Lutto per il proprio compagno

Buongiorno,
sono di nuovo a scrivere dopo quasi un mese dalla morte del mio compagno.
Ci ha lasciati da soli all'improvviso per un infarto che non ci aveva minimamente preparati.
Nostro figlio era legatissimo a lui, forse più che a me.
E adesso siamo a pezzi.
A parte le preoccupazioni economiche e organizzative, mi sento persa.
Insieme eravamo tutto, avevamo tanti progetti.
Lui mi amava e io amavo lui.
Mi sento finita e vuota.
Non ho nemmeno 35 anni e già sono vedova.
Vorrei morire anche io e l'unico motivo per cui non lo faccio è nostro figlio che non potrebbe tollerare anche questa perdita.
Vi prego di aiutarmi a capire come fare.
Spesso mi prende l'angoscia o una crisi di pianto.
Ho i familiari e qualche amica che provano a starci vicino ma mi sembra tutto un surrogato perché loro non sono lui.
Di tutte le morti che avrei potuto accettare, la sua era l'ultima.
Mi sembra una beffa del destino.
Per favore aiutatemi...
[#1]
Dr. Marco Di Cugno Psicologo, Psicoterapeuta 50 3
Caro utente,
Mi dispiace molto per ciò che sta vivendo, non riesco neanche ad immaginare il dolore che sta provando in questo momento, non la posso aiutare con poche righe ma le posso fornire qualche ahimè fredda informazione: mediamente l'essere umano ci mette un anno ad elaborare un lutto di una persona cara, inizialmente si verificano fenomeni riconducibili ad un episodio depressivo maggiore, (umore prevalentemente depresso, perdita di appetito, disturbi del sonno, calo dell'energia percepita ecc), questo è per dirle che ciò che sta provando è assolutamente normale e che il tempo, per quanto possa sembrare assurdo, sanerà anche questa ferita.. la cicatrice rimarrà, ma non farà più cosi male, ed un giorno, quando penserà al suo amato compagno al posto di una lacrima magari ci sarà un sorriso, ricordandolo con felicità e serenità.
So che tutto questo le sembra assurdo e utopistico... non possiamo toglierle il dolore che sta provando, questa profonda tristezza è il veicolo che le permetterà di elaborare ciò che è accaduto e di crescere ulteriormente come persona, mai raggiungiamo livelli di autoriflessione cosi profondi come quando siamo tristi, in ogni caso ciò che potrebbe tamponare la ferita è parlare con un professionista, il supporto psicologico è raccomandato in queste circostanze
Un caro saluto
Dr Marco Di Cugno

Dr. Marco Di Cugno Psicologo Clinico a indirizzo cognitivo-comportamentale esperto nel trattamento di disturbi ansiosi e depressivi
www.marcodicugno

[#2]
Dr. Donato Duse Psicoterapeuta, Psicologo 14
Gentile utente,

non posso che leggere nelle sue righe il suo dolore tremendo. E comprendere assieme a lei questo senso di vuoto, di precarietà, di ingiustizia del destino, frutto di quanto è successo e anche dell'imprevedibilità, così all'improvviso...

Immagino che in questo momento vedere altro che il dolore sia davvero difficile.
Mi auguro tuttavia che possa trovare uno spiraglio, da qualche parte, per poter cercare un ascolto, magari con un/una collega della sua zona, con cui condividere il peso che porta.
Lo faccia, se può.

Un caro saluto

Dr. Donato Duse
Psicologo Psicoterapeuta

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