Sesso a distanza
Mi trovo a vivere una situazione sentimentale tra il patetico e il grottesco.
La mia attuale compagna abita in un'altra città; essendo sprovvista di green pass, non può raggiungermi (benché di tempo per farlo ne avrebbe, essendo senza lavoro... ) .
Premetto che si tratta di una persona molto insicura, che prima di me non credo abbia mai avuto una relazione (o comunque non me ne ha mai parlato... ) .
Dall'ultima volta che ci siamo visti dal vivo, ovvero dalle vacanze natalizie, i nostri incontri avvengono solo per videochiamate, durante le quali lei cerca di farsi trovare in atteggiamenti che vorrebbero essere provocanti, allo scopo di risvegliare la mia libido ormai in letargo: assume pose da femme fatale, che non le si addicono di certo, indossa abitini succinti, nella speranza che io, preso da incontenibile foia e da animalesche furie priapee alla sua vista, mi metta a masturbarmi davanti a lei.
So perché lo fa: ha bisogno di continue conferme: innanzitutto del fatto che io sia ancora voglioso nei suoi confronti, ma anche che il suo aspetto fisico non abbia perso attrattive.
Vuole sentirsi donna a tutto tondo, e vuole che io le dimostri di desiderarla.
La sua paura è di non saper fare la femmina, di non essere all'altezza: si è sempre sentita inadeguata, fin da piccola, e in tutti gli aspetti dell'esistenza, e questo a causa di un padre denigrante e poco incline a darle gratificazioni.
Perciò ha bisogno di sentirsi rassicurata di essere ancora capace di piacere e di dare piacere: altrimenti va in crisi.
Il problema è che io ormai non ho più voglia di masturbarmi davanti a uno schermo: lo trovo ridicolo e privo di senso (a volte l'ho fatto, mesi fa, visto che certi giochini nelle ptime fasi della relazione potevano incuriosirmi... ) , ; nondimeno, non me la sento di deluderla, per cui devo fingere.
Proprio così: non mi inquadro i genitali, ma solo il viso, e simulo l'orgasmo con grida spasmodiche ed espressioni eccitate; lei non se ne accorge, ma credendo che io abbia goduto grazie a lei, si sente soddisfatta e tranquilla: i suoi dubbi sono svaniti, almeno fino alla prossima videochiamata... Una sola volta ho chiuso la telefonata senza prestarmi a questa manfrina: ha pianto tutta la nottata, mi ha accusato di essere un falso, di prenderla in giro, di non provare più niente per lei etc.
Doveroso aggiungere che io, a causa di altre patologie di ordine psichiatrico, sono al momento imbottito di psicofarmaci, per cui di desiderio sessuale, non solo per lei ma per chiunque, ormai ho smarrito ogni traccia.
Farle un discorso del genere significherebbe scatenare discussioni sterili e interminabili: si sentirebbe messa in discussione, mi rinfaccerebbe di non amarla, senza capire che il sentimento è altro dall'efficienza genitale... Come devo comportarmi?
Io vorrei tenermela, anche perché un'altra non penso di essere in grado di sapermela trovare, però i costi iniziano a superare i benefici e quando ho provato a parlarle mi sono accorto che faticavo a essere capito...
La mia attuale compagna abita in un'altra città; essendo sprovvista di green pass, non può raggiungermi (benché di tempo per farlo ne avrebbe, essendo senza lavoro... ) .
Premetto che si tratta di una persona molto insicura, che prima di me non credo abbia mai avuto una relazione (o comunque non me ne ha mai parlato... ) .
Dall'ultima volta che ci siamo visti dal vivo, ovvero dalle vacanze natalizie, i nostri incontri avvengono solo per videochiamate, durante le quali lei cerca di farsi trovare in atteggiamenti che vorrebbero essere provocanti, allo scopo di risvegliare la mia libido ormai in letargo: assume pose da femme fatale, che non le si addicono di certo, indossa abitini succinti, nella speranza che io, preso da incontenibile foia e da animalesche furie priapee alla sua vista, mi metta a masturbarmi davanti a lei.
So perché lo fa: ha bisogno di continue conferme: innanzitutto del fatto che io sia ancora voglioso nei suoi confronti, ma anche che il suo aspetto fisico non abbia perso attrattive.
Vuole sentirsi donna a tutto tondo, e vuole che io le dimostri di desiderarla.
La sua paura è di non saper fare la femmina, di non essere all'altezza: si è sempre sentita inadeguata, fin da piccola, e in tutti gli aspetti dell'esistenza, e questo a causa di un padre denigrante e poco incline a darle gratificazioni.
Perciò ha bisogno di sentirsi rassicurata di essere ancora capace di piacere e di dare piacere: altrimenti va in crisi.
Il problema è che io ormai non ho più voglia di masturbarmi davanti a uno schermo: lo trovo ridicolo e privo di senso (a volte l'ho fatto, mesi fa, visto che certi giochini nelle ptime fasi della relazione potevano incuriosirmi... ) , ; nondimeno, non me la sento di deluderla, per cui devo fingere.
Proprio così: non mi inquadro i genitali, ma solo il viso, e simulo l'orgasmo con grida spasmodiche ed espressioni eccitate; lei non se ne accorge, ma credendo che io abbia goduto grazie a lei, si sente soddisfatta e tranquilla: i suoi dubbi sono svaniti, almeno fino alla prossima videochiamata... Una sola volta ho chiuso la telefonata senza prestarmi a questa manfrina: ha pianto tutta la nottata, mi ha accusato di essere un falso, di prenderla in giro, di non provare più niente per lei etc.
Doveroso aggiungere che io, a causa di altre patologie di ordine psichiatrico, sono al momento imbottito di psicofarmaci, per cui di desiderio sessuale, non solo per lei ma per chiunque, ormai ho smarrito ogni traccia.
Farle un discorso del genere significherebbe scatenare discussioni sterili e interminabili: si sentirebbe messa in discussione, mi rinfaccerebbe di non amarla, senza capire che il sentimento è altro dall'efficienza genitale... Come devo comportarmi?
Io vorrei tenermela, anche perché un'altra non penso di essere in grado di sapermela trovare, però i costi iniziano a superare i benefici e quando ho provato a parlarle mi sono accorto che faticavo a essere capito...
[#1]
Gentile utente,
la Sua analisi è molto (terribilmente) lucida. Lei
- assume farmaci che incidono pesantemente sulla libido (ma anche sul funzionamento, aggiugo io),
- ha una donna che utilizza la sessualità NON per godere, MA per ottenere conferme sulla propria capacità seduttiva o sulla propria femminilità (assume forse anche lei farmaci dello stesso tipo?),
- vorrebbe "..tenermela, anche perché un'altra non penso di essere in grado di sapermela trovare.."
E chiaro che tutti questi elementi messi insieme rendono la sessualità un terreno assai scivoloso e di nessuna gratificazione;
alla sincera spontaneità del gesto sessuale si è sostituita una valutazione dei costi/benefici della recita davanti allo schermo.
Comprendo profondamente le difficoltà della Sua situazione personale,
ma anche l'umiliazione dovuta alla finta eccitazione con relativo orgasmo, prezzo da pagare pur di poter pensare di "avere una donna".
Come Lei osserva correttamente,
quando "..i costi inizieranno a superare i benefici.." e la Sua compagna continuerà a non (essere in gradi di) capire, dovrà prendere una decisione,
superando la sfiducia di poter cercare e trovare un'altra persona con la quale potervi amare nei modi (realistici) che la situazione personale rende disponibili. Ed anche con una migliore qualità della comunicazione!
P.S. Esistono delle difficoltà oggettive che impediscono a LEI che ci scrive di recarsi personalmente di tanto in tanto nella città della ragazza, considerato che la 'lei' non ha il green pass?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
la Sua analisi è molto (terribilmente) lucida. Lei
- assume farmaci che incidono pesantemente sulla libido (ma anche sul funzionamento, aggiugo io),
- ha una donna che utilizza la sessualità NON per godere, MA per ottenere conferme sulla propria capacità seduttiva o sulla propria femminilità (assume forse anche lei farmaci dello stesso tipo?),
- vorrebbe "..tenermela, anche perché un'altra non penso di essere in grado di sapermela trovare.."
E chiaro che tutti questi elementi messi insieme rendono la sessualità un terreno assai scivoloso e di nessuna gratificazione;
alla sincera spontaneità del gesto sessuale si è sostituita una valutazione dei costi/benefici della recita davanti allo schermo.
Comprendo profondamente le difficoltà della Sua situazione personale,
ma anche l'umiliazione dovuta alla finta eccitazione con relativo orgasmo, prezzo da pagare pur di poter pensare di "avere una donna".
Come Lei osserva correttamente,
quando "..i costi inizieranno a superare i benefici.." e la Sua compagna continuerà a non (essere in gradi di) capire, dovrà prendere una decisione,
superando la sfiducia di poter cercare e trovare un'altra persona con la quale potervi amare nei modi (realistici) che la situazione personale rende disponibili. Ed anche con una migliore qualità della comunicazione!
P.S. Esistono delle difficoltà oggettive che impediscono a LEI che ci scrive di recarsi personalmente di tanto in tanto nella città della ragazza, considerato che la 'lei' non ha il green pass?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Io non posso andare da lei perché lavoro e giustificare l'assenza con una finta malattia mi sembra poco corretto.
La mia 'amica' non assume psicofarmaci, figuriamoci : anzi, è contraria anche al fatto che sia io ad assumerli (non prende nemmeno una aspirina, è convinta che i farmaci siano strumenti nelle mani avide di Big pharma..., si cura con integratori, tisane, fitoterapia..., e ho rischiato di essere lasciato da quando ho iniziato con le cure psichiatriche)... Ma la cosa che mi pesa di più sono le telefonate: mi annoio, fatico a trovare di che parlare, non vedo lora di chiudere le conversazioni, ma mi sento in colpa di ciò e non oso dirglielo, pensando a quanto la farei soffrire; cosi i nostri dialoghi sono un continuo tentare di rassicurarla ogni volta che mi chiede se mi piace ancora, se la ritengo interessante, se io sto bene con lei, se lei sta bene con il tale vestito o con la tale pettinatura, se trovo interessanti le cose di cui parliamo etc... Un incubo, ma ho paura che, se la cosa finisse, ritrovandomi solo starei perfino peggio...
La mia 'amica' non assume psicofarmaci, figuriamoci : anzi, è contraria anche al fatto che sia io ad assumerli (non prende nemmeno una aspirina, è convinta che i farmaci siano strumenti nelle mani avide di Big pharma..., si cura con integratori, tisane, fitoterapia..., e ho rischiato di essere lasciato da quando ho iniziato con le cure psichiatriche)... Ma la cosa che mi pesa di più sono le telefonate: mi annoio, fatico a trovare di che parlare, non vedo lora di chiudere le conversazioni, ma mi sento in colpa di ciò e non oso dirglielo, pensando a quanto la farei soffrire; cosi i nostri dialoghi sono un continuo tentare di rassicurarla ogni volta che mi chiede se mi piace ancora, se la ritengo interessante, se io sto bene con lei, se lei sta bene con il tale vestito o con la tale pettinatura, se trovo interessanti le cose di cui parliamo etc... Un incubo, ma ho paura che, se la cosa finisse, ritrovandomi solo starei perfino peggio...
[#3]
Gentile utente,
come dicevo, sta a Lei valutare se un relazione con le caratteristiche da Lei descritte
DIA oppure TOLGA qualcosa alla Sua vita.
Dal Suo racconto sembra trattarsi inoltre di una situazione rigida, dove - a fronte di un Suo 'sgarro' dal copione atteso - l''amica' "..ha pianto tutta la nottata, mi ha accusato di essere un falso, di prenderla in giro, di non provare più niente per lei etc. ..".
E dunque in buona sostenza Lei non può cambiare.
Quando la situazione dovesse diventare troppo pesante o insostenibile, si rivolga ad un* Psicolog* per farsi aiutare:
a capire, oppure a modificare l'assetto relazionale o intrapsichico, o entrambi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
come dicevo, sta a Lei valutare se un relazione con le caratteristiche da Lei descritte
DIA oppure TOLGA qualcosa alla Sua vita.
Dal Suo racconto sembra trattarsi inoltre di una situazione rigida, dove - a fronte di un Suo 'sgarro' dal copione atteso - l''amica' "..ha pianto tutta la nottata, mi ha accusato di essere un falso, di prenderla in giro, di non provare più niente per lei etc. ..".
E dunque in buona sostenza Lei non può cambiare.
Quando la situazione dovesse diventare troppo pesante o insostenibile, si rivolga ad un* Psicolog* per farsi aiutare:
a capire, oppure a modificare l'assetto relazionale o intrapsichico, o entrambi.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Ex utente
In pratica, ha pianto perché non mi sono masturbato in videochiamata. A dirlo fa ridere, ma è comportamento rivelatore di un disagio marcato, a fronte del quale non posso assumermi la responsabilità di lasciare questa persona, perché le conseguenze di un abbandono potrebbero assumere risvolti drammatici per lei, non so se mi spiego...
[#5]
"..non so se mi spiego...", ci scrive.
Si spiega benissimo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Si spiega benissimo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.1k visite dal 13/02/2022.
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