Diventerò padre ma mia madre non è felice per me
Da qualche settimana io e la mia compagna abbiamo scoperto che diventeremo genitori.
E' stato qualcosa di desiderato e cercato da qualche mese.
Da tempo era un desiderio della mia compagna, io invece avevo qualche timore per lo più legato al lavoro, alle nostre entrate (io ho un buon lavoro, lei invece ha un'entrata molto bassa), ma da qualche mese mi sono convinto e ho abbracciato con gioia questo desiderio.
La notizia ci ha ovviamente frastornato di emozioni, gioia, paure, felicità, attesa e abbiamo aspetto qualche settimana prima di dirlo alle rispettive famiglie.
Premetto che io e la mia compagna conviviamo nella città di lei e della sua famiglia, io sono "emigrato" e la mia famiglia è a 200km di distanza.
I miei genitori rispetto ai suoi sono anche più anziani, con qualche problemino di salute e si muovono purtroppo molto raramente per venire a trovarci.
Il rapporto con mia madre è sempre stato complicato, soffre di depressione, ne ho già parlato qui in queste pagine qualche mese fa, è molto possessiva, gelosa, vorrebbe i suoi figli vicino, mette bocca in qualsiasi questione, ci vede come figli solo, non come uomini ormai vicini ai 40 anni (io 35, mio fratello 40).
Non è stata mai molto entusiasta della mia compagna, per via delle sue origini più "modeste" economicamente rispetto alla mia famiglia, al lavoro che fa, insomma per tutta una serie di questione avevo timore a dare questa notizia a lei e mio padre, ma non pensavo la reazione sarebbe stata praticamente di indifferenza anzi di critica.
L'ho chiamata per dirglielo, molto emozionato ma mia madre ha saputo solo lamentarsi del fatto che "tanto che nonna sarò, i nonni saranno i genitori della tua compagna che vivono là e vedranno sempre il nipotino/nipotina che manco ci riconoscerà mai", inoltre le ho spiegato che abbiamo già deciso dei nomi e non daremo nessun nome di genitori/suoceri per non offendere nessuno.
Lei mi ha detto tranquillamente che "i nomi che avete scelto fanno schifo", e che comunque "dovresti mettere il nome di tuo padre se è maschio, è il suo primo nipote ed è giusto così.
Gli stai mancando di rispetto".
Il tutto con un tono estremamente freddo, seccato, distante.
Questa freddezza, queste lamentele, questa distanza che ha messo anche su una cosa così importante, che sta travolgendo la nostra vita mi ha completamente devastato.
Sono due giorni che non riesco ad alzarmi dal letto, ho forti crisi di ansia e di pianto.
Tutti mi consigliano di tagliare i rapporti con lei, dopo una telefonata furiosa di due giorni fa ho intenzione di non sentirla ma ci sto male, vorrei non sentire questo bisogno e so che la responsabilità è mia che non riesco a tagliare questo cordone con mia madre, anche quando mi ferisce in un momento così importante nel quale vorrei solo condividere la gioia con le persone che amo, miei genitori compresi.
Vedo la famiglia della mia compagna, felice, compatta, unita e provo tanta invidia.
E' stato qualcosa di desiderato e cercato da qualche mese.
Da tempo era un desiderio della mia compagna, io invece avevo qualche timore per lo più legato al lavoro, alle nostre entrate (io ho un buon lavoro, lei invece ha un'entrata molto bassa), ma da qualche mese mi sono convinto e ho abbracciato con gioia questo desiderio.
La notizia ci ha ovviamente frastornato di emozioni, gioia, paure, felicità, attesa e abbiamo aspetto qualche settimana prima di dirlo alle rispettive famiglie.
Premetto che io e la mia compagna conviviamo nella città di lei e della sua famiglia, io sono "emigrato" e la mia famiglia è a 200km di distanza.
I miei genitori rispetto ai suoi sono anche più anziani, con qualche problemino di salute e si muovono purtroppo molto raramente per venire a trovarci.
Il rapporto con mia madre è sempre stato complicato, soffre di depressione, ne ho già parlato qui in queste pagine qualche mese fa, è molto possessiva, gelosa, vorrebbe i suoi figli vicino, mette bocca in qualsiasi questione, ci vede come figli solo, non come uomini ormai vicini ai 40 anni (io 35, mio fratello 40).
Non è stata mai molto entusiasta della mia compagna, per via delle sue origini più "modeste" economicamente rispetto alla mia famiglia, al lavoro che fa, insomma per tutta una serie di questione avevo timore a dare questa notizia a lei e mio padre, ma non pensavo la reazione sarebbe stata praticamente di indifferenza anzi di critica.
L'ho chiamata per dirglielo, molto emozionato ma mia madre ha saputo solo lamentarsi del fatto che "tanto che nonna sarò, i nonni saranno i genitori della tua compagna che vivono là e vedranno sempre il nipotino/nipotina che manco ci riconoscerà mai", inoltre le ho spiegato che abbiamo già deciso dei nomi e non daremo nessun nome di genitori/suoceri per non offendere nessuno.
Lei mi ha detto tranquillamente che "i nomi che avete scelto fanno schifo", e che comunque "dovresti mettere il nome di tuo padre se è maschio, è il suo primo nipote ed è giusto così.
Gli stai mancando di rispetto".
Il tutto con un tono estremamente freddo, seccato, distante.
Questa freddezza, queste lamentele, questa distanza che ha messo anche su una cosa così importante, che sta travolgendo la nostra vita mi ha completamente devastato.
Sono due giorni che non riesco ad alzarmi dal letto, ho forti crisi di ansia e di pianto.
Tutti mi consigliano di tagliare i rapporti con lei, dopo una telefonata furiosa di due giorni fa ho intenzione di non sentirla ma ci sto male, vorrei non sentire questo bisogno e so che la responsabilità è mia che non riesco a tagliare questo cordone con mia madre, anche quando mi ferisce in un momento così importante nel quale vorrei solo condividere la gioia con le persone che amo, miei genitori compresi.
Vedo la famiglia della mia compagna, felice, compatta, unita e provo tanta invidia.
[#1]
Innanzitutto complimenti e auguri per il piccolo in arrivo.
>>> non riesco a tagliare questo cordone con mia madre, anche quando mi ferisce in un momento così importante nel quale vorrei solo condividere la gioia con le persone che amo, miei genitori compresi
>>>
Glielo dirò senza preamboli: continuando a lottare per ottenere l'approvazione di sua madre, si prepari a soffrire per tutto il resto della sua vita.
Se sua madre è come l'ha descritta, cioè gelosa, possessiva e presuntuosa e vi tratta ancora come dei bambini incapaci, più si sforzerà di farle piacere e più sarà facile per lei ferirvi e farvi sentire ancora più inadeguati. Non è questione di cattiveria, è che quando una persona anziana è rimasta pesantemente insoddisfatta di qualcosa nella sua vita, un modo molto frequente per sentirsi ancora importante - e un genitore anziano solo questo può volere: essere ancora importante per i figli - è farlo in negativo.
Il mio suggerimento è di non tagliare i ponti con sua madre, ma di imparare a ridimensionare l'importanza che porta dentro di sé di questa figura. Lei si appresta a diventare genitore, figlio lo è già stato per abbastanza tempo.
Si faccia aiutare da un terapeuta se necessario.
Nel frattempo le suggerisco di rivedere la serie I Soprano, dove credo potrà riconoscere qualcosa nella madre di Tony, il protagonista.
>>> non riesco a tagliare questo cordone con mia madre, anche quando mi ferisce in un momento così importante nel quale vorrei solo condividere la gioia con le persone che amo, miei genitori compresi
>>>
Glielo dirò senza preamboli: continuando a lottare per ottenere l'approvazione di sua madre, si prepari a soffrire per tutto il resto della sua vita.
Se sua madre è come l'ha descritta, cioè gelosa, possessiva e presuntuosa e vi tratta ancora come dei bambini incapaci, più si sforzerà di farle piacere e più sarà facile per lei ferirvi e farvi sentire ancora più inadeguati. Non è questione di cattiveria, è che quando una persona anziana è rimasta pesantemente insoddisfatta di qualcosa nella sua vita, un modo molto frequente per sentirsi ancora importante - e un genitore anziano solo questo può volere: essere ancora importante per i figli - è farlo in negativo.
Il mio suggerimento è di non tagliare i ponti con sua madre, ma di imparare a ridimensionare l'importanza che porta dentro di sé di questa figura. Lei si appresta a diventare genitore, figlio lo è già stato per abbastanza tempo.
Si faccia aiutare da un terapeuta se necessario.
Nel frattempo le suggerisco di rivedere la serie I Soprano, dove credo potrà riconoscere qualcosa nella madre di Tony, il protagonista.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Grazie Dott. Santonocito,
razionalmente credo di riconoscere ciò che dice, sul soffrire tutta la vita se non ridimensiono l'importanza della figura materna. Ciò nonostante, anche dopo alcuni anni di terapia, mi ritrovo comunque in questa condizione.
Aggiungo che anche mio fratello in passato ha subito pesanti sofferenze a causa di mia madre che mal accettava la sua relazione con l'attuale moglie (con la quale ora apparentemente va d'amore e d'accordo) ma è riuscito a definire delle distanze, cosa che a me non riesce.
Grazie
razionalmente credo di riconoscere ciò che dice, sul soffrire tutta la vita se non ridimensiono l'importanza della figura materna. Ciò nonostante, anche dopo alcuni anni di terapia, mi ritrovo comunque in questa condizione.
Aggiungo che anche mio fratello in passato ha subito pesanti sofferenze a causa di mia madre che mal accettava la sua relazione con l'attuale moglie (con la quale ora apparentemente va d'amore e d'accordo) ma è riuscito a definire delle distanze, cosa che a me non riesce.
Grazie
[#3]
>>> anche dopo alcuni anni di terapia, mi ritrovo comunque in questa condizione
Forse perché in fondo lei non è ancora disposto a lasciar andare l'immagine che si porta dentro di sua madre, sua madre per come dovrebbe essere, per come la vorrebbe lei. Razionalmente vorrebbe farlo, ma sul piano emotivo non ci riesce.
Le suggerisco di tentare con un'altra terapia, magari di tipo diverso da quella fatta in precedenza. Si informi, telefoni a vari professionisti e faccia qualche domanda prima di scegliere.
Forse perché in fondo lei non è ancora disposto a lasciar andare l'immagine che si porta dentro di sua madre, sua madre per come dovrebbe essere, per come la vorrebbe lei. Razionalmente vorrebbe farlo, ma sul piano emotivo non ci riesce.
Le suggerisco di tentare con un'altra terapia, magari di tipo diverso da quella fatta in precedenza. Si informi, telefoni a vari professionisti e faccia qualche domanda prima di scegliere.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
Per questi ultimi sintomi che menziona, pensieri depressivi e suicidari, i farmaci possono certo essere utile, in generale. Dovrebbe interpellare un medico psichiatra per una risposta più precisa.
Riuscendo ad alleviare tali sintomi, anche il lavoro psicoterapeutico sulle questioni di cui ci ha parlato finora, cioè il rapporto con sua madre, potrebbe esserne facilitato.
Riuscendo ad alleviare tali sintomi, anche il lavoro psicoterapeutico sulle questioni di cui ci ha parlato finora, cioè il rapporto con sua madre, potrebbe esserne facilitato.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Prego, un caro saluto
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 03/03/2022.
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