Doc da relazione?
Buongiorno.
Da 8 anni coltivo una relazione con G.
, caratterizzata da complicità, amore, progetti, futuro.
Ad agosto 2021 (prossimi alla convivenza), iniziai improvvisamente e senza cause concrete apparenti a manifestare dubbi ossessivi, ricorrenti, intrusivi riguardo il mio sentimento provato: lo amo?
È routine?
È amicizia?
Tale condizione mi ribaltò in una sfera di malessere globale: inappetenza, insonnia, angoscia, colpevolizzazione, arrivando quasi a lasciare G.
come apparente soluzione momentanea per alleviare lo Stato ansiogeno.
Tali pensieri occupavano la mia giornata incessantemente, sembravano reali, vere sensazioni, cercano disperatamente risposte di monitorare il mio stato emotivo in presenza di G.
, cosa provavo, cosa avrei dovuto provare se amavo ancora.
Evitano di vederlo, evitavo il frequentate coppie felici, ogni cosa anche banale (una frase d’amore, una canzone malinconica), era un innesco al mio malessere interiore.
Lo vedevo quasi come un estraneo, analizzavo il suo aspetto fisico, caratteriale, trovando pregi e difetti, e focalizzandomi su questi.
Mi sentivo e mi sento in colpa: perché non riesco ad amare come prima?
Cosa è successo?
Vorrei tornare alla nostra spensieratezza, ai nostri progetti di vita, al Stato affettivo.
Cercando rassicurazioni online trovai il DOC Da relazione.
Attualmente sto seguendo un percorso di psicoterapia, ho ottenuto alcuni miglioramenti come la consapevolezza di avere un disturbo che effettivamente annebbia il mio stato emotivo creando confusione.
Talvolta lo stesso disturbo si autocritica dicendo E se non fosse DOC?
E se davvero non amassi più G.
?, questo scenario mi spaventa molto.
Ad oggi, a tre giorni di convivenza è una gravidanza non pianificata ma scoperta proprio in concomitanza dell’ insorgenza del DOC, il disturbo è molto altalenante, ora che siamo in casa nuova da tre giorni è in una fase quasi acuta.
Il mio terapeuta ribadì la normalità di ricomparsa esponenziale del disturbo correlata al cambiamento e senso di responsabilizzazione, e di non cadere nelle trappole che tale disagio psicologico comporta.
Attualmente mi sento in una vita nuova, e ho nostalgia della vecchia, dei miei genitori, di casa mia, soprattutto la sera.
Mi sembra di vivere in una vita non mia, non provo gioia per la mia maternità, non sento legami affettivi con la bambina, e mi sento in colpa.
La mia condizione presumo sia tutta alterata dal DOC, che quando si presenta in acuto mina ogni sfera emotiva azzerandone il benessere.
Mi confermate?
Grazie
Da 8 anni coltivo una relazione con G.
, caratterizzata da complicità, amore, progetti, futuro.
Ad agosto 2021 (prossimi alla convivenza), iniziai improvvisamente e senza cause concrete apparenti a manifestare dubbi ossessivi, ricorrenti, intrusivi riguardo il mio sentimento provato: lo amo?
È routine?
È amicizia?
Tale condizione mi ribaltò in una sfera di malessere globale: inappetenza, insonnia, angoscia, colpevolizzazione, arrivando quasi a lasciare G.
come apparente soluzione momentanea per alleviare lo Stato ansiogeno.
Tali pensieri occupavano la mia giornata incessantemente, sembravano reali, vere sensazioni, cercano disperatamente risposte di monitorare il mio stato emotivo in presenza di G.
, cosa provavo, cosa avrei dovuto provare se amavo ancora.
Evitano di vederlo, evitavo il frequentate coppie felici, ogni cosa anche banale (una frase d’amore, una canzone malinconica), era un innesco al mio malessere interiore.
Lo vedevo quasi come un estraneo, analizzavo il suo aspetto fisico, caratteriale, trovando pregi e difetti, e focalizzandomi su questi.
Mi sentivo e mi sento in colpa: perché non riesco ad amare come prima?
Cosa è successo?
Vorrei tornare alla nostra spensieratezza, ai nostri progetti di vita, al Stato affettivo.
Cercando rassicurazioni online trovai il DOC Da relazione.
Attualmente sto seguendo un percorso di psicoterapia, ho ottenuto alcuni miglioramenti come la consapevolezza di avere un disturbo che effettivamente annebbia il mio stato emotivo creando confusione.
Talvolta lo stesso disturbo si autocritica dicendo E se non fosse DOC?
E se davvero non amassi più G.
?, questo scenario mi spaventa molto.
Ad oggi, a tre giorni di convivenza è una gravidanza non pianificata ma scoperta proprio in concomitanza dell’ insorgenza del DOC, il disturbo è molto altalenante, ora che siamo in casa nuova da tre giorni è in una fase quasi acuta.
Il mio terapeuta ribadì la normalità di ricomparsa esponenziale del disturbo correlata al cambiamento e senso di responsabilizzazione, e di non cadere nelle trappole che tale disagio psicologico comporta.
Attualmente mi sento in una vita nuova, e ho nostalgia della vecchia, dei miei genitori, di casa mia, soprattutto la sera.
Mi sembra di vivere in una vita non mia, non provo gioia per la mia maternità, non sento legami affettivi con la bambina, e mi sento in colpa.
La mia condizione presumo sia tutta alterata dal DOC, che quando si presenta in acuto mina ogni sfera emotiva azzerandone il benessere.
Mi confermate?
Grazie
[#1]
Buongiorno,
intanto ci tengo a precisare che sei già seguita da un collega, dovresti confrontarti con lui relativamente al problema. Non aver timore di chiedere e ridefinire gli obiettivi terapeutici con lui qualora non fossero chiari. Se invece lo sono e ti trovi bene con il professionista che hai scelto, affidati a lui più che a risposte ottenute sul web. Soprattutto, non aver timore di fargli domande.
Potrei consigliarti una lettura: "Cogito Ergo Soffro" di G. Nardone.
Tratta di quello che in terapia strategica breve viene definito come "dubbio patologico", che da quello racconti potrebbe aiutarti a definire meglio la tua situazione.
Saluti
intanto ci tengo a precisare che sei già seguita da un collega, dovresti confrontarti con lui relativamente al problema. Non aver timore di chiedere e ridefinire gli obiettivi terapeutici con lui qualora non fossero chiari. Se invece lo sono e ti trovi bene con il professionista che hai scelto, affidati a lui più che a risposte ottenute sul web. Soprattutto, non aver timore di fargli domande.
Potrei consigliarti una lettura: "Cogito Ergo Soffro" di G. Nardone.
Tratta di quello che in terapia strategica breve viene definito come "dubbio patologico", che da quello racconti potrebbe aiutarti a definire meglio la tua situazione.
Saluti
Dr. Francesco Beligni - PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Riceve su Siena-Arezzo oppure ONLINE
www.francescobeligni.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.5k visite dal 26/01/2022.
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