Bimbo di 20 mesi crisi di rabbia
Buongiorno, il mio bimbo di 20 mesi da circa 3 mesi ha cominciato ad avere crisi di pianto-rabbia inconsolabili.
è un bimbo molto attivo, ha camminato a 16 mesi e dice solo mamma, solo quando serve per ottenere qualcosa.
le crisi cominciano sempre da una negazione, quindi qualcosa che non può prendere e gli viene detto di no e lui si sdraia per terra, piangendo (senza lacrime) e sbattendo braccia e testa, inarcando la schiena e lanciando ciò che trova.
la nostra reazione di solito è spiegargli perché non si può fare - con scarsi risultati - e lasciarlo sfogare per qualche minuto e poi sedersi accanto a lui, cercando di calmarlo o distrarlo, con il rischio che ci graffi o ci morda per sfogarsi.
Da circa 10 giorni, tutto ciò si è acutizzato e si presenta anche quando deve mangiare.
faccio una premessa su questo tema, ha sempre mangiato, non tutto, ma con piacere (è al 70percentile) e ora appunto da circa 10 giorni, appena lo metto sul seggiolone, inizia a piangere inarcando la schiena e sbattendo la testa contro lo schienale e lanciando ciò che ha davanti.
Altrimenti si fissa indicando il frigo che vuole solo la ricotta (ho già consultato il mio pediatra, che mi ha suggerito di non cedere per qualche giorno - infatti un paio di sera è andato a letto senza mangiare).
se lo scendo dal seggiolone, continua la sua crisi, fino a che non si stufa o si distrae e quindi smette.
non so più cosa fare, perché fino a che le crisi riguardavano dei no, riuscivamo a gestirli senza conseguenze, ora che le crisi sono relazionate al cibo, sono un po' preoccupata e non so come comportarmi.
gli do ciò che vuole ricotta, biscotti e grissini?
o tengo dura gli spiego che la cena è quella proposta, con la conseguenza che si va a letto senza cena?
non sono cerca che il concetto gli sia ben chiaro, anche perché mentre piange disperato, non credo che riesca a comprendere molto.
qual è il comportamento che dobbiamo tenere?
Grazie mille
Saluti
è un bimbo molto attivo, ha camminato a 16 mesi e dice solo mamma, solo quando serve per ottenere qualcosa.
le crisi cominciano sempre da una negazione, quindi qualcosa che non può prendere e gli viene detto di no e lui si sdraia per terra, piangendo (senza lacrime) e sbattendo braccia e testa, inarcando la schiena e lanciando ciò che trova.
la nostra reazione di solito è spiegargli perché non si può fare - con scarsi risultati - e lasciarlo sfogare per qualche minuto e poi sedersi accanto a lui, cercando di calmarlo o distrarlo, con il rischio che ci graffi o ci morda per sfogarsi.
Da circa 10 giorni, tutto ciò si è acutizzato e si presenta anche quando deve mangiare.
faccio una premessa su questo tema, ha sempre mangiato, non tutto, ma con piacere (è al 70percentile) e ora appunto da circa 10 giorni, appena lo metto sul seggiolone, inizia a piangere inarcando la schiena e sbattendo la testa contro lo schienale e lanciando ciò che ha davanti.
Altrimenti si fissa indicando il frigo che vuole solo la ricotta (ho già consultato il mio pediatra, che mi ha suggerito di non cedere per qualche giorno - infatti un paio di sera è andato a letto senza mangiare).
se lo scendo dal seggiolone, continua la sua crisi, fino a che non si stufa o si distrae e quindi smette.
non so più cosa fare, perché fino a che le crisi riguardavano dei no, riuscivamo a gestirli senza conseguenze, ora che le crisi sono relazionate al cibo, sono un po' preoccupata e non so come comportarmi.
gli do ciò che vuole ricotta, biscotti e grissini?
o tengo dura gli spiego che la cena è quella proposta, con la conseguenza che si va a letto senza cena?
non sono cerca che il concetto gli sia ben chiaro, anche perché mentre piange disperato, non credo che riesca a comprendere molto.
qual è il comportamento che dobbiamo tenere?
Grazie mille
Saluti
[#1]
Il suo bambino è probabilmente per temperamento portato a reagire così alle frustrazioni e il vostro compito, come genitori, è correggerlo gradualmente e abituarlo a sopportare le negazioni. È chiaro che a quell'età ancora non può capirlo e quindi la parola d'ordine è: pazienza.
>>> la nostra reazione di solito è spiegargli perché non si può fare - con scarsi risultati - e lasciarlo sfogare per qualche minuto e poi sedersi accanto a lui, cercando di calmarlo o distrarlo
>>>
Sì, questo va bene. Non importa se adesso non lo capisce, lo capirà più avanti. È una lingua anche questa, che va imparata.
>>> con il rischio che ci graffi o ci morda per sfogarsi
>>>
Non è una belva feroce, non credo potrà farvi troppo male, ma se proprio volete evitare i graffi evitate di stargli troppo vicino.
>>> la nostra reazione di solito è spiegargli perché non si può fare - con scarsi risultati - e lasciarlo sfogare per qualche minuto e poi sedersi accanto a lui, cercando di calmarlo o distrarlo
>>>
Sì, questo va bene. Non importa se adesso non lo capisce, lo capirà più avanti. È una lingua anche questa, che va imparata.
>>> con il rischio che ci graffi o ci morda per sfogarsi
>>>
Non è una belva feroce, non credo potrà farvi troppo male, ma se proprio volete evitare i graffi evitate di stargli troppo vicino.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.2k visite dal 25/02/2022.
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