Pigrizia, mancanza di forza di volontà, ansia
Buongiorno, sono una ragazza di 21 anni frequentante l'università.
Ho sempre avuto la tendenza a rimandare e fare tutto all'ultimo; prima (liceo, ecc.) però la mole di studio era minore e c'era l'obbligo di presentarsi a lezione, questo mi permetteva di raggiungere comunque ottimi risultati; ora invece (anche grazie al covid) posso evitare di andare a lezione e così finisce che non faccio niente.
Il problema però non è solo questo, la mia non è solo una tendenza al rimandare, ma è proprio una completa mancanza di interesse per qualsiasi cosa (anche appunto le cose che studio che in realtà mi piacciono).
Appena posso mi rinchiudo in casa e dormo, anche se non vorrei farlo, sono sempre stanca e spossata e se riesco a mettermi a studiare è come se il mio cervello "gridasse", come un dolore mentale.
Una settimana prima dell'esame però mi prende l'ansia e inizio a studiare senza interruzioni, a volte senza mangiare o dormire, con questo metodo riesco a dare forse un esame ma con risultati molto buoni, anche perché se non so quello che io considero il minimo indispensabile (così non è perché prendo sempre voti alti), non mi presento all'appello.
Questa mancanza di interesse si collega ad ogni cosa, non so più cosa mi piace.
Odio uscire di casa sia perché non ne ho voglia, sia perché mi mette ansia: sono timida, non so come comportarmi e ho paura di fare figuracce; ho inoltre molta ansia a guidare e vivendo fuori città questo mi limita molto.
In realtà uscire con i miei amici mi piace, ma ho sempre paura che mi chiedano dell'università in cui sono molto indietro e motivo per me di vergogna.
Le uniche volte in cui riesco a fare le cose è quando devo farle per gli altri (anche qui però sto peggiorando e tendo sempre di più a chiudermi).
Per quanto riguarda l'ambiente famigliare i miei genitori mi sostengono sempre e pensano che io sia una persona seria e studiosa, in realtà non lo sono per i motivi sopra descritti; nascondo ai miei questa parte di me, spiegandogli che non ero abbastanza pronta per l'esame (cosa peraltro vera) e loro pensano semplicemente che io sia un po' perfezionista.
Provo molto senso di colpa per questo perché loro mi danno tutto ma io me ne approfitto, inoltre non riesco a parlare loro delle mie difficoltà sia perché non voglio deluderli e non penso capirebbero, sia perché non voglio si preoccupino perché fanno già fin troppo e non voglio appesantirli con i miei problemi.
Ho tutte le condizioni per essere felice perché non mi posso lamentare di niente, però mi sento solo pigra, fallita e piagnona, inoltre mi vergogno molto.
Le cose continuano a peggiorare e io vorrei solo scomparire.
Quest'estate mi ero ripromessa di rivolgermi a un* psicolog* ma, non avendo io le risorse per sostenere tale costo economico ed essendo per me difficile fare qualsiasi cosa, non l'ho fatto.
Ora non so davvero cosa fare o a chi rivolgermi.
Mi scuso per la lunghezza e pesantezza e ringrazio per l'attenzione, se avete dei consigli sono ben accetti.
Ho sempre avuto la tendenza a rimandare e fare tutto all'ultimo; prima (liceo, ecc.) però la mole di studio era minore e c'era l'obbligo di presentarsi a lezione, questo mi permetteva di raggiungere comunque ottimi risultati; ora invece (anche grazie al covid) posso evitare di andare a lezione e così finisce che non faccio niente.
Il problema però non è solo questo, la mia non è solo una tendenza al rimandare, ma è proprio una completa mancanza di interesse per qualsiasi cosa (anche appunto le cose che studio che in realtà mi piacciono).
Appena posso mi rinchiudo in casa e dormo, anche se non vorrei farlo, sono sempre stanca e spossata e se riesco a mettermi a studiare è come se il mio cervello "gridasse", come un dolore mentale.
Una settimana prima dell'esame però mi prende l'ansia e inizio a studiare senza interruzioni, a volte senza mangiare o dormire, con questo metodo riesco a dare forse un esame ma con risultati molto buoni, anche perché se non so quello che io considero il minimo indispensabile (così non è perché prendo sempre voti alti), non mi presento all'appello.
Questa mancanza di interesse si collega ad ogni cosa, non so più cosa mi piace.
Odio uscire di casa sia perché non ne ho voglia, sia perché mi mette ansia: sono timida, non so come comportarmi e ho paura di fare figuracce; ho inoltre molta ansia a guidare e vivendo fuori città questo mi limita molto.
In realtà uscire con i miei amici mi piace, ma ho sempre paura che mi chiedano dell'università in cui sono molto indietro e motivo per me di vergogna.
Le uniche volte in cui riesco a fare le cose è quando devo farle per gli altri (anche qui però sto peggiorando e tendo sempre di più a chiudermi).
Per quanto riguarda l'ambiente famigliare i miei genitori mi sostengono sempre e pensano che io sia una persona seria e studiosa, in realtà non lo sono per i motivi sopra descritti; nascondo ai miei questa parte di me, spiegandogli che non ero abbastanza pronta per l'esame (cosa peraltro vera) e loro pensano semplicemente che io sia un po' perfezionista.
Provo molto senso di colpa per questo perché loro mi danno tutto ma io me ne approfitto, inoltre non riesco a parlare loro delle mie difficoltà sia perché non voglio deluderli e non penso capirebbero, sia perché non voglio si preoccupino perché fanno già fin troppo e non voglio appesantirli con i miei problemi.
Ho tutte le condizioni per essere felice perché non mi posso lamentare di niente, però mi sento solo pigra, fallita e piagnona, inoltre mi vergogno molto.
Le cose continuano a peggiorare e io vorrei solo scomparire.
Quest'estate mi ero ripromessa di rivolgermi a un* psicolog* ma, non avendo io le risorse per sostenere tale costo economico ed essendo per me difficile fare qualsiasi cosa, non l'ho fatto.
Ora non so davvero cosa fare o a chi rivolgermi.
Mi scuso per la lunghezza e pesantezza e ringrazio per l'attenzione, se avete dei consigli sono ben accetti.
[#1]
Buongiorno,
capisco quanto gli stati d'animo che lei descrive le stiano creando disagio e sofferenza. Dalla descrizione sembra sia stata un'escalation, partita dallo studio e generalizzata in più ambiti. Alla base pare esserci una parola che risuona più o meno esplicitamente: paura. Penso che lei dovrebbe farsi aiutare e sostenere per liberarsi delle paure che stanno invalidando le sue giornate, per sbloccare questa percezione di sé stessa, degli altri e del mondo. La sintomatologia depressiva che riporta ipotizzo sia un effetto di uno stato fobico. Si rivolga ad un professionista in zona o in qualche associazione che effettua prestazioni con costi calmierati o addirittura gratuiti. Come dice lei ha le condizioni per essere serena e felice ma, talvolta, c'è bisogno di un aiuto esterno per uscire da una situazione di difficoltà.
Cari saluti
capisco quanto gli stati d'animo che lei descrive le stiano creando disagio e sofferenza. Dalla descrizione sembra sia stata un'escalation, partita dallo studio e generalizzata in più ambiti. Alla base pare esserci una parola che risuona più o meno esplicitamente: paura. Penso che lei dovrebbe farsi aiutare e sostenere per liberarsi delle paure che stanno invalidando le sue giornate, per sbloccare questa percezione di sé stessa, degli altri e del mondo. La sintomatologia depressiva che riporta ipotizzo sia un effetto di uno stato fobico. Si rivolga ad un professionista in zona o in qualche associazione che effettua prestazioni con costi calmierati o addirittura gratuiti. Come dice lei ha le condizioni per essere serena e felice ma, talvolta, c'è bisogno di un aiuto esterno per uscire da una situazione di difficoltà.
Cari saluti
Dr.ssa Silvia Ruggeri
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.8k visite dal 08/02/2022.
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