Depressione, solitudine e pensieri suicidi

Buongiorno, ho 28 anni e da quasi 5 mesi sono stato lasciato (dopo 9 anni di relazione) dalla mia fidanzata a seguito della scoperta (tramite lettura di chat/email) di una serie di tradimenti compiuti da anni a causa di un disturbo (diagnosticato dalla mia psicoterapeuta) legato alla dipendenza patologica per il sesso.

Nell'ottobre scorso ho compiuto un importante atto autolesionistico interrotto per mio volontà (sacchetto di plastica in testa nel tentativo di soffocarmi) a seguito della stesura e dell'invio di una lettera di 'suicidio' dedicata alla mia ex fidanzata.

A seguito di questo gesto, compiuto sotto l'effetto di psicofarmaci (paroxetina e xanax), il mio psichiatra mi ha ricoverato per 10 giorni in una casa di cura.
Durante i giorni dedicati al ricovero tutto sembrava andare per il meglio.
Pochi giorni dopo, continuando a prendere gli psicofarmaci come prescritti, sono rimpiombato in uno stato umorale basso a seguito dell'insorgenza di effetti collaterali: tremori, rigidità, impossibilità di camminare, lavorare, correre.
Abitando da solo, ho scelto di sospenderli.

Ed ecco rimpiombare ciò che il mio psicoterapeuta aveva preannunciato: 'sospendi o dimezza pure le medicine, ma sappi che se le cose, fuori, non vanno secondo i tuoi piani, avrai una ricaduta'.

Ciò che il mio medico aveva preannunciato si è avverato: la mia ex fidanzata è sempre più distante (diversamente da quanto successo durante il mio ricovero e subito dopo l'uscita dalla struttura); una mia amica 'riapparsa' dopo anni si fa sentire, via whatsapp, una volta ogni tot giorni (seppur siamo usciti tre volte insieme e la sua promessa di rivederci una quarta volta), nessun amico/conoscente mi chiede come sto, nessuno mi cerca.

Quando chiedo e/o scrivo a qualcuno di uscire o semplicemente come sta, non ricevo risposta alla chat.
I pranzi e le cene non riesco a passarli da solo, ma vado a trovare i miei familiari o li passo (i pranzi, dal lunedì al venerdi) con i colleghi.
I problemi accadono però la sera e durante i weekend: i pensieri ripiombano nel suicidio, nei sensi di colpa per ciò che ho commesso e per il dolore che ho provocato alla mia ex fidanzata, mi informo su come artisti/attori famosi si sono tolti la vita.

Durante queste crisi di pianto, oltre ai cattivi pensieri, ritorna anche un dolore fisico (come una 'stretta') all'altezza del petto/cuore che vorrei eliminare con tutte le mie forze.
Inoltre sto dormendo con una cintura sul letto, appoggiata sopra il cuscino.
Spero di non doverla usare mai.
Inoltre, a casa, non riesco e non trovo più le forze per svolgere le normali faccende quotidiane.

Dall'ottobre scorso sono seguito da una psicologa: quello che mi consiglia è di uscire/incontrare persone nuove, e di non vivere tutto come un lutto.
Facile a dirsi, molto più complicato (se non impossibile) a farsi.
Inutile dire che durante la mia ultima seduta mi ha diagnosticato un ritorno alla fase acuta della depressione.

Grazie per la lettura e l'aiuto che mi potete dare.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Il senso di disperazione e abbandono che si possono provare in queste circostanze è ben comprensibile, e quindi anche il voler sentire altri pareri. Purtroppo però non possiamo fare qui quello che soltanto i suoi curanti attuali, psicoterapeuti e psichiatri, possono fare. Questi sono semplici consulti per iscritto e non dovrebbe avere delle alte aspettative al riguardo.

Il suggerimento della psicologa è appropriato: non smettere di avere una vita sociale, perché dopo ogni tempesta ritorna sempre il sereno. In questo momento lei sente solo la depressione, ma non sarà sempre così. L'umore può cambiare, specie se aiutato dai comportamenti ed eventualmente dai farmaci. Perciò continui a seguire le cure che le stanno prescrivendo, e decida di aspettare sempre un giorno in più prima di trarre conclusioni affrettate.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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