Ho paura che manipolino la mia ragazza

Cari dottori, so che ogni caso è a se ma io ho bisogno di capire in linea generale come comportarmi.

Alla mia ragazza è stata diagnosticata una psicosi da una settimana e prende degli psicofarmaci, alterna così momenti di lucidità e non, è consapevole e vuole essere aiutata.

I suoi genitori non vogliono che continui a vederla spesso, mi hanno imposto delle limitazioni, posso stare con lei solo una volta a settimana e non possiamo nemmeno stare più in una stanza da sole.

Mi colpevolizzano di non averlo capito prima essendo la persona più vicina a lei e sostengono che io non la rendo tranquilla.

Inutile dire che lei con me sta benissimo, è lei a richiedere la mia stessa presenza e non io a forzare le cose, ma a loro da fastidio e soprattutto siamo entrambe adulte.

Lei naturalmente non sa di queste imposizioni e io non so che pesci prendere, perché non so se potrei mai dirle una cosa del genere, non so se potrei traumatizzarla ed è l'ultima cosa che voglio.

Ho paura che loro la convincano a lasciarmi (conoscendoli ne sarebbero in grado), ad allontanarsi da me.

Non vedere me sarebbe una delle tante cose che non potrà più fare, e ho paura che ciò potrebbe distruggere gli equilibri che ormai questa ragazza non ha più.

Non pretendo di vederla ogni giorno, ma almeno la libertà di vederla quando a noi due va di passare del tempo insieme, poi naturalmente dovranno darle una spiegazione sul perché non mi vede più come prima e ho paura di qualunque essa sia.

Le mie domande quindi sono: un paziente psicotico può essere manipolato a tal punto da allontanarla da una persona?

Posso comunicarle ciò che hanno deciso i suoi genitori?
Come posso comportarmi con i genitori e con lei?

Vi chiedo un aiuto, sono una ragazza dal cuore infranto e non so come gestire questo tipo di situazioni.

Vi ringrazio
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non solo ogni caso è a sé, ma ogni caso è diverso a seconda di chi lo descrive. Non è questione di buona o malafede, ma del fatto che ognuno tende a vedere la realtà attraverso i <propri> occhi. Quindi così come tu hai paura che loro manipolino la tua ragazza, probabilmente i genitori hanno esattamente la stessa paura nei tuoi confronti.

Le psicosi sono quadri delicati che hanno risvolti non solo sanitari ma in certi casi addirittura legali. E in questo momento la responsabilità della ragazza credo sia soprattutto dei genitori, perciò penso che spetti a loro l'ultima parola (la prima, in realtà) sul decidere cosa è meglio per lei. Su questo puoi sentire un legale, ma credo che le cose stiano così.

>>> Posso comunicarle ciò che hanno deciso i suoi genitori?

Non credo sia la cosa migliore. Facendolo, rischieresti di turbare l'equilibrio già precario della ragazza e di metterle pulci nell'orecchio, del tipo "che i tuoi genitori stanno cercando di manipolarti". Che è proprio quello che dovresti evitare. Oltretutto, se negli incontri non siete da sole, rischieresti che da quel momento in poi i genitori ti impediscano del tutto di vederla.

Potresti però dirle qualcosa di più sfumato, ad esempio: "Vorrei tanto starti vicina per più tempo, ma in questo momento hai bisogno di prenderti cura di te stessa, appena starai meglio potremo riprendere a frequentarci". È solo un 'idea.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Donato Duse Psicoterapeuta, Psicologo 14
Gentile utente,

situazione difficile e dolorosa, mi sembra... questa rottura così rapida, lo sconvolgimento che vive nella sua storia d'amore e anche il senso di smarrimento che immagino provi...
Naturalmente ci basiamo su ciò che ci ha scritto, ma non penserei che è colpa sua, di non essersi resa conto. Come avrebbe potuto? Talvolta non è facile nemmeno per genitori, capire prima, in queste situazioni, soprattutto quando si è coinvolti...
Mi sembra anche sia una diagnosi molto recente, potrebbe anche essere una prima reazione della famiglia, di allontanare lei e forse anche tutti... forse saranno anche confusi, dovranno capire anche loro... talvolta si attivano dei conflitti, in questi casi... Immagino che non sia facile, ma darei del tempo, un po' per vedere che piega prendono i rapporti, magari...
Concordo con il collega sull'evitare comunicazioni drastiche... Lei stessa da ciò che scrive sembra intelligentemente intuire la delicatezza, anche, della situazione. Potrebbe magari provare a parlare con la famiglia, se lo ritiene, per capire assieme cosa può fare realmente bene alla sua ragazza, invitandoli per esempio, se non lo hanno già fatto, a coinvolgere i curanti in questa decisione di limitare la vostra frequentazione... Credo che il medico che ha in cura questa ragazza, conoscendo la situazione, possa consigliare la famiglia anche sui temi che ci chiede, in modo adeguato ed efficace...
Ci dice poi che si sente il cuore infranto e non sa che fare... non rimanga sola se sente che il peso delle cose diventa troppo grande. Come psicologi siamo qui per questo... in qualsiasi momento può chiedere un consulto a un collega delle sue parti e trovare ascolto...


Un saluto

Dr. Donato Duse
Psicologo Psicoterapeuta
OPP|V n°10413

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le risposte dottori.
Ho come la sensazione che gli equilibri della mia vita si siano rotti.
Manca poco alla mia laurea e non sono nemmeno felice per questo.
Dentro ho una sensazione di smarrimento, non riesco a capire cosa provo, nel senso che so cosa provo ma non riesco a percepirlo. L'unica cosa che percepisco è che non voglio perderla in nessun modo, soprattutto per la sua malattia, ed è questa la paura che più mi attanaglia dentro, come se al solo pensiero io possa percepire il dolore del mio cuore infrangersi. La persona che più mi facesse stare bene, lei che mi ha aiutata a fare coming out, quella che tra le due era la forte della relazione, è crollata e io mi sento persa come se tutto ciò che avessi tra le mani sia scomparso nel nulla.
Mi sento come se un treno mi sia passato addosso, una parte di me è andata via con lei quando tutto ciò è successo. I sensi di colpa mi uccidono dentro, e vorrei capire, una persona è in grado di causare una psicosi ad un'altra persona?
E poi vorrei capire se la psicosi potrebbe farla disinnamorare di me se qualcuno possa dirle di allontanarmi?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> I sensi di colpa mi uccidono dentro, e vorrei capire, una persona è in grado di causare una psicosi ad un'altra persona?
>>>

No. Le psicosi insorgono a causa di vulnerabilità principalmente genetiche e di solito lo fanno in età giovane, prima dei 30 anni.

>>> E poi vorrei capire se la psicosi potrebbe farla disinnamorare di me se qualcuno possa dirle di allontanarmi?
>>>

Stai confondendo due cose diverse a causa del bisogno che senti di questa persona, a causa di ciò che vuoi tu. Ma se lei sta così male dovresti, perdonami se te lo dico, pensare meno a te stessa e più allo stato in cui si trova lei. Considera che lei è malata e ha bisogno di curarsi e ristabilirsi. Fino ad allora dovresti sospendere tutto, sentimenti compresi.

E se nel frattempo non riesci a farlo da sola, l'indicazione è di cercare un aiuto specialistico, per te stessa.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Donato Duse Psicoterapeuta, Psicologo 14
Gentile utente, questi vissuti di colpa che prova hanno bisogno di trovare ascolto, così come le sue domande e le sue paure. Come a un certo punto suggerisce anche il collega, hanno bisogno di essere compresi, ricollocati al posto giusto nella situazione in modo che non prendano il sopravvento come "una palla di neve"...
Come le ho già scritto, non rimanga da sola, ma cerchi un/una terapeuta con cui poterne parlare in modo adeguato...
Per quanto sia difficile, tenga aperta se può la possibilità che le cose possano andare per un verso meno negativo. Un terapeuta può anche aiutarla a tenere la barra del timone, comprendere cosa sia successo alla sua ragazza, gestire i rapporti, come ci dice, più da vicino, risolvere...

Un saluto

Dr. Donato Duse
Psicologo Psicoterapeuta
OPP|V n°10413