Non riesco a portare a casa mia il mio ragazzo
Salve sono una ragazza di 30 anni da circa un anno e mezzo sto con ragazzo ci amiamo tanto vogliamo costruire un futuro insieme e fin da subito diciamo che conviviamo.
Lui mi ha subito presentata ai suoi ed abbiamo un bellissimo rapporto con i suoi anche perché lui lo ha con loro.
Purtroppo i miei genitori sono diversi, non sono molto espansivi sono molto più chiusi, l’hanno conosciuto qualche mese dopo ed è andata tutto bene però ho timore a portarlo a casa anche perché non ho rapporti con mio fratello più grande r questo non mi fa essere me stessa.
Diciamo in tutto il contesto familiare abbiamo problemi i miei genitori non hanno mai saputo creare una vera unione tra di noi cosa che invece non si vede a casa sua ma tutto il contrario.
Lui mi ha subito presentata ai suoi ed abbiamo un bellissimo rapporto con i suoi anche perché lui lo ha con loro.
Purtroppo i miei genitori sono diversi, non sono molto espansivi sono molto più chiusi, l’hanno conosciuto qualche mese dopo ed è andata tutto bene però ho timore a portarlo a casa anche perché non ho rapporti con mio fratello più grande r questo non mi fa essere me stessa.
Diciamo in tutto il contesto familiare abbiamo problemi i miei genitori non hanno mai saputo creare una vera unione tra di noi cosa che invece non si vede a casa sua ma tutto il contrario.
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Gentile utente,
se lei è cresciuta in una famiglia conflittuale, con liti, rancori, silenzi ostili, disagi psicologici, questa realtà non dovrebbe essere celata all'uomo con cui pensa di creare un rapporto stabile.
Capisco che sia imbarazzante e perfino doloroso comunicarlo al partner, ma lo sarebbe ancor più farglielo sperimentare senza nemmeno avergliene parlato prima.
Forse attraverso l'incontro con la famiglia di lui, lei ha valutato per la prima volta le difficoltà che espone? Anche in questo caso, perché non esternare con sincerità i suoi dubbi al suo ragazzo?
Che lei voglia mantenere anche in futuro un rapporto coi suoi o che preferisca chiudere i contatti, occorre prendere coscienza dei disagi che le si sono prospettati nella famiglia d'origine.
Vorrei chiarisse meglio la frase: "fin da subito diciamo che conviviamo". Lo dite soltanto, o convivete davvero? In che senso "fin da subito"?
Provi a formulare la precisa domanda a cui dovremmo rispondere e cercheremo di aiutarla meglio.
Buone cose.
se lei è cresciuta in una famiglia conflittuale, con liti, rancori, silenzi ostili, disagi psicologici, questa realtà non dovrebbe essere celata all'uomo con cui pensa di creare un rapporto stabile.
Capisco che sia imbarazzante e perfino doloroso comunicarlo al partner, ma lo sarebbe ancor più farglielo sperimentare senza nemmeno avergliene parlato prima.
Forse attraverso l'incontro con la famiglia di lui, lei ha valutato per la prima volta le difficoltà che espone? Anche in questo caso, perché non esternare con sincerità i suoi dubbi al suo ragazzo?
Che lei voglia mantenere anche in futuro un rapporto coi suoi o che preferisca chiudere i contatti, occorre prendere coscienza dei disagi che le si sono prospettati nella famiglia d'origine.
Vorrei chiarisse meglio la frase: "fin da subito diciamo che conviviamo". Lo dite soltanto, o convivete davvero? In che senso "fin da subito"?
Provi a formulare la precisa domanda a cui dovremmo rispondere e cercheremo di aiutarla meglio.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.9k visite dal 06/02/2022.
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