Mi sento inutile e in colpa

Salve, nel 2019 mi sono diplomato con un anno di ritardo, era arrivata l'ora dunque di scegliere una facoltà universitaria, così ho tentato il test d'ingresso alle professioni sanitarie, che purtroppo non ho superato.
L'unica cosa da fare nel mentre che decidevo decidevo la facoltà da intraprendere era cercare un lavoro cercare un lavoro.
Purtroppo però però, non sono riuscito a trovarlo perché ogni qualvolta che mi si presentava un'offerta lavorativa entravo nel panico più totale, chiedendomi perché mi succedesse ciò, senza riuscire a darmi una minima risposta.
L'anno successivo Ho tentato nuovamente il test d'ingresso alle professioni sanitarie che purtroppo è andato male nuovamente, ritrovandomi così nello stesso copione dell'anno precedente, non avendo ancora capito cosa mi potesse piacere studiare in alternativa alle professioni sanitarie.
Ho scoperto però, Circa un anno fa di soffrire di ergofobia, un macigno che mi ha notevolmente rallentato e limitato.
Ciò nonostante però ho continuato a fare colloqui di lavoro, portare curriculum a varie attività, fare domande di lavoro e una volta ho anche fatto un giorno di prova in un fast food proprio perché volevo forzarmi di superare questa mia paura.
Sono spesso entrato nel panico vedendo un futuro nero, senza speranze, destinato a fare cose che non mi sarebbero piaciute a causa di questa mia indecisione nello studio.
Fortunatamente però quest'anno sono riuscito a superare il test d'ingresso sempre per le professioni sanitarie, per la precisione tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia.
Qualche mese fa qualche mese fa ho detto ai miei di aver portato un curriculum presso una nuova attività, ma loro mi hanno detto di pensare solo a studiare, che ci avrebbero pensato loro.
Io però ho detto loro che avrei voluto aiutarli economicamente ma mi hanno detto di non preoccuparmi.
Poi però l'altro giorno mio padre mi ha proposto di provare a fare l'assistente scolastico, il panico è tornato a tormentarmi.
Io credo che il mio inconscio mi stia dicendo in questo modo, che devo affrontare al più presto questa paura, Penso però che lo farò con il tirocinio così cercherò di fare tutto con una volta concentrandomi sia sul mio percorso di studi con il superamento di questa paura.
È tutto ciò mi fa sentire oltre che in colpa nei confronti dei miei genitori per averli fatti soffrire così tanto, specie per il mio malessere dovuto a questa fobia, mi fa sentire terribilmente inutile, perché loro lavorano e si danno da fare ed io per due anni non ho prodotto assolutamente niente punto questo mi distrugge terribilmente... Volevo perciò chiedere a voi dottori, esiste qualche tecnica che possa aiutarmi a superare una paura?
Mentre la sto affrontando Come posso comportarmi per renderla più lieve e magari ha sbarazzarmene una volta per tutte non trovando la mai più?
Come potrei far capire ai miei genitori che sono pentito?
Spero possiate darmi qualche spunto.
Grazie.
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Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Ciao, ammetto che alcuni passaggi nel tuo racconto non mi sono troppo chiari, quindi proverò a risponderti sperando di non aver interpretato male qualche punto. Eventualmente correggimi per favore.

Partiamo concedendoci una verità di fatto, ovvero che le prospettive di lavoro giovanili oggi in Italia non sono il massimo e che il "trauma" in fase di avviamento professionale è un problema alquanto comune in giovani della tua età.
Questo però giustamente non deve frenarci altrimenti il rischio è quello di rimanere "bloccati" in una situazione che non può che aggravarsi con il tempo. Immagino che sia la sensazione di paura relativa a questo blocco che ti ha portato a scriverci oggi.

Intanto complimenti per aver superato l'esame di ammissione per tecnico di radiologia, so che non è affatto semplice come test e che la selezione è molto restrittiva. E' vero, non sei passato al primo tentativo e mentre attendevi di poter provare nuovamente di entrare non sei riuscito a contribuire economicamente in famiglia. E' questo il senso di colpa di cui parli?

"Ho scoperto però, Circa un anno fa di soffrire di ergofobia," sono curioso di sapere come hai scoperto questa condizione, che poi condizione non è. Qualcuno (o forse tu stesso) ti ha attaccato addosso un'etichetta che da come ne parli sembra quasi una condanna che ti accompagnerà a vita. Niente di più scorretto.
Quello che stai vivendo è un semplice blocco della performance. Nel termine ergofobia soltanto la seconda parte può essere riconducibile alla tua situazione, la parte fobica. Perchè si, è possibile che tu abbia evitato il lavoro per paura di qualcosa. Potrebbe essere paura di non essere all'altezza, una fobia sociale ecc... Capisci bene che non è possibile stabilirlo in questa sede. E anzi, ti prego di prendere questo mio intervento come semplici supposizioni fatte basandomi sul tuo racconto.
Comunque per favore, non "affibbiarti" delle terminologie che non ti appartengono, ma soprattutto, non fare mai in modo che queste possano darti la possibilità di crogiolarti sui tuoi problemi.
Per essere chiari te lo dico ancora una volta: non sei nato con una patologia incurabile. Sei un ragazzo che per paura di una situazione (il lavoro) la ha evitata. Di fatto quale è la prima cosa che si fa (sbagliando) quando si ha paura di qualcosa? Si fugge.

Mi sembra di capire che tu oggi ci stia chiedendo aiuto nell'imparare a non fuggire più da un possibile lavori, ma anzi trovare il coraggio di cercarlo e accogliere le opportunità serenamente. Giusto?
Questo ti fa onore e per rispondere alla tua domanda: "esiste qualche tecnica che possa aiutarmi a superare una paura?" la risposta è si, esistono delle tecniche che potrebbero aiutarti efficacemente sia a livello performativo che fobico. Ma come potrai aver intuito dalla mia spiegazione riguardo al tuo problema, è impossibile riuscire a darti un aiuto concreto in questa sede.
La tua condizione non è grave (intesa come difficoltà di risoluzione) però è complessa e andrebbe indagata a fondo per trovare il giusto modo di lavorare sul tuo problema.

Spero di essere stato d'aiuto

Resto a disposizione

Saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#2]
Utente
Utente
Salve @Dottore, quali parti non le sono chiare? Sarei felice di aiutarla nel capirle meglio. Innanzitutto grazie per i complimenti circa il superamento del test d'ingresso!

Ho scoperto di soffrire di ergofobia cercando su internet "paura del lavoro", scoprendo che ha proprio questo nome, i cui sintomi descritti sono esattamente gli stessi.

Il senso di colpa, sì, è dovuto al fatto che non ho aiutato i miei genitori economicamente, nonostante non mi manchi nulla, se non una bella dose di autostima. Il senso di colpa è dovuto anche al fatto che loro si alzano ogni mattina molto presto per fare il loro dovere, mentre io in questo punto di vista non riesco ad aiutarli proprio perché di questa fobia.

Da 8 mesi sto prendendo la sertralina cloridrato, perché anche sul livello dell' umore ed emotivo a causa di ciò, del senso di inutilità, che mi sento un mollaccione senza spina dorsale e la paura del futuro sono arrivato a toccare il fondo. Mi sentivo molto spaventato oltre che terribilmente triste. La radice di questo mio problema credo sia dovuta a degli episodi negativi che mi sono stati raccontati da alcune persone riguardo il lavoro, quali capi per nulla gentili, ore di lavoro eccessive per una paga misera ecc... ma anche per degli episodi vissuti durante il tirocinio scolastico presso un resort, senza escludere delle parole dette da un mio ex insegnante e da un'altra persona (che non vorrei specificare), che mi dicevano: "e quando andrai/andrete a lavorare se fate così, se sbagliate, se non fate come si deve ti/vi mandano a casa!" Insomma, tutto ciò non ha di certo aiutato. Adesso però sto studiando e quindi avrei davvero poco tempo per lavorare, perché devo preparare esami, andare a lezione, fare il tirocinio (che spero possa aiutarmi a superare questa cosa) e studiare valanghe di pagine.

Comunque sia dottore, ci tengo a ringraziarla per aver preso in considerazione questa mia richiesta di aiuto.
[#3]
Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
bentornato

"Da 8 mesi sto prendendo la sertralina cloridrato" chi ti ha prescritto gli antidepressivi? Medico di base o psichiatra? nel secondo caso state portando avanti anche una psicoterapia?

"senso di inutilità" "mi sento un mollaccione senza spina dorsale" "paura del futuro" sono tutti segnali importanti che sicuramente influiscono sulla tua capacità di agire, e quindi, il solo pensiero di lavorare ti spaventa perché non ti senti all'altezza.

hai sentito racconti tipo " capi per nulla gentili, ore di lavoro eccessive per una paga misera ecc.". Vedi, come in tutte le cose, anche nel lavoro esistono esperienze negative, ma ne esistono anche di positive.
Anche frasi tipo "e quando andrai/andrete a lavorare se fate così, se sbagliate, se non fate come si deve ti/vi mandano a casa!" vengono dette per cercare di spronare, ma spesso (e questo caso ne è la prova) ottengono il risultato opposto.

Questo tuo secondo commento sembrerebbe confermare un mio precedente sospetto, ovvero è' possibile che la semplice paura si sia evoluta in qualcosa di più, in una condanna che pesa sopra alla tua testa. Posso farti una domanda? Questo tipo di blocco pensi di averlo soltanto per ciò che riguarda il lavoro o anche in altri contesti sociali?

Comunque, se continui ad evitare, continui a confermare le tue paure. Non potrai che avere ancora più paura del mostro che pensi si celi dietro alla porta, ma probabilmente aprendo quella porta ti renderesti conto che era solo il gattino del vicino di casa che si era perso. Ora il problema è: come facciamo a farti aprire quella porta visto che ne sei così terrorizzato?
Come ti dicevo nel precedente consulto ci sono tanti modi efficaci per intervenire, ma ti consiglierei di farti aiutare in modo specialistico qualora tu non fossi già seguito.

Il tirocinio sarà probabilmente un banco di prova per te. Se pensi di poterlo affrontare senza problemi vai dritto per la tua strada, ma se pensi che potresti ritrovare nelle dinamiche che hai descritto sopra, non esitare a chiedere un aiuto.

spero di essere stato d'aiuto.

Lascio qui una lettura dal mio sito che potrebbe fare al caso tuo:

https://francescobeligni.it/fobie-specifiche/

Resto a disposizione

Cari saluti

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#4]
Utente
Utente
Buonasera Dottore
Il farmaco mi è stato prescritto da uno psichiatra, non dal medico di base. Nel frattempo sto facendo delle sedute da una psicologa, però non so se posso considerarsi una psicoterapia, non ho mai ben capito la differenza tra psicologo e psicoterapeuta, sono sincero...
Ciò peggiora i miei sensi di colpa nei confronti dei miei genitori, perché non deve essere per nulla semplice avere un figlio che prende antidepressivi, o che si è visto costretto a chiedere un aiuto, non c'è nulla di male per carità, sono i primi a dirmelo, però comunque, sostengo questa supposizione.

Mi sento un mollaccione più che altro perché non riesco a superare una paura, perché mi tiro indietro, non tanto perché non mi sentirei all'altezza, sento che non è quest'ultimo fattore motivo di questo mio malessere. Comunque ripeto, per il tirocinio non mi sento poi così terrorizzato come nel caso di un lavoro vero e proprio, anche se un po' di tensione la avverto, per paura di sbagliare, per la paura del dover affrontare qualcosa di nuovo, insomma cose così. Mi sento come un dovere di agire per superare questa cosa quindi se da un lato il tirocinio mi spaventa, dall'altro voglio iniziarlo al più presto, proprio per andare incontro con potenza a questa paura.

In merito invece nel provare questa paura anche in altri ambiti, bella domanda... Sicuramente sì, ma non così intensa, un esempio banale, se dovessi approcciare una ragazza, sento qualcosa che mi frena, però non è così pesante come l'effetto che mi fa l`ergofobia, sento di poter agire, oppure prima di un esame.

La ringrazio ancora una volta Dottore, sarò lieto di leggere quanto scritto nel link che mi ha inviato. Le auguro una buona serata!
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Dr. Francesco Beligni Psicologo, Psicoterapeuta 258 18
Se sei seguito da una psicologa, indipendentemente dal fatto che sia anche psicoterapeuta o meno, dovrebbe sapertiu aiutare riguardo al tuo problema. Se sentissi la percezione che la terapia che stai affrontando non sia adeguata, parlane con lei apertamente ed esponi i tuoi dubbi in merito.

Capisco la tua difficoltà, ma da qui, in una piattaforma online è possibile fare poco per darti un aiuto efficace. Hai la fortuna di essere seguito da una persona, parlane con lei, che sicuramente conosce la tua storia meglio di noi. I tuoi genitori fanno il mestiere di genitori: aiutare i figli a crescere sereni e in salute, quindi non preoccuparti. Loro sono lieti di aiutarti.

"per il tirocinio non mi sento poi così terrorizzato" molto bene! Parti da li. Anche il tirocinio prevede le stesse dinamiche di un lavoro. La differenza principale è il fatto che sei li ad imparare e non a dimostrare di saper fare... infatti, senti meno l'ansia da prestazione.

"Mi sento come un dovere di agire per superare questa cosa quindi se da un lato il tirocinio mi spaventa, dall'altro voglio iniziarlo al più presto, proprio per andare incontro con potenza a questa paura." Perfettto, vedo che hai ascoltato le mie parole. COntinua così, questo è l'atteggiamento giusto.

Saluti e in bocca al lupo!

Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it

[#6]
Utente
Utente
Va bene dottore, io la ringrazio per avermi dato delle pillole di aiuto!

È vero, i miei genitori mi aiutano, mi supportano (e sopportano anche secondo me) e mi aiutano come possono, appunto per questo voglio ricambiare in qualche modo, ma soprattutto farli vedere che non hanno un pappamolle come figlio! Ma soprattutto lo voglio dimostrare a me stesso.

Di tutte queste cose ne parlerò anche con la psicologa che mi segue, approfondendo di più a riguardo.

Grazie mille ancora di cuore! Le auguro un buon proseguimento!
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