui si vede nel futuro.

Ne ho parlato con una psicologa, lei mi ha indicato che questa persona aveva dei tratti narcisistici, mi ha parlato della figura del perverso narcisista.

Ne ho preso coscienza, ma non voglio giustificare il mio comportamento, pensando che sono stata una sua vittima, perché sono io che l'ho supplicato, io che volevo stare assolutamente con lui, tutte le miei decisioni le ho prese perché volevo stare assolutamente con lui.
Mi ha lasciato... e son sempre stata io a voler tornare con lui.

Non mi spiego questo mio attaccamento alla sua persona.

E non mi spiego il fatto che nonostante io adesso sia convinta che non sia la persona giusta per me, spero ancora in un suo ritorno, continuo a pensare a lui, anche quando non ci penso me lo sogno la notte.

Sta diventando un incubo.

Ho provato ad uscire con altri ragazzi, ma non riesco ad avere un interesse, continuo a fare il paragone con lui.
A volte ho ancora voglia di stare con lui.

Mi crea frustrazione e sofferenza il fatto di non riuscire proprio a staccarmi dal pensiero di lui.

Perché se so che è sbagliato continuo a sperare in un suo ritorno?
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

ci dice che "..Ne ho parlato con una psicologa, lei mi ha indicato che questa persona aveva dei tratti narcisistici, mi ha parlato della figura del perverso narcisista."

La prossima seduta con la Psicologa chieda di centrare il discorso su di Lei;
di lui, per riferito, cosa vuole che si possa dire di veramente scientifico?

Il Suo titolo
"Dipendenza affettiva"
porta l'attenzione su di sè. Correttamente.
Può essere che questa relazione abbia (avuto?) per Lei i tratti della *dipendenza affettiva*. Tenga conto che - in generale - tale situazione ha tutte le caratteristiche delle dipendenze da sostanza. e che - anche nella terapia - ha bisogno però di una diagnosi da perte dell* Specialista Psicolog* e di un trattamento di psicoterapia che certo non sono possibili online.

Se dovesse tornare dalla Psicologa, oppure da un'altra, meglio se Psicoterapeuta, chieda *di sè*.
Chieda di approfondire le caratteristiche delle SUE *modalità di attaccamento*. Sono esse che permettono di cadere nelle trappole, non le caratteristiche dell'altra persona.
Avrà modo così di raggiungere maggiore consapevolezza personale, ed anche di dare risposta alla sua domanda: "Dipendenza affettiva"?
Oltre che - naturalmente - di evitare di ricaderci alla prossima relazione.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Stefano Cozzolino Psicologo 72 7
Gentile Utente,

come lei stessa ci indica nel titolo del consulto, nei confronti del suo ex ragazzo ha sviluppato una DIPENDENZA di tipo affettivo, che la porta a vivere la relazione non come un momento di condivisione, crescita e arricchimento; ma come un qualcosa senza la quale lei vive un profondo senso di malessere, tale da portarla ad ammettere che "L'ho supplicato nella maniera più umiliante che possa esistere, talmente tante volte...".
Al pari di una dipendenza da sostanze, nella dipendenza affettiva l'idea di un allontanamento del partner, o il vivere concretamente questo allontanamento (come fosse una fase di astinenza), la getta in disperati tentativi di porre fine a questa sofferenza che molto difficilmente sono gestibili in maniera razionale.

Intanto, voglio complimentarmi con lei per il suo livello di consapevolezza nel dirci che
"non voglio giustificare il mio comportamento, pensando che sono stata una sua vittima":
questo la pone già in un'ottica in cui restituisce a se stessa un potere di azione e di scelta, che è un ottimo punto di partenza per cominciare a lavorare su se stessa.

La frustrazione e la sofferenza che vive potrebbero essere legate a un'immagine di Sé che la ha restituito questa relazione: una persona che è stata trascinata dalla forza dei sentimenti (magari si ritiene debole), che ha dovuto supplicare il partner per tornarci assieme (magari è arrabbiata per questo), che ha lottato per far sopravvivere la relazione ma ha fallito in questo (magari è triste per questo).
Tutto questo genera in lei una serie di emozioni e di stati d'animo cui difficilmente un ragionamento razionale del tipo "so che è sbagliato" sono in grado di placare.

Penso che nel suo caso sarebbe necessario un percorso di accettazione di natura emotiva e solo dopo cognitiva (cioè più legato alla parte razionale), che le permetta di accogliere l'immagine di Sé che le ha mostrato questa relazione, e di partire da questo punto per iniziare a lavorare su chi davvero vuole essere nel futuro. È un lavoro duro, ma una volta intrapreso le darà grandi soddisfazioni.

Si dia del tempo, si perdoni, e parta dall'oggi per creare una donna che nel domani avrà molta più consapevolezza di se stessa, e sarà capace di creare relazioni certamente più sane.

Buon lavoro.

Dr. Stefano Cozzolino - Psicologo
cozzolinostefanopsy@gmail.com

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