Terapia breve strategica tecnica non compresa
Buonasera Cari Dottori,
Vi scrivo in quanto ho un dubbio e spero voi possiate aiutarmi.
Ho intrapreso un percorso di terapia breve strategica (l'anno scorso già l'avevo iniziata ma poi l'ho dovuta interrompere), e nonostante stia intraprendendo per la seconda volta questo percorso continuo a non capire l'esecuzione corretta di un esercizio.
Purtroppo al momento non ho modo di contattare la mia psicoterapeuta che incontrerò nuovamente tra due settimane.
Soffro di rimuginio ossessivo.
I due esercizi che mi sono stati dati sono Il blocco delle risposte e l'appuntamento di 5 minuti 3 volte al giorno da dedicare alle ossessioni.
Nel blocco delle risposte ciò che non capisco è cosa dovrei scrivere nel momento in cui non riuscissi a svolgerlo (mi è stato detto in questo caso di scrivere).
Le mie sono catene di domande e risposte che si sovrappongono l'una sull'altra ma le risposte, per trovarle, arrivano da un intenso lavorio cerebrale fatto di ricerche nella memoria (a volte creando ipotetici falsi ricordi), di ricerca di giustificazioni ai miei comportamenti tramite una profonda indagine su ciò che pensavo, provavo e sensivo in quei momenti (soffro di sensi di colpa) e su riproduzioni di sensazioni corporee o emozionali.
Dunque non è una difficoltà decisionale composta da più alternative di risposta che creano altre domande, ma un vero e proprio lavoro mentale.
Come posso utilizzare la scrittura in tal senso dato che comunque il lavorio cerebrale rimane ed è ciò che caratterizza maggiormente l'ossessione?
Dovrei forse sceivere soltanto le sensazioni che provo?
Oppure soltanto le domande che intrusivamente mi arrivano senza le risposte?
Invece, nei 5 minuti che dovrei dedicare ai miei dubbi ossessivi dovrei ricercare anche le annesse risposte?
Oppure dovrei lasciar scorrere le domande senza dare loro risposta?
Ma se così fosse, a questo punto non sarebbe lo stesso che faccio col blocco delle risposte?
Perdonatemi la confusione.
Ho già sbagliato più volte l'esercizio nella precedente terapia e non vorrei ripetere l'errore, perciò chiedo gentilmente a voi di aiutarmi a comprenderlo meglio, se possibile.
Sto entrando in crisi per via di questa mia incomprensione.
Grazie davvero per l'aiuto preziosissimo che offrite, davvero.
Eva
Vi scrivo in quanto ho un dubbio e spero voi possiate aiutarmi.
Ho intrapreso un percorso di terapia breve strategica (l'anno scorso già l'avevo iniziata ma poi l'ho dovuta interrompere), e nonostante stia intraprendendo per la seconda volta questo percorso continuo a non capire l'esecuzione corretta di un esercizio.
Purtroppo al momento non ho modo di contattare la mia psicoterapeuta che incontrerò nuovamente tra due settimane.
Soffro di rimuginio ossessivo.
I due esercizi che mi sono stati dati sono Il blocco delle risposte e l'appuntamento di 5 minuti 3 volte al giorno da dedicare alle ossessioni.
Nel blocco delle risposte ciò che non capisco è cosa dovrei scrivere nel momento in cui non riuscissi a svolgerlo (mi è stato detto in questo caso di scrivere).
Le mie sono catene di domande e risposte che si sovrappongono l'una sull'altra ma le risposte, per trovarle, arrivano da un intenso lavorio cerebrale fatto di ricerche nella memoria (a volte creando ipotetici falsi ricordi), di ricerca di giustificazioni ai miei comportamenti tramite una profonda indagine su ciò che pensavo, provavo e sensivo in quei momenti (soffro di sensi di colpa) e su riproduzioni di sensazioni corporee o emozionali.
Dunque non è una difficoltà decisionale composta da più alternative di risposta che creano altre domande, ma un vero e proprio lavoro mentale.
Come posso utilizzare la scrittura in tal senso dato che comunque il lavorio cerebrale rimane ed è ciò che caratterizza maggiormente l'ossessione?
Dovrei forse sceivere soltanto le sensazioni che provo?
Oppure soltanto le domande che intrusivamente mi arrivano senza le risposte?
Invece, nei 5 minuti che dovrei dedicare ai miei dubbi ossessivi dovrei ricercare anche le annesse risposte?
Oppure dovrei lasciar scorrere le domande senza dare loro risposta?
Ma se così fosse, a questo punto non sarebbe lo stesso che faccio col blocco delle risposte?
Perdonatemi la confusione.
Ho già sbagliato più volte l'esercizio nella precedente terapia e non vorrei ripetere l'errore, perciò chiedo gentilmente a voi di aiutarmi a comprenderlo meglio, se possibile.
Sto entrando in crisi per via di questa mia incomprensione.
Grazie davvero per l'aiuto preziosissimo che offrite, davvero.
Eva
[#1]
Nel caso in cui non riuscisse nel blocco delle risposte, deve scrivere tutte, ma proprio tutte, le catene di domande e risposte che si susseguono e tutti i dettagliati ragionamenti che conducono ad esse.
Per il resto deve parlare con la sua terapeuta appena possibile. Se sente impazienza in questo senso, nel frattempo, è dovuta alle ossessioni, quindi si imponga di aspettare a vederla.
Per il resto deve parlare con la sua terapeuta appena possibile. Se sente impazienza in questo senso, nel frattempo, è dovuta alle ossessioni, quindi si imponga di aspettare a vederla.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Gent.le Dott.re Giuseppe Santonocito,
La ringrazio molto per avermi risposto.
Ok, se non ho capito male dunque dovrei trascrivere tutto ciò che avviene nella mia mente nel momento in cui non riesco a bloccare le risposte.
La tecnica dei 5 minuti il mio prima terapeuta me la diede, ora che ci penso, proprio per evitare di passare l'intera giornata a rimuginare. Era un modo per rimandare il "lavoro" di domanda risposta ad orari prestabiliti e non essere schiava del meccanismo ma portarlo sotto il mio controllo.
Purtroppo mi disse che avrei dovuto svolgere il compito in quegli orari prestabiliti anche non sentendone la necessità, e questo mi spaventava al punto da non arrivare a farlo correttamente.
A distanza di tempo, ripensando a quella tecnica e leggendo vari trattati sull'argomento, ho cominciato a pensare che forse quei 5 minuti li avrei dovuti dedicare esclusivamente alle domande, senza dare loro risposta. Ho esposto questo mio dubbio alla nuova terapista la quale mi ha dato lo stesso esercizio ma con le istruzioni seguite dalla mia nuova valutazione.
Il problema è che così mi sono accorta di non avere mai dei momenti in cui poter sfogare questi impulsi (preferisco il blocco della risposta alla scrittura, in quanto per me estremamente dura) effettuando l'esercizio in questa nuova modalità.
In poche parole ho constatato che ciò che faccio in quei 5 minuti non è altro che bloccare le risposte come mi ritrovo a fare già durante l'intero arco della giornata. Da qui i miei dubbi circa la nuova interpretazione che avevo dato all'esercizio.
Ciò che mi dispiace è di "sprecare" altre due settimane ancora sbagliando l'esercizio e magari peggiorando in questo modo la mia situazione.
La ringazio davvero ancora molto l'ascolto e per il tempo dedicato.
Eva
La ringrazio molto per avermi risposto.
Ok, se non ho capito male dunque dovrei trascrivere tutto ciò che avviene nella mia mente nel momento in cui non riesco a bloccare le risposte.
La tecnica dei 5 minuti il mio prima terapeuta me la diede, ora che ci penso, proprio per evitare di passare l'intera giornata a rimuginare. Era un modo per rimandare il "lavoro" di domanda risposta ad orari prestabiliti e non essere schiava del meccanismo ma portarlo sotto il mio controllo.
Purtroppo mi disse che avrei dovuto svolgere il compito in quegli orari prestabiliti anche non sentendone la necessità, e questo mi spaventava al punto da non arrivare a farlo correttamente.
A distanza di tempo, ripensando a quella tecnica e leggendo vari trattati sull'argomento, ho cominciato a pensare che forse quei 5 minuti li avrei dovuti dedicare esclusivamente alle domande, senza dare loro risposta. Ho esposto questo mio dubbio alla nuova terapista la quale mi ha dato lo stesso esercizio ma con le istruzioni seguite dalla mia nuova valutazione.
Il problema è che così mi sono accorta di non avere mai dei momenti in cui poter sfogare questi impulsi (preferisco il blocco della risposta alla scrittura, in quanto per me estremamente dura) effettuando l'esercizio in questa nuova modalità.
In poche parole ho constatato che ciò che faccio in quei 5 minuti non è altro che bloccare le risposte come mi ritrovo a fare già durante l'intero arco della giornata. Da qui i miei dubbi circa la nuova interpretazione che avevo dato all'esercizio.
Ciò che mi dispiace è di "sprecare" altre due settimane ancora sbagliando l'esercizio e magari peggiorando in questo modo la mia situazione.
La ringazio davvero ancora molto l'ascolto e per il tempo dedicato.
Eva
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 06/02/2022.
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