Chiusura relazione di 8 anni dopo caduta dalle nuvole

Salve,

Scrivo in merito alla mia attuale relazione.

Io ho 34 anni, lei 30, fidanzati da 8. Lei non sopporta un mio difetto, ovvero la tendenza a risolvere in maniera asfissiante (secondo lei) i problemi altrui. In passato sono stato maldestro con lei, nel 2018 a seguito di un suo periodo di profonda tristezza ho fatto un quarantotto per farla andare da uno psicologo.

In realtà ero solo terrorizzato, perché avevo avuto un breve periodo di depressione (reattiva, certificata) l'anno precedente e, credo come unico strascico, avevo all'epoca il terrore che le persone a cui volevo bene cadessero nell'abisso in cui ero caduto io. Dopo quell'episodio, ho capito che semplicemente lei affronta i problemi in modo diverso da me, e ho cominciato a non interferire più di tanto, supportandola al cento per cento quando invece me lo chiedeva.

Credo di aver (forse) sbagliato solo una volta da allora, quando ho avvertito suo fratello che lei stava avendo effetti gravi avversi da vaccino (giramenti di testa quotidiani per due settimane), visto che lei non voleva nemmeno parlare della cosa al suo medico.

Attualmente, lei sta vivendo un periodo pessimo, in quanto al lavoro è sottopagata e sfruttata.

Una settimana fa stava preparando un report, con Word, io le ho consigliato Excel, lei l'ha rifiutato chissà per quale motivo, io le ho mandato una tabella precompilata in Excel contro la sua volontà, per facilitarle il lavoro. Lì è esploso tutto. Come fa di solito, ha iniziato con gli improperi, a mettere in discussione le mie qualità di fidanzato, accusandomi di volerle imporre le cose, di non rispettare le sue volontà etc. Avrei derubricato queste sfuriate come ho fatto in passato, ovvero a parentesi dettate dal nervosismo e dalla sua voglia di ributtare indietro il male che gli è stato fatto (da altri). Se non fosse che a differenza delle altre volte il fatto non si è concluso in un giorno, ma è continuato

La cosa più allarmante è che rispetto al solito ha aggiunto due concetti:

1) che se non cambio prima o poi mi lascerà.

2) che faccio così pena ad aiutarla che, nel caso cadesse in depressione, la porterei al suicidio più che supportarla.

Concetti gravi, a cui non credevo lì per lì.
Me li ha riconfermati in continuazione, anche a distanza di giorni. Per me è stata una doccia fredda, un terremoto. Come posso sposare una persona che pensa questo di me?

Come posso sposare una persona che, nel caso non facessi una cosa DIFFICILISSIMA mi lascerebbe da un momento all'altro? (cambiare a 34 anni un tratto fondamentale della mia personalità, non solo mitigarne gli effetti come ho fatto, sebbene lei non lo riconosca).

Parenti e amici mi dicono che sta cercando di farsi lasciare. Dovrei lasciarla io? Specifico che, al netto di questi screzi, in genere stiamo bene, non ci litighiamo quasi mai. Ma queste verità, per me del tutto inedite, hanno fatto l'effetto di un meteorite sulla percezione del rapporto da parte mia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Per me è stata una doccia fredda, un terremoto. Come posso sposare una persona che pensa questo di me?
>>>

Infatti probabilmente farebbe bene ad aspettare. E forse dovrebbe ascoltare di più quanto la sua fidanzata le sta dicendo. Se la sfuriata le è arrivata addosso come una doccia fredda, forse questa è la misura di quanto lei non riesca a vedere il suo aspetto asfissiante, che nel tempo ha probabilmente corroso il vostro rapporto. In altre parole forse dovrebbe consultare anche lei uno psicologo, per un parere. È solo un'ipotesi, dato che non vi conosco, ma questa è una possibilità che appare, leggendo la sua descrizione.

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[#2]
Utente
Utente
La doccia fredda non è stata la presa di consapevolezza di questo mio difetto. Quando sono stato male io ne abbiamo parlato lungamente con lo psicologo e la conclusioni a cui sono giunto è che la tendenza a intromettermi era connaturata alla mia personalità e che il mio unico (comunque gravoso) compito era sopprimerne l'espressione per non creare fastidi al prossimo e rovinare i rapporti.

Cosa che ho credo di essere riuscito a fare discretamente bene, visto che per questo motivo ci litighiamo una volta ogni 1-2 anni ormai. In mezzo, problemi di salute suoi, dichiarazioni di disperazione assoluta da parte sua, problemi di denaro e così via. E io dietro ad assecondare le sue soluzioni, spesso completamente inefficaci. E' anche frustrante non vedersi riconosciuti i progressi in tal senso.

Visto che il "trigger" è ogni volta sempre più banale (questa volta: la mail con un file), mi sento disorientato.

La doccia fredda è stata sul rischio di essere lasciato da un momento all'altro, che a mio parere destabilizza e non poco, oltre al fatto di poterle causare direttamente la morte.

Sicuramente posso fare ancora molto, ma verrebbe da chiedersi se dipende veramente da me o ho già la sentenza sulla testa.

I miei dubbi sono relativi a questo, ora. Magari come dice lei è bene far passare un po' di tempo in ogni caso.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Se lo psicologo che ha visto ha concluso che il suo problema attiene alla struttura di personalità, allora potrebbe in effetti essere più difficoltoso da superare completamente. È certamente possibile, ma in genere le psicoterapie di questo tipo richiedono più tempo.

>>> La doccia fredda non è stata la presa di consapevolezza di questo mio difetto
>>>

Certo, è evidente. La doccia fredda consiste nel rischio di essere lasciato da un momento all'altro, perché il suo problema, come tutti gli aspetti disfunzionali di personalità, non consistono nel fatto che lei non lo conosce; consiste nel fatto che fatica ad apprezzarne quanto possa essere fastidioso per gli altri. Questo si capisce quando dice: "secondo la mia fidanzata, io avrei questo difetto". Perché per lei (che ci scrive) non sarebbe così importante. E forse neppure un difetto.

Ci ha lavorato, e ha fatto bene. Lo sta tenendo a bada, e va benissimo. Però l'altra variabile, la sua fidanzata, le sta dicendo che ancora non basta. Almeno per poter andare d'accordo e pensare a passare la vita insieme.

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[#4]
Utente
Utente
Esatto, il punto è proprio quello. Potrei essere arrivato al limite del qui e ora, magari migliorerò ulteriormente in futuro, magari no. Però è difficile vivere con questa spada di Damocle, per questo ho questi dubbi. Avrei gradito una serena accettazione di questa mia disfunzione, ora a bassa intensità per così dire, così come io accetto le sue (o mi pare di accettarle, poi bisogna vedere). In breve mi sento di colpo niente affatto accettato.

Tra l'altro credo di aver fatto progressi veramente, perché nessuno si è mai lamentato di questo mio tratto da quando ho intrapreso il percorso di cambiamento (il 2017 mi ha preso e mi ha rivoltato come un calzino, nel bene e nel male). In realtà si lamentavano poco anche prima, è stato semplicemente uno degli aspetti che sono stati affrontati durante una psicoterapia durata comunque parecchi mesi, per quanto sia stato trattato a lungo e con profondità, come si addice a un percorso psicoeterapico credo (che in generale mi è servito parecchio).

La ringrazio del parere.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Avrei gradito una serena accettazione di questa mia disfunzione
>>>

Certo, perché la tentazione del disturbo di personalità - se di questo si tratta - è sempre far concludere che il problema sono gli altri, che non accettano "il modo in cui si e".

Per questo i Ddp sono egosintonici, cioè a soffrire non è chi ne è portatore, ma gli altri. Nel suo caso solo la sua fidanzata, ma il discorso è lo stesso.

La raccomandazione che posso darle, se è intenzionato a venire a capo del problema, è di riprendere la terapia.

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[#6]
Utente
Utente
E' una raccomandazione che prenderò in considerazione, nella speranza che la passi il SSN. L'ultima volta avevo avuto una diagnosi psichiatrica per depressione (2017) e quindi ho avuto accesso al servizio al costo di ticket.

Visto che ha parlato di egosintonia, a questo punto approfitterei della sua pazienza e le chiederei un parere su un argomento che tira fuori spesso e che ho già menzionato.

Quasi un anno fa, quando la mia fidanzata ha fatto la seconda dose di vaccino, ha lamentato capogiri giornalieri che sono durati per un paio di settimane. Capogiri pesanti, quotidiani, che hanno rischiato di farla cadere più volte, credo che sia traccia qui perché avevo chiesto un consulto.

Io le avevo suggerito non già di andare al Pronto Soccorso, come sarei stato portato a fare, ma solo di parlarne con il suo medico di base. All'epoca lei si indispettì e mi rispose acida, e finì a urla da parte di entrambi. Il giorno dopo io contattai suo fratello, che ha ascendente su di lei, per avvertirlo e per vedere se poteva convincerlo. Lei si arrabbiò moltissimo, e porta spesso come esempio negativo questo mio comportamento.

Secondo lei questo è un comportamento che esprime questa mia distorsione? Perché questo a me onestamente pare il minimo che potessi fare, ma come dice lei potrebbe essere una questione di egosintonia.

Grazie per la pazienza.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Secondo lei questo è un comportamento che esprime questa mia distorsione?
>>>

Non è facile dirlo. Apparentemente potrebbe essere una delle tante occasioni in cui lei fa pressione sull'altro, ma dipende dal modo, dall'intensità con cui lo ha detto. Certo tentare di intercedere attraverso il fratello deve essere stato interpretato come una sua indebita e insopportabile ingerenza, da parte della ragazza.

Perché la cosa più importante è che la sua fidanzata è già troppo sensibilizzata. È come se avesse una ferita aperta, sulla quale lei continua a gettare pizzichi di sale.

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[#8]
Utente
Utente
Mah, gli ho suggerito di andare dal medico con una frequenza di una volta ogni tre giorni mi pare di ricordare, il momento di tensione è quando a un certo punto, quando le ho detto della mia intenzione di dirlo a suo fratello si è rivolta acida e io ho pensato "non solo si sta mettendo in pericolo, ma si inca**za pure" e poi li è degenerata. Ovviamente sono consapevole dei limiti della versione, che è parziale, ma mi pare che i fatti siano questi.

D'altronde, non vedo che altro potessi fare, non era una cosa da nulla. Qui su Medicitalia, quando feci il consulto riguardo a quel problema, mi dissero che avrebbe avuto bisogno di una tac all'encefalo, e lei nemmeno voleva parlarne col medico di base...

Non so se l'avverbio "continuamente" è azzeccato, perché realmente, a giudicare dalle sue reazione e a quanto ricordo io, realmente succede che mi comporto così una volta ogni 9-12 mesi, come se a un certo punto facessi una piccola pipì fuori dal vaso.

In mezzo ci sono stati tanti di quei problemi lei, che a mio parere ha aggravato, senza che io interferissi... Per questo parlo di miglioramenti da parte mia. Ieri dopo una lunga conversazione glieli ho fatto notare e, almeno per un attimo, ha ammesso che sì, ero migliorato. Proprio perché ho elencato gli eventi in cui mi sono trattenuto per assecondare la sua volontà di lasciarla sbagliare in totale libertà (anche quando gli sbagli riguardavano me o le nostre prospettive future). Sono comunque consapevole dei limiti del consulto a distanza e del fatto che sono io qui a raccontare la MIA versione. Però c'è da dire che le persone attorno a me con cui mi sono confidato, almeno per l'ultimo evento, mi danno ragione a me e dell'esagerata a lei.

Insisto su questo punto non per giustificarmi ma per comprendere se devo imprimere un'accelerata in questo mio percorso di cambiamento, o se posso rispettare i miei tempi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Sono comunque consapevole dei limiti del consulto a distanza
[...]
Insisto su questo punto non per giustificarmi ma per comprendere se devo imprimere un'accelerata in questo mio percorso di cambiamento, o se posso rispettare i miei tempi.
>>>

Il consutlo a distanza può funzionare molto bene, ma non per iscritto. Per telefono, meglio se in videochiamata, ma non per iscritto, perché mancano completamente le informazioni sulla comunicazione non verbale.

Perciò da qui non si può dirle se deve o meno imprimere un'accelerazione al suo percorso di cambiamento. La mia impressione generale mi porterebbe a risponderle di sì, ma per avere valore la valutazione dovrebbe essere fatta rivolgendo questa domanda a un terapeuta tramite un consulto vero e proprio.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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