Continuo stato di ansia

sono un ragazzo di 22 anni, un po' timido e riservato, nato e cresciuto in una famiglia particolarmente religiosa ed esigente. fino a 17 ho condotto una vita molto serena e tranquilla, con buoni o ottimi risultati scolastici, buoni rapporti sociali con amici e conoscenti, e soprattutto un ottimo rapporto con me stesso; come dicevo un po' timido, ma molto sicuro di me in altri ambiti (ad esempio scolastico).
a 17 anni tutto a un tratto un certo evento mi ha portato drammaticamente a ripensare a me stesso e a rivedere il mio rapporto con il mondo: le precedenti certezze, alimentate anche da un forte sentimento religioso sono state via via rimpiazzate da incertezze ed ansie. nel giro di pochi anni mi sono ritrovato colmo di dubbi e in perenne ricerca di risposte, che hanno finito per spaziare tra molti campi, fino a ricadere in uno stato di continua ansia: nello specifico, da 3-4 anni ogni qualvolta cerco di applicarmi in qualsiasi attività, dallo studio, allo sport, al lavoro, un senso di inadeguatezza, di "non potercela fare" mi colpisce; sento come se qualcosa mi dicesse che cosìccome le tue certezze sono sfumate una volta, ciò accadrà di nuovo; come se ogni tentativo di agire fosse sbagliato in partenza, inficiato da miei errori di interpretazione della realtà, da illusioni. Ad esempio, ogni qualvolta mi approccio ad un problema (ma anche un'attività ritenuta piacevole) che richieda un impegno intellettuale, la concetrazione, l'impegno e l'attenzione scemano vertiginosamente, rendendo inutile e anzi dannoso qualsiasi tentativo di sforzo.
In somma, mi sento in dovere di mettere continuamente in discussione ogni mio pensiero ed azione (ammesso che ci sia), con il risultato che non riesco a concludere nulla in maniera soddisfacente.
Al momento ritengo ancora si tratti dei prodromi di quella crisi iniziale e che una buona iniezione di fiducia in se stessi, magari applicandosi in attività in cui ancora riesco abbastanza, possa attenuare il mio problema, ma gli effetti dell'ansia, ormai "abituale" da 4-5 anni si fanno sempre più gravi, anche a livello psicosomatico (ho consultato un dermatologo con buoni risultati, ma naturalmente non ho risolto il problema alla radice). ad oggi non ho mai fatto ricorso a cure o specialisti, ma visti gli innumerevoli tentativi di risolvere questo mio problema ho pensato che un consulto sia quanto meno un'esperienza da provare.
Grazie per la disponibilità.
Distinti Saluti.
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
Sono d'accordo: in questo caso un consulto è almeno da provare perchè i sintomi da lei descritti (bassa autostima, ansia, difficoltà di concentrazione) riportano ad una condizione psicologica che andrebbe approfondita.

La prima cosa da fare è confrontarsi col suo medico.

Inoltre, magari mi sbaglio, lei mi sembra una persona molto profonda, e da un lavoro di tipo psicologico potrebbe trarre molti vantaggi.

Provi a leggere questi due articoli:

- https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html questo spiega cos'è l'ansia e come si impara a gestirla

- https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/ che spiega come riconoscere se si è depressi

Provi, non perda altro tempo
[#2]
Dr.ssa Federica Ludovici Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile utente,
descrive una situazione di ansia, inicurezza e inadeguatezza, bassa autostima e difficoltà ad impegnarsi (forse per paura di fallire?). Bisognerebbe approfondire bene i suoi condizionamenti passati,come valuta se stesso e le situazioni che vive,quali sono i pensieri che fa prima di affrontare una qualsiasi attività sia piacevole che problematica. Le consiglio una psicoterapia cognitivo-comportamentale; il suo disagio ha sicuramente una causa e capire i meccanismi che lo hanno causato e che lo mantengono sicuramente sarà utile per lei: ma questo lo può fare intraprendendo un percorso con uno specialista psicoterapeuta.
Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Ludovici

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le tempestive risposte e la documentazione linkata.
Da parte mia contatterò in settimana uno psicologo, almeno per approfondire la questione e vedere come sia possibile agire.
Ringrazio anche la Dott.ssa Ludovici per le specifiche indicate: in effetti sono convinto che un'analisi approfondita di quelli che possono essere i condizionamenti passati sia la chiave, o almeno una delle chiavi per far luce sulla questione.
Concludo con uno spunto per chiarirmi: non penso che la mia ansia sia dovuta tanto ad una paura di fallire, quanto piuttosto al timore che la mia comprensione del problema da risolvere, della situazione o in generale della realtà in tutti i suoi contesti, sia dettata da scelte arbitrarie, da illusioni. Ecco, credo sia una parola chiave: il timore di illudermi; non appena provo a sentirmi realizzato o anche solo agire in una qualsiasi attività, nasce in me la consapevolezza che si tratta solo di un'impressione soggettiva ed è ciò che non riesco ad accettare. In somma, mi sento in gabbia, come se la mia capacità di provare piacere o anche di agire fosse ostaggio di qualcun'altro.
In ogni caso, grazie ancora per la disponibilità e l'attenzione riservatami.
Cordiali Saluti.
[#4]
Dr.ssa Federica Ludovici Psicologo, Psicoterapeuta 45 1
Gentile utente,
sono contenta che sia deciso nel risolvere il suo disagio e che chiederà aiuto ad uno specialista.
In bocca al lupo e mi faccia sapere come va!
CORDIALI SALUTI
[#5]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Benissimo,
non posso che associarmi alle felicitazioni della Collega, e le auguro un buon lavoro su di sé
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto