Che cos'ho?

Gentili dottori,
Chiedo questo consulto per un parere.
Premetto che ho cominciato una terapia cognitivo-comportamentale, ho fatto solo la prima seduta.


Ad ogni modo, soffro di ansia da un annetto, precisamente da qualche giorno dopo la malattia di mia nonna.
Lei è come una madre per me, e anche se poi è guarita, quell’attimo in cui è stata malissimo e l’abbiamo portata in ospedale mi ha segnata come un evento tragico.

Ho sofferto per i primi mesi di ipocondria, nel senso che controllavo il mio cuore, il mio respiro (sensazione di fiato corto) e spesso anche i dolori nella zona del colon per paura del cancro.
Mi vergogno ma se ci penso, per diverse settimane controllavo anche le feci alla ricerca di sangue sospetto che indicasse la presenza di un cancro.

In estate si è attenuato, ma ho iniziato a soffrire di attacchi di panico quando andavo in un’altra città.
Quando ero con una amica o col mio fidanzato a Roma, Milano, Parigi, ogni giorno avevo paura di uscire e attacchi di panico, che si attenuavano una volta tornata in hotel.


Dopo la vacanza in Francia, in cui ho avuto un attacco di panico tremendo, sono tornata in Italia e avevo l’università il giorno dopo.
Ebbene, il primo giorno di università è cambiato tutto.
Mi sono svegliata con una sensazione di angoscia immotivata, come se avessi cristallizzato quella sensazione immediatamente precedente agli attacchi di panico (voglia di fuggire, ansia che stia per accadere una catastrofe).
Lì per lì pensavo che fosse perché non avevo piacere di andare all’università, ma so che non è vero siccome sono una studentessa modello con la media più alta del corso e ho sempre amato la mia materia.
Tuttavia, non riesco a concentrarmi sulle cose belle.
E’ come se tutto mi sembrasse effimero rispetto al mio problemone indefinito.
Ho il bisogno costante di controllare continuamente se le cose mi piacciano.
Ad esempio ho visto una attrice che riceveva un premio ed era molto contenta, allora ho provato a immedesimarmi in lei nella speranza di sentirmi felice, ma ovviamente niente.
Più ricerco belle sensazioni più esse fuggono.

In più, mi faccio continue domande sul senso della vita e sul senso di ogni cosa che vivo.
Ora ho paura di essere depressa, come prima avevo paura di avere malattie organiche.
Cioè controllo sempre se ho i sintomi dei depressi e leggo testimonianze.
Prima avevo paura del cuore e quello batteva più forte, ora ho paura della depressione e mi sembra di sentirmi triste.
Però penso che solo i depressi pensano alla depressione, i sani non lo fanno, quindi ho un problema...

Cosa ne pensate?
E’ risolvibile il mio problema?
Ho paura che sia troppo indefinito per avere una cura.
Non ho fobie o paure specifiche, ma ossessioni che viaggiano dalla paura della depressione, alla paura che un giorno mi ucciderò anche se voglio essere felice, alla paura che non troverò mai la felicità nella mia vita.
La psicologa mi ha detto che non è depressione ma ansia, in particolare da separazione.