Non riuscire o non voler fare una scelta fondamentale?
Gentilissimi vorrei un analisi e se possibile dei consigli per quanto riguarda la situazione forse un po' surreale che sto vivendo:
Sto con una ragazza da circa 17 anni, i primi 4 anni circa sono stati all'insegna di un amore a mio parere molto intenso.
Molto gradualmente tutto questo ha lasciato spazio a routine e abitudine e mancanza di attrazione fisica da parte mia, ma cerco di spiegarmi più nel dettaglio:
Dopo i primi anni la lasciai un po' preso dalla voglia di fare nuove esperienze e spinto da un amore che pareva essere calato molto...lei mi convinse a tornare assieme e iniziò una fase un po' diversa nella quale a fare da protagonista in me era la bellezza di condividere cose con lei e non più quel forte sentimento dei primi tempi, sicuramente ancora presente ma in forte calo, e quindi ecco un rapporto diverso da prima, basato sul condividere appunto, magari un viaggio, una cena in ristorante, una serata al cinema...
Gradualmente arriviamo a una situazione dove secondo me è più l'abitudine, se non solo quasi quest'ultima a essere protagonista di tale rapporto...e in maniera particolare arriviamo a una situazione forse un po' surreale che ad oggi vivo e cerco di spiegarvi:rimando giorno dopo giorno la scelta di prendere una posizione:lasciarla o cercare veramente di recuperare un rapporto, probabilmente non definibile più come tale ed è come se mi sia "incastrato in questo limbo" dal quale non riesco o più probabilmente non voglio riuscire ad uscire, forse per comodità o forse per paura di fare una scelta.
È per giunta spesso non la sopporto, nel senso che mi irrita qualsiasi cosa faccia o dica ma nonostante questo non riesco a lasciarla, ma allo stesso tempo non riesco a a sforzarmi di spingermi in una coccola in un bacio o un abbraccio perché è come se vince la parte di me che non la sopporta e che non prova attrazione.
Ed ecco che è come se mi dondolo di giorno in giorno tra queste due opzioni in un malsano equilibrio forse egoistico e insensato che non fa cadere la bilancia della scelta ne da un lato be dall'altro.
Allora vi chiedo come reagire a livello psicologico?
O forse dovrei meglio dire come fare in modo di voler reagìre?
Non so se sia utile ho avuto aimé sin da ragazzino la brutta fantasia sessuale di provare piacere nell'esserne umiliato e sottomesso dalla donna e aimé coinvolsi un po' in questo la mia ragazza, ma da alcuni anni mi impegno a oppormi a tale mia fantasia per ragioni legate alla fede e alla fede ricollegata a coincidenze a mio avviso non del tutto tali, tra il mio cedere a tale tendenza e situazioni negative prendenti piede dopo tali cedimenti, questo mio oppormi mi fa apprezzare spesso la vera bellezza della donna nella sua dolcezza, rispetto, e amore e non in quello che è tutto l'opposto relativo a tale fantasia, ma nonostante quello a volte ho dei cedimenti, vorrei se possibile un parere anche su questo e capire se può avere un nesso con quanto spiegato nella prima parte del mio quesito.
Sto con una ragazza da circa 17 anni, i primi 4 anni circa sono stati all'insegna di un amore a mio parere molto intenso.
Molto gradualmente tutto questo ha lasciato spazio a routine e abitudine e mancanza di attrazione fisica da parte mia, ma cerco di spiegarmi più nel dettaglio:
Dopo i primi anni la lasciai un po' preso dalla voglia di fare nuove esperienze e spinto da un amore che pareva essere calato molto...lei mi convinse a tornare assieme e iniziò una fase un po' diversa nella quale a fare da protagonista in me era la bellezza di condividere cose con lei e non più quel forte sentimento dei primi tempi, sicuramente ancora presente ma in forte calo, e quindi ecco un rapporto diverso da prima, basato sul condividere appunto, magari un viaggio, una cena in ristorante, una serata al cinema...
Gradualmente arriviamo a una situazione dove secondo me è più l'abitudine, se non solo quasi quest'ultima a essere protagonista di tale rapporto...e in maniera particolare arriviamo a una situazione forse un po' surreale che ad oggi vivo e cerco di spiegarvi:rimando giorno dopo giorno la scelta di prendere una posizione:lasciarla o cercare veramente di recuperare un rapporto, probabilmente non definibile più come tale ed è come se mi sia "incastrato in questo limbo" dal quale non riesco o più probabilmente non voglio riuscire ad uscire, forse per comodità o forse per paura di fare una scelta.
È per giunta spesso non la sopporto, nel senso che mi irrita qualsiasi cosa faccia o dica ma nonostante questo non riesco a lasciarla, ma allo stesso tempo non riesco a a sforzarmi di spingermi in una coccola in un bacio o un abbraccio perché è come se vince la parte di me che non la sopporta e che non prova attrazione.
Ed ecco che è come se mi dondolo di giorno in giorno tra queste due opzioni in un malsano equilibrio forse egoistico e insensato che non fa cadere la bilancia della scelta ne da un lato be dall'altro.
Allora vi chiedo come reagire a livello psicologico?
O forse dovrei meglio dire come fare in modo di voler reagìre?
Non so se sia utile ho avuto aimé sin da ragazzino la brutta fantasia sessuale di provare piacere nell'esserne umiliato e sottomesso dalla donna e aimé coinvolsi un po' in questo la mia ragazza, ma da alcuni anni mi impegno a oppormi a tale mia fantasia per ragioni legate alla fede e alla fede ricollegata a coincidenze a mio avviso non del tutto tali, tra il mio cedere a tale tendenza e situazioni negative prendenti piede dopo tali cedimenti, questo mio oppormi mi fa apprezzare spesso la vera bellezza della donna nella sua dolcezza, rispetto, e amore e non in quello che è tutto l'opposto relativo a tale fantasia, ma nonostante quello a volte ho dei cedimenti, vorrei se possibile un parere anche su questo e capire se può avere un nesso con quanto spiegato nella prima parte del mio quesito.
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Gentile utente,
già lo scorso anno la Collega dr. Potenza rispose ad un consulto quasi identico https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/858024-rapporto-abitudinario-senza-amore.html, senza ricevere peraltro riscontro da Lei. Dispiace.
Nel consulto di pochi giorni fa (Psicologia e sonno) il Collega Le indicò la necessità di chiedere aiuto di persona.
Come può osservare Lei stesso, le risposte qui (pur scritte dagli Specialisti con riflessione, in scienza e coscienza) servono a indicare vie, non a risolvere problemi: magari fosse possibile .. saremmo in grado di fare delle magie.
E noioso ripetersi, ma non mi rimane che ripetere le indicazioni già date da* Collegh*: di chiedere aiuto di persona in presenza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
già lo scorso anno la Collega dr. Potenza rispose ad un consulto quasi identico https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/858024-rapporto-abitudinario-senza-amore.html, senza ricevere peraltro riscontro da Lei. Dispiace.
Nel consulto di pochi giorni fa (Psicologia e sonno) il Collega Le indicò la necessità di chiedere aiuto di persona.
Come può osservare Lei stesso, le risposte qui (pur scritte dagli Specialisti con riflessione, in scienza e coscienza) servono a indicare vie, non a risolvere problemi: magari fosse possibile .. saremmo in grado di fare delle magie.
E noioso ripetersi, ma non mi rimane che ripetere le indicazioni già date da* Collegh*: di chiedere aiuto di persona in presenza.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 20/03/2022.
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