Scelte lavorative e tensioni da parte di parenti, familiari e amici di famiglia

Gentili membri di medicitalia.
it,

Mi piacerebbe avere una serie di consigli in merito ad una situazione alquanto complessa.

Cercherò di spiegare il tutto mediante una serie di paragrafi argomentativi.


In primo luogo, vorrei sottolineare che già prima dello scoppio della pandemia e del decesso
di mio padre (marzo 2020), sentivo il bisogno di trasferirmi in Inghilterra
(la regione del South East per intenderci).
Ho sempre avuto la passione di fare carriera nel settore
Digital Marketing e Social Media Marketing, che in quella nazione è molto avanzato e garantisce
molte opportunità di crescita.
Inoltre, dato che sono stato diverse volte in vacanza studio
in diverse città come Oxford, Brighton e Londra, mi sono reso conto che anche a livello ambientale
e psicologico mi trovo meglio là che nella mia regione di origine.


Nella sostanza a me piace vivere in Inghilterra non solo per denaro e soldi, ma anche perchè a livello
caratteriale mi trovo meglio con la gente di là piuttosto che con gli abitanti della mia regione.
Non
mi sono mai sentito soddisfatto in merito al mio luogo originale di residenza e nel mio comune in
Italia.


In secondo luogo, mio fratello era già riuscito a trasferirsi a Cork in Irlanda prima di due eventi cruciali
(decesso padre per problemi cardiaci + COVID 19).
Già al tempo si era creato un clima di negatività nei
suoi confronti.
Molti familiari/parenti/amici di famiglia erano insoddisfatti delle scelte professionali di mio
fratello e percepivano quasi un senso di mortificazione nei suoi confronti.


Durante questo periodo del COVID 19 in primo luogo mi sono impegnato a seguire delle certificazioni in remoto
dall'Inghilterra nel settore Digital Marketing e Social Media Marketing.
In secondo luogo ho anche svolto
delle internship in remoto per delle aziende di Digital Marketing in Inghilterra sempre nello stesso settore
per accumulare esperienza e lettere di referenze.


Il mio obiettivo è quello di acquisire esperienza di almeno 1 anno + referenze in inglese come Digital Marketing
Assistant entro agosto 2022.
Il secondo passo è quello di prendere lo IELTS for UK Visas and Immigration che è
necessario per il nuovo sistema di immigrazione post Brexit.
L'obiettivo finale è quello di trasferirmi legalmente
mediante lo skilled worker visa in Inghilterra ed applicare per ruoli come Digital Marketing Executive o Marketing
Executive.
Ovviamente le internship in remoto sono finalizzate ad ottenere esperienza regressa nel settore
e referenze in Inglese dimostrabili.


Anche in questo caso mi sono reso conto che i miei familiari/parenti/amici di famiglia sono delusi dalle mie scelte lavorative
e tendono a convincermi a rimanere nel mio comune di residenza.
In seguito, queste persone
più volte hanno fatto pressioni psicologiche per far rientrare nostro fratello o hanno rilasciato critiche controverse sempre
su mio fratello e il suo lavoro in Irlanda.
Noi siamo disposti ad assumere badante convivente per la famiglia nostra in Italia.

Il progetto mio e di mio fratello segue dei passi specifici:

1 In primo luogo vogliamo assumere una badante anche convivente per la nostra
famiglia dato che nostra madre è rimasta vedova ma è autosufficiente. Probabilmente,
avendo una persona in casa che la segue potrebbe esserci un clima di maggiore
tranquillità

2 Adottare un mediatore familiare/psicologo per calmare le acque in famiglia e comunicare
le nostre volontà quando in Italia c'è un clima di maggiore tranquillità in merito al COVID19

3 Una volta che siamo sicuri che abbiamo la badante in casa, e i nostri parenti sono più tranquilli,
io mi trasferisco in Inghilterra mediante il nuovo skilled worker visa introdotto dopo la Brexit.

La prospettiva familiare è completamente inversa ovvero quella di manipolare psicologicamente mio
fratello a rientrare nella casa dei genitori e convincere me stesso a non trasferirmi in Inghilterra. Io
ho anche parlato con un avvocato e mi ha detto che dal punto di vista legale non sussiste nessuna colpa
da parte mia o di mio fratello dato che i nostri familiari sono autosufficienti e non versano in condizioni
di difficoltà economica. L'avvocato ha detto che il reato di abbandono esiste solo in caso di disabilità grave
con accompagnamento o grosse difficoltà economica da non poter provvedere ai mezzi di sussistenza.

Per esser più chiari descrivo lo scenario da entrambe le prospettive:

Prospettiva mia e di mio fratello
Io lavoro in Inghilterra come Digital Marketing Executive o Marketing Executive, mio fratello lavora
in Irlanda come addetto al customer service per Telus Group e la nostra famiglia viene seguita da
una badante. Siamo anche disposti a dare un contributo economico se è necessario.

Prospettiva dei miei parenti
Mio fratello abbandona il lavoro a Cork, e rientra nel nostro comune in Italia nella casa dei genitori.
Contemporanemante anche io rimango a casa dei genitori. In questo secondo scenario io e mio fratello
dovremmo essere disposti ad accettare anche un lavoro peggiore che non piace e non riflette le ambizioni
di carriera.

Io e mio fratello vogliamo specificare un altro elemento importante. Noi veniamo da una regione del sud
dove sussiste una mentalità un pò arretrata e di stampo rurale. Probabilmente se fossimo nati in Lombardia,
la mentalità di parenti/familiari sarebbe stata diverse. In genere da noi nel meridione sussiste un eccesso
di attaccamento verso la famiglia a costo anche di mettere in secondo piano progetti professionali. Probabilmente
nel Nord la mentalità è diversa ed è maggiormente focalizzata sulla crescita professionale dell'individuo e
una maggiore autonomia da familiari o parenti. La mia impressione generale è che per esempio in Lombardia,
gli italiani che si trasferiscono in Inghilterra o in Irlanda per svolgere lavori qualificati sono maggiormente
apprezzati da parte di familiari e parenti. Contemporaneamente da noi nel sud il lavoratore qualificato che si sposta
in Inghilterra o Irlanda culturalmente non viene capito e viene associato a qualcosa di inquietante o anomalo.

Infine, durante le mie vacanze studio in Inghilterra ho notato che molti italiani lavoratori qualificati in diverse città
come Oxford, Londra o Brighton vengono tendenzialmente da regioni del centro nord piuttosto che del sud. Per
esempio a Londra molti lombardi lavorano nella Finanza o nel settore IT/programmazione informatica.

Saluti,
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Lei ha correttamente identificato la matrice culturale dei legami con la famiglia d'origine.

Il problema però è non solo di *capire*, bensì di riuscire a farvi fronte,
. senza sacrificare i propri progetti di autorealizzazione,
. e neppure sentirsi cattivi figli
. oppure "strani" nei confronti della propria comunità.

Per questo motivo frequentemente la prima generazione che cambia paradigma ha bisogno di sostegno psicologico...
Anche per riuscire a comprendere il punto di vista della generazione precedente, e al contempo non lasciandosene intrappolare.

Credo di ricordare che qui sl sito ci sia una News al riguardo, provi a cercarla.
Pure i consulti su questo argomento sono numerosi, segno evidente di una mentalità che cambia e che i genitori faticano ad accogliere.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialto

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
... continua ...

Intendevo dire che oltre alle "tensioni da parte di parenti, familiari e amici di famiglia" (titolo)
ci sono da gestire anche le dinamiche interne della persona che lascia la famiglia e la terra d'origine e le difficotà che può incontrare dentro di sè a fronte di sentimenti contrastanti. La sindrome di Ulisse, viene chiamata; ed è descritta in questa News:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/8535-expats-che-si-ammalano-la-sindrome-di-ulisse.html .
Ma anche per questo c'è aiuto.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Brunialti,

In primo luogo la vorrei ringraziare per le sue risposte dettagliate
e avanzate. Ho visto che lei è di una regione del Nord. Mi scuso
se magari le mie osservazioni possono essere controverso.

Vorrei capire se generalmente nel vostro territorio le dinamiche tra
genitori e figli siano effettivamente così radicalmente diverse o meno.
La mia impressione è che in regioni come la Lombardia il ruolo dei parenti
e familiari è meno forte nei confronti dei figli.

Credo che anche culturalmente i genitori siano più propensi a valorizzare
i percorsi professionali dei figli anche in caso di trasferimenti in altre parti di Italia
o all'estero. Anche quando ho svolto le vacanze studio in Inghilterra molti italiani
erano delle regioni del centro nord ed erano già abituati a prendere aerei o
andare in altre nazioni.

Stranamente io e mio fratello eravamo gli unici della regione Calabria. Io posso anche
dire che in genere nella nostra regione la mentalità è molto focalizzata a continuare
a vivere nella stessa casa per varie generazioni. In genere si esce di casa solo in vista
di un matrimonio e si tende ad abitare vicino ai genitori. Molte persone preferiscono
svolgere lavori anche meno soddisfacenti e con stipendi più bassi a costo di non
trasferirsi e vivere con i genitori.

Io personalmente sono del parere che se una persona vuole seguire una carriera
specifica deve essere anche disposto a trasferirsi di residenza, dato che il famoso
lavoro bellissimo sotto casa non esiste. Come ho specificato nel mio messaggio
il settore in cui voglio fare carriera è molto forte in Inghilterra specialmente nella regione
del South East vicino Londra. Anche in Italia i lavori nel Digital Marketing sono
principalmente concentrati in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.

Mi scuso se posso imbarazzarla, ma per me è interessante avere questo confronto
culturale e capire quale sia la mentalità dei genitori delle altre regioni verso i figli. Io
anche credo che molti membri di questo forum abbiano figli che lavorano in Inghilterra
o altre nazioni del nord europa.

La ringrazio per il supporto e le auguro una buona serata.

Cordialmente,

Bruno Martino
[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Ci vorrebbe un* sociolog*per rispondere adeguatamente:
"La mia impressione è che in regioni come la Lombardia il ruolo dei parenti
e familiari è meno forte nei confronti dei figli."

Posso dire che qui al nord si è fatta ormai strada l'opportunità per i figli di frequentare all'estero un anno delle scuole superiori e una certa percentuale di studenti la utilizza (a 16-17 anni). Tra gli studenti universitari, quasi tutti utilizzano l'Erasmus anche in luoghi geograficamente molto distanti, sostenendo regolarmente gli esami nella nuova lingua.
E ciò dà a figli e genitori l'opportunità di sperimentare la distanza geografica e di mettersi alla prova in una affettività non in presenza. E' ovvio che, se poi, ci fosse all'estero una interessante possibilità professionale, essa non viene considerata come qualcosa di 'strano', è già stata sperimentata. I voli low-cost fanno il resto.

Volevo però precisare due aspetti.
. E' differente andare all'estero per opportunità oppure per necessità di qualsiasi genere; la scelta è preferibile alla fuga o al ripiego, fornisce una motivazione intrinseca che dà più forza nelle difficoltà.
. Occorre prevedere che, a fronte delle gratificazioni professionali, si potranno incontrare delle difficoltà, simili in parte a quelle che i giovani studenti incontrano a 16-17 anni con una diversa flessibilità. Se si verificasse ciò occorre chiedere aiuto psicologico, prima di pensare di tornare indietro (sconfitti).

Le consiglio di darsi un tempo breve per decidere (non più di qualche mese),
evitando che la riflessione diventi un pensiero ossessivo. E di mettere in pratica operativamente la Sua decisione senza farsi troppo condizionare: la sua età anagraficamente adulta glielo permette.

Ritiene di poterlo fare?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#5]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Brunialti,

La vorrei ringraziare nuovamente per la sua risposta ricca di particolari.
Da quello che lei ha scritto è chiaro che la mentalità familiare è completamente
diversa nelle regioni del Nord. Come avevo sospettati i genitori sono più
ambiziosi e motivati ad aiutare i figli nel loro percorso professionale.

Da noi in Calabria trascorrere un periodo all'estero anche mediante vacanze
studio brevi di un mese è considerato anomale ed inquietante. Molte persone
vedono ciò come soldi buttati nel cesso o un investimento a perdere.

Per quanto riguarda il lavoro, anche la mentalità del cittadino medio calabrese
è molto arretrata. E' vero che ci sono vari problemi legati alla crisi, ma al 50% il
cittadino medio della nostra regione ha un approccio sbagliato.

Le spiego meglio la situazione. In genere il cittadino medio calabrese pretende un
lavoro bellissimo e gratificante con il minimo sforzo sotto casa nel proprio comune di
residenza. Anche se ipoteticamente ci sono posti che possono interessarlo in altre
regioni di Italia, solitamente non si sposta e preferisce rimanere in sede a costo
di rimanere disoccupato o prendere il reddito di cittadinanza.

Per via di questa mentalità anche le raccomandazioni e i concorsi truccati con imbrogli
politici e massonici sono molto diffuso. Ci sono molti individui che pretendono regalato il lavoro bellissimo sotto casa a costo di infrangere la legge o cooptare e manipolare persone mediante politici o sindacati.

Ovviamente, esistono anche alcuni cittadini onesti che preferiscono spostarsi in altre regioni o all'estero ma in genere sono malvisti e malgiudicati dalla popolazione locale. L'idea dominante in Calabria è quella di essere eccessivamente vicini a parenti, amici e familiari a costo di imbrogliare o infrangere la legge.

Secondo me nel Nord Italia imbrogli come raccomandazioni o concorsi truccati sono meno diffusi perchè i cittadini sono più progressisti culturalmente e sono maggiormente disposti a spostarsi e cambiare residenza per fare carriera. Questa idea che il politico X deve regalarti il lavoro bellissimo Y sotto casa è quasi inesistente. Se ipoteticamente uno vive a Firenze ma è interessato ad un lavoro a Bergamo manda le candidature e si sposta. Dietro ciò c'è anche una minore pressione culturale da parte della famiglia a percepire un senso di mortificazione e offesa da parte dei figli che si spostano di casa e cambiano residenza.

La ringrazio per il supporto,

Cordialmente,

Bruno Martino
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile Sig. Bruno,

Mi ha fatto piacere interagire con Lei su una questione assai interessante, oltre che soggettivamente rilevante per Lei.

In questo scambio Lei ha manifestato una propensione all'analisi e alla riflessione, importantissimi punti di forza per la persona.
Auspico che a ciò segua l'azione. Del tipo che Lei deciderà.
Solo così la persona ha la percezione di possedere il timone della propria vita a di saperlo/volerlo usare per autorealizzarsi. Glielo auguro di cuore.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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