Sono preoccupato per mia sorella

Salve, vi scrivo perché da diverso tempo sono preoccupato per mia sorella.
Io ho 32 anni, sono in terapia da un paio di anni e parlo spesso con il mio terapeuta dell’argomento, ma mi piacerebbe avere anche un riscontro esterno, o dei consigli.
Ciò che mi preoccupa è che mia sorella, di 29 anni, non ha mai avuto una relazione sentimentale e non frequenta mai amici.
L’amicizia più stretta è quella con nostra madre, da sempre, che secondo me nel tempo l’ha fortemente condizionata.
Da qualche tempo provo a chiederle di uscire con me e i miei amici, di fare qualcosa insieme, ma molto spesso inventa delle scuse, o evita di rispondermi.
Quando cerco di chiederle se c’è qualcuno che le piace a livello sentimentale o se ha voglia di una relazione cambia immediatamente discorso o resta in silenzio.
Io non voglio pressarla in nessun modo, anche perché è una persona timida e riservata, ma ho paura che, più avanti, possa realizzare che amici e sfera sentimentale sono una parte importante della vita.
Adesso ha sei nuovi amici, che spesso la invitano fuori, ma lei rifiuta altrettanto spesso e solo in rare occasioni esce (e si diverte, me lo racconta, ma poi è come se lo dimenticasse).
Per 2 anni, prima di trovare lavoro, è rimasta chiusa in casa ed era impossibile farla schiodare dal divano, io ero ancora piccolo per capirlo e ho cercato di spronarla in modo sbagliato (cercando di farle capire, a modo mio, che alla sua età doveva crescere e aprirsi), ma ho chiaramente sbagliato e non voglio ripetere l’errore.
Siamo cresciuti in una famiglia molto difficile (per utilizzare un aggettivo non troppo estremo... ) e negli ultimi anni, da poco prima di iniziare la terapia, ho cercato di aiutare lei e i miei genitori, economicamente e mentalmente.
Le racconto spesso delle sedute e dei temi che tratto, per coinvolgerla e per farle capire che è un’esperienza positiva, lei si dice interessata ma non ha mai fatto un passo in questo sento.
Il mio terapeuta mi ha consigliato di invitarla ad una mia seduta, per parlare con lei di dinamiche famigliari, e per farle capire che non c’è niente di cui vergognarsi e che tipo di relazione si imposta tra paziente e psicologo.
Io, però, ho paura che lei si senta in difficoltà nel fare una cosa del genere vi chiedo se secondo voi può essere una buona idea, e quale modo migliore per comunicarla.

Io non voglio forzarla, ne entrare eccessivamente nella sua vita (cosa che spesso hanno fatto i nostri genitori), ma ho la forte paura che un giorno possa avere dei rimorsi.

Grazie
M
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La preoccupazione per sua sorella è comprensibile. Tuttavia, dice di non volerla forzare, ma di fatto sembra proprio ciò che sta facendo. Cioè non riesce ad accettare che l'aiuto vero, efficace, parte sempre da una richiesta dell'interessato. L'aiuto non richiesto spesso si trasforma in danno.

Perciò il suggerimento è di pensare prima a risolvere le sue ansie, con la sua terapia. Quando imparerà a stare bene, sarà il miglior esempio che potrà dare a sua sorella, che se ne accorgerà e potrà eventualmente pensare a migliorare se stessa.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
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