Ho 18 anni e mi sento triste e vuoto
Salve a tutti, sono un ragazzo di 18 anni e da tempo ormai ho bisogno di sfogarmi, anche se farlo in queste poche righe è davvero difficile, perciò cercherò di riassumere il tutto.
Premetto che sono sempre stato un tipo diverso dai miei coetanei, sia per mentalità che per interessi.
Sono una persona a cui piace imparare, creativa (mi piace l'arte e la musica classica, in più suono uno strumento) e molto empatica.
Tuttavia, la mia vita è praticamente un linea piatta che ormai da anni non muta.
Sono introverso (non timido) e questo ovviamente ha posto già i primi paletti nella mia vita sociale: faccio nuove amicizie a fatica, e gli amici veri che ho sono pochi e da anni gli stessi, e con loro ormai mi annoio, nonostante voglia loro bene.
Quello che mi fa soffrire è l'invidia che provo per la vita altrui, quando vedo miei coetanei che si divertono la sera, hanno tanti amici e soprattutto autostima.
Sono, infatti, un ragazzo che ha ansia di incontrare per caso sconosciuti per strada, ho paura di essere guardato, giudicato.
Ho infatti una sorta di disagio quando cammino per strada, anche quando non sono solo.
Oltre a ciò, sono ormai anni che non riesco a ridere e a divertirmi seriamente, non riesco a sorridere neanche in compagnia di amici, spesso facendoli preoccupare per il mio stato d'animo perennemente buio.
Quando esco vedo gli altri intorno a me che ridono e scherzano, mentre io non riesco.
Infine, vorrei aggiungere che non ho mai avuto una ragazza, e tantomeno ne ho baciata una, e questa cosa mi fa molto soffrire, anche perché dalle mie esperienze familiari avrei davvero bisogno di qualcuno che possa volermi bene e che apprezzi la persona che sono, invece ho ricevuto solo pali in faccia.
Ora come ora mi sento incompreso, triste e malinconico... e non so come uscire da questa piattezza che ormai da anni caratterizza la mia vita.
Ogni punto di vista è ben accetto.
Grazie per aver letto
Premetto che sono sempre stato un tipo diverso dai miei coetanei, sia per mentalità che per interessi.
Sono una persona a cui piace imparare, creativa (mi piace l'arte e la musica classica, in più suono uno strumento) e molto empatica.
Tuttavia, la mia vita è praticamente un linea piatta che ormai da anni non muta.
Sono introverso (non timido) e questo ovviamente ha posto già i primi paletti nella mia vita sociale: faccio nuove amicizie a fatica, e gli amici veri che ho sono pochi e da anni gli stessi, e con loro ormai mi annoio, nonostante voglia loro bene.
Quello che mi fa soffrire è l'invidia che provo per la vita altrui, quando vedo miei coetanei che si divertono la sera, hanno tanti amici e soprattutto autostima.
Sono, infatti, un ragazzo che ha ansia di incontrare per caso sconosciuti per strada, ho paura di essere guardato, giudicato.
Ho infatti una sorta di disagio quando cammino per strada, anche quando non sono solo.
Oltre a ciò, sono ormai anni che non riesco a ridere e a divertirmi seriamente, non riesco a sorridere neanche in compagnia di amici, spesso facendoli preoccupare per il mio stato d'animo perennemente buio.
Quando esco vedo gli altri intorno a me che ridono e scherzano, mentre io non riesco.
Infine, vorrei aggiungere che non ho mai avuto una ragazza, e tantomeno ne ho baciata una, e questa cosa mi fa molto soffrire, anche perché dalle mie esperienze familiari avrei davvero bisogno di qualcuno che possa volermi bene e che apprezzi la persona che sono, invece ho ricevuto solo pali in faccia.
Ora come ora mi sento incompreso, triste e malinconico... e non so come uscire da questa piattezza che ormai da anni caratterizza la mia vita.
Ogni punto di vista è ben accetto.
Grazie per aver letto
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Da come ti descrivi appari introverso <e> un po' timido. Più precisamente oltre all'introversione sembri avere un certo timore di fare nuove conoscenze. Comunque tu voglia definire la timidezza, infatti, alla fine è sempre paura del contatto con gli sconosciuti che può dipendere da: 1) timore di non esserne all'altezza; 2) timore di essere giudicato, quindi vergogna; 3) percezione degli altri come un pericolo.
Perciò non è affatto sorprendente che tu senta la tua vita come appiattita. Siamo esseri sociali e a parte rari casi tutti abbiamo bisogno di una vita sociale minimamente appagante.
Essere introversi non è limitante di per sé. Puoi benissimo essere un introverso ma decidere, solo quando lo vuoi, di aprirti e divertirti in mezzo agli altri.
Essere introversi è un po' come avere una casa: ci passi dentro molto tempo, ma se vuoi puoi decidere di uscire. Essere estroversi è invece un po' come non avere una casa, vivere sempre all'aperto e non sentire il bisogno di stare al coperto.
Credo che ti sarebbero utilissimi dei consulti con uno psicologo, non per diventare estroverso, o meglio per diventare "estroverso a comando", solo quando lo vuoi tu, e per imparare le abilità sociali che ancota ti mancano.
Perciò non è affatto sorprendente che tu senta la tua vita come appiattita. Siamo esseri sociali e a parte rari casi tutti abbiamo bisogno di una vita sociale minimamente appagante.
Essere introversi non è limitante di per sé. Puoi benissimo essere un introverso ma decidere, solo quando lo vuoi, di aprirti e divertirti in mezzo agli altri.
Essere introversi è un po' come avere una casa: ci passi dentro molto tempo, ma se vuoi puoi decidere di uscire. Essere estroversi è invece un po' come non avere una casa, vivere sempre all'aperto e non sentire il bisogno di stare al coperto.
Credo che ti sarebbero utilissimi dei consulti con uno psicologo, non per diventare estroverso, o meglio per diventare "estroverso a comando", solo quando lo vuoi tu, e per imparare le abilità sociali che ancota ti mancano.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Grazie per la risposta. So bene che lo psicologo può essere una valida scelta, però dipendo ancora dai miei genitori (faccio ancora il liceo) e loro non ne vogliono sapere di mandarmici, nonostante le mie richieste (perché credo di soffrire di DOC e ho ripetutamente chiesto loro una seduta). Mi auguro di riuscire a poterne usufruire magari una volta all'università, disponendo di maggior autonomia e dipendenza economica.
[#3]
A 18 anni puoi già decidere di rivolgerti anche da solo alla tua Asl, chiedendo un consulto psicologico. Prima ancora puoi chiedere al tuo medico di base. Oltretutto, essendo maggiorenne, né il medico né lo psicologo sono tenuti a informare i tuoi genitori.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.7k visite dal 31/01/2022.
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