Il prezzo che ho dovuto pagare è stata però una depressione
gentili dottori
vi scrivo perchè non riesco a gestire bene i sensi di colpa che mi attanagliano.
Mi spiego meglio: sono un ragazzo a cui mancano un paio di anni per completare il percorso universitaio.La facoltà di ingegneria è parecchio difficile ma anche se il ritardo è notevole i risultati ottenuti sono più che buoni.In tutti questi anni mi sono sempe occupato della mia famiglia avendo perso il padre da piccolo, sono stato sempre vicino ai miei familiari e mi sono impegnato per risolvere diverse questioni familiari.Il prezzo che ho dovuto pagare è stata però una depressione di media entità ma di durata prolungata ( diagnosticata da uno specialista)e che sto curando con una terapia farmacologica. Ho dei sensi di colpa molto forti verso la mia famiglia, soprattutto verso mia madre.So di averla delusa, fose ho deluso prima di tutto me stesso, anche se razionalmente so di essermi ammalato.Cerco di andare avanti sfozandomi di fare il mio dovere ma i sensi di colpa sono grandi.sono colpevole di essermi ammalato?? eppure mi sento in colpa, e mi sento estremamente a disagio con me stesso.spero possiate darmi i vostri pareri, è una situazione emotiva che non riesco più a gestire e che ha avuto delle ripercusioni a livello "psicosomatico" con manifestazioni, anche imposrtanti a livello gastico ed intestinale.
Vi ringrazio per la vostra disponibilità
vi scrivo perchè non riesco a gestire bene i sensi di colpa che mi attanagliano.
Mi spiego meglio: sono un ragazzo a cui mancano un paio di anni per completare il percorso universitaio.La facoltà di ingegneria è parecchio difficile ma anche se il ritardo è notevole i risultati ottenuti sono più che buoni.In tutti questi anni mi sono sempe occupato della mia famiglia avendo perso il padre da piccolo, sono stato sempre vicino ai miei familiari e mi sono impegnato per risolvere diverse questioni familiari.Il prezzo che ho dovuto pagare è stata però una depressione di media entità ma di durata prolungata ( diagnosticata da uno specialista)e che sto curando con una terapia farmacologica. Ho dei sensi di colpa molto forti verso la mia famiglia, soprattutto verso mia madre.So di averla delusa, fose ho deluso prima di tutto me stesso, anche se razionalmente so di essermi ammalato.Cerco di andare avanti sfozandomi di fare il mio dovere ma i sensi di colpa sono grandi.sono colpevole di essermi ammalato?? eppure mi sento in colpa, e mi sento estremamente a disagio con me stesso.spero possiate darmi i vostri pareri, è una situazione emotiva che non riesco più a gestire e che ha avuto delle ripercusioni a livello "psicosomatico" con manifestazioni, anche imposrtanti a livello gastico ed intestinale.
Vi ringrazio per la vostra disponibilità
[#1]
Gentile ragazzo, i suoi sensi di colpa rappresentano uno dei sintomi della sua depressione che sta già trattando farmacologicamente. Quando comincerà ad ottenere un miglioramento del quadro complessivo anche questi dovrebbero perdere la loro intensità. Tuttavia per poter miglirare e/o accellerare il processo di elaborazione di quest'ultimi potrebbe valutare l'idea di associare alle cure psichiatriche anche quelle di tipo psicoterapico (se non lo sta già facendo) di orientamento comportamentale o breve-strategico.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente,
i sensi di colpa sono dei sintomi della sua difficoltà emotiva che comunque sta trattando farmacologicamente e alla quale potrebbe affiancare un percorso di psicoterapia cognitiva-comportamentale che può aiutarla a elaborare meglio le cause della sua difficoltà psicologica. Noto dalle sue parole che ha una buona capacità di collegare il suo malessere con aspetti della sua vita e magari in psicoterapia potrebbe avere la possibilità di poter indagare meglio le cause della sua problematica. Non si deve sentire assolutamente in colpa di vivere un momento di difficoltà esistenziale: l'essere umano non è perfetto. La vita spesso ci offre momenti in cui dalle crisi possiamo trasformare la sofferenza in una nuova partenza: la sofferenza che prova ha una causa che può arrivare a conoscere con l'aiuto dello psicoterapeuta.
Cordiali saluti
i sensi di colpa sono dei sintomi della sua difficoltà emotiva che comunque sta trattando farmacologicamente e alla quale potrebbe affiancare un percorso di psicoterapia cognitiva-comportamentale che può aiutarla a elaborare meglio le cause della sua difficoltà psicologica. Noto dalle sue parole che ha una buona capacità di collegare il suo malessere con aspetti della sua vita e magari in psicoterapia potrebbe avere la possibilità di poter indagare meglio le cause della sua problematica. Non si deve sentire assolutamente in colpa di vivere un momento di difficoltà esistenziale: l'essere umano non è perfetto. La vita spesso ci offre momenti in cui dalle crisi possiamo trasformare la sofferenza in una nuova partenza: la sofferenza che prova ha una causa che può arrivare a conoscere con l'aiuto dello psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dr.ssa Federica Ludovici
[#7]
Ex utente
Grazie mille per le vostre risposte, mi permetto di chiedervi quale tipo di strategie è possibile mettere in pratica per lenire il senso di colpa, meglio ancora per sconfiggerlo.Esistono dei libri, oltre quello consigliatomi dalla dottoressa ( che ringrazio ) per mettere in campo strategie cognitive e comportamentali utili ??
Mi farebbe piacere sentire anche l' opinione del dottor Santonocito, riguardo al post da me proposto.
Di nuovo grazie.
Mi farebbe piacere sentire anche l' opinione del dottor Santonocito, riguardo al post da me proposto.
Di nuovo grazie.
[#8]
Gentile Utente
le letture sono molto utili e certamente consigliabili, credo tuttavia che nel suo caso sia necessario chiedere anche una consulenza psicologica al fine di poter individuare correttamente tutte le variabili in gioco e programmare una strategia di intervento mirata.
Cordiali saluti
le letture sono molto utili e certamente consigliabili, credo tuttavia che nel suo caso sia necessario chiedere anche una consulenza psicologica al fine di poter individuare correttamente tutte le variabili in gioco e programmare una strategia di intervento mirata.
Cordiali saluti
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#10]
Gentile ragazzo, penso che abbia ragione, la facoltà d'ingegneria è una delle più difficili che ci siano - forse la più difficile. A me stava capitando quasi d'esaurirmi mentre mi laureavo in psicologia, pensi un po'. Immagino quindi cosa deve star passando lei.
Forse avrà già letto il mio articolo sulla depressione:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
È difficile dare dei suggerimenti online su cosa fare o cosa non fare, perché si rischia una delle seguenti cose:
1. Di sbagliare, e di fare danni.
2. Di non ottenere alcun effetto, delegittimando in tal modo l'efficacia della cura psicoterapeutica, che "dal vivo" invece è reale.
3. D'indovinarla, autorizzando tutti gli altri utenti a inondarci di richieste d'indicazioni pratiche (rischiando quindi nuovamente 1 e 2, che sono le più probabili).
Se dopo un anno di cura farmacologica ancora non sta ottenendo i risultati sperati, dovrebbe innanzitutto parlarne con il curante che la sta seguendo, chiedendo magari una rivalutazione della cura.
Poi può sempre decidere di rivolgersi a uno psicoterapeuta, e decidere assieme a lui se essere seguito anche da questo punto di vista. Le suggerisco un orientamento terapeutico attivo e focalizzato, come quello breve strategico o quello cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
Forse avrà già letto il mio articolo sulla depressione:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
È difficile dare dei suggerimenti online su cosa fare o cosa non fare, perché si rischia una delle seguenti cose:
1. Di sbagliare, e di fare danni.
2. Di non ottenere alcun effetto, delegittimando in tal modo l'efficacia della cura psicoterapeutica, che "dal vivo" invece è reale.
3. D'indovinarla, autorizzando tutti gli altri utenti a inondarci di richieste d'indicazioni pratiche (rischiando quindi nuovamente 1 e 2, che sono le più probabili).
Se dopo un anno di cura farmacologica ancora non sta ottenendo i risultati sperati, dovrebbe innanzitutto parlarne con il curante che la sta seguendo, chiedendo magari una rivalutazione della cura.
Poi può sempre decidere di rivolgersi a uno psicoterapeuta, e decidere assieme a lui se essere seguito anche da questo punto di vista. Le suggerisco un orientamento terapeutico attivo e focalizzato, come quello breve strategico o quello cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
[#11]
Ex utente
Dottori vi scrivo perchè sto vivendo un periodo di forte ricaduta della depressione.Ho frequenti crisi di pianto e non riesco ad alzarmi dal letto.Ho consultato il mio psichiatra il quale mi ha solo consigliato di continuare la cura.Posso far qualcosa per migliorare il mio umore?? vi ringrazio del tempo che spero mi dedicherete.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 3.5k visite dal 15/06/2009.
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