Cosa posso fare con mia madre, che considero una persona tossica?

Buonasera, volevo chiedere una mano a persone esterne, in quanto sono molto agitata e non riesco a pensare lucidamente.
(Piccola premessa, io sono maggiorenne e ho dei fratelli più piccoli, tutti minorenni).

Parto dicendo che mia madre è sempre stata molto autoritaria nei confronti di me e dei miei fratelli, trattandoci più volte come persone non capaci di fare semplici mansioni di casa ("non sai fare un cazz*, levati che faccio io" "sei un deficiente, non si fa così" "sei ridicol*" ecc) e alcune volte sfociando in un comportamento passivo aggressivo (non mi ha rivolto la parola per un mese dopo che le ho fatto coming out); ci ha sempre umiliato davanti agli altri e mi ha negato delle cure psicologiche quando gliele ho chieste, in quando per lei gli psicologi non sono affidabili.

A casa si alternano periodi di tranquillità, in cui tutto va bene, a momenti di assoluto caos, dati principalmente dalle mie liti con mia madre (di cui mi dà sempre la colpa, dicendo che "sto cercando di rovinare questa famiglia").

Ieri abbiamo litigato, visto che aveva iniziato ad insultare pesantemente mio fratello per un motivo stupido, e ho cercato di proteggerlo prendendo le parti di lui.

Dopo qualche insulto verbale, mi prende, mi butta a terra e tenta di soffocarmi (finché non è intervenuto mio fratello separandoci).
Subito dopo ha detto che dovevo andarmene di casa, che le dovevo dare i vestiti perché erano una cosa sua e non potevo neanche riprendermi i miei documenti.
Sono uscita di casa, e dopo qualche ora mi ha scritto dicendomi che dovevo tornare.
Sono rientrata e dopo essermi assicurata che i miei fratelli stessero bene (visto che aveva picchiato anche loro), mi sono chiusa in camera mia.

Cosa dovrei fare?
Ho parlato con mio padre (al telefono) e mi ha detto che aveva intimato a mia madre di chiedermi scusa; mia madre dopo qualche minuto è venuta e mi ha detto "So che non accetterai le mie scuse" (in tono aggressivo) e che "Se avesse veramente voluto mi avrebbe strozzata".
(Mio padre sta spesso a lavoro, visto che mia madre non lavora, e quindi viene spesso tagliato fuori da queste liti, in quanto mia madre non gliele dice e io non riesco a spiegargli tutto bene perché mi prendono attacchi di panico quando ci provo).

Non so che fare, sono scossa e voglio pensare al benessere mio e dei miei fratelli.

Ieri è stata la prima volta che ha abusato di me fisicamente, ma è già da tanto tempo che quando litighiamo abusa di me psicologicamente (cito testuali parole "Non me ne frega un cazz* se ti ammazzi, tanto non sei mia figlia") e cerca di negare la mia identità sessuale "perché Dio dice che è sbagliato", "io conosco mia figlia, tu non sei gay, è solo una moda".
Ogni volta che parlo con i miei amici per chiedere consiglio o conforto dice che "lo faccio per farla sembrare cattiva" quando in realtà "sono io che sono una persona superba e orgogliosa a cui non si può dire nulla".

Vi ringrazio in anticipo per le risposte e vi auguro buona giornata.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
In caso di abusi fisici e pericolo per la propria incolumità c'è solo un'alternativa, se gli altri familiari non possono, non riescono o non vogliono far nulla: la via giudiziaria. Rivolgiti alle autorità di pubblica sicurezza e denuncia l'accaduto.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2021 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Cara Utente,
oltre a ribadire il primo punto fermo suggerito dal collega: se dovesse sentirsi/essere in pericolo chiami le autorità senza indugi, la inviterei anche a cercare di coinvolgere di più suo padre, se lo ritiene portatore di un modello diverso (non violento) e più nutriente per lei e per i suoi fratellini.

Ha detto che quando ci ha provato le venivano quasi degli attacchi di panico (probabilmente le emozioni sottostanti sono davvero forti e intense), per questo motivo potrebbe provare prima da sola a immaginare un discorso che gli farebbe se fosse lì con lei, in modo da provare ad abituarsi (almeno un pò) alle emozioni che proverà nella circostanza in cui chiederà il suo aiuto.

Se nemmeno questa strada dovesse risultare utile, provi a contattare un centro anti-violenze della sua zona.

Cordialmente