Fortissima ansia e angoscia, senso di non vita, cosa può essere?
Parto con il dire che è da quando sono piccolo, che soffro di ansia, insieme a tic (tricotillomania) e altri problemi trascurati (mutismo selettivo alle suepriori).
Gli anni scolastici non sono stati facili, essendo io una persona molto emotiva e timida, oltre che apprensiva, mi sono dovuto quasi sempre subire atti di bullismo, ed io che non avevo il coraggio di reagire: alle elementari venivo preso in giro dalle maestre per il mio carattere strano, alle medie hanno iniziato i compagni, e alle superiori anche.
Sono riuscito comunque a diplomarmi, anche se con fatica (passavo tutto il giorno a studiare quasi ossessivamente).
Comunque, con la fine della scuola sono arrivati i momenti più bui: nel 2018 ho iniziato a leggere romanzi di qualsiasi tipo, avevo letteralmente perso cognizione di spazio e tempo, fino a che pensavo che l'unico scopo per me nella vita fosse leggere, quasi come se avessi perso gli obbiettivi e tutto il resto.
Naturalmente questa cosa mi ha portato ad un disturbo d'ansia con ossessioni, e ultimamente, anche con la psicoterapia, è peggiorato.
Mi sento come chiuso dentro una gabbia, in cui tutto ciò che provo a fare non va bene, forse perchè non ho più il senso delle proporzioni, in quanto mi sembra di dover scalare una montagna.
In più penso di stare subendo il lavoro che faccio, e ciò mi provoca molto stress aggiuntivo.
Sono in uno stato mentale di non vita, poche cose mi danno piacere, e pure quella luce che vedevo si sta piano piano oscurando; passo la giornata a rimuginare sugli errori che ho fatto, sull'università che potevo intraprendere quando ero ancora sano, sul disturbo d'ansia che forse me lo sarei evitato se avessi agito prima, tutto mi fa sentire veramente male.
Ho avuto alcuni attacchi di panico con convulsioni pure, ed il mio stato d'ansia e angoscia è talmente forte da crearmi cefalee e mal di testa continui ultimamente.
Forse perchè mi sto avvicinando ai 25 anni, ma ora mi sembra tutto molto più pesante.
Ho pure la sensazione, a volte, di non volermi staccare dalla famiglia, per paura di affrontare il mondo da solo e per il fatto di non assumermi alcuna responsabilità, dato che non ho obbiettivi, ed il lavoro che faccio non mi realizza nemmeno.
Aiutatemi, quale potrebbe essere una via di fuga da questa gabbia dei pensieri, forse dovrei fermare tutto per un pò e godermi il presente, ma la mia mente vaga in un altra realtà, ormai inconsapevolmente, ed io non posso farci niente, però non riesco nemmeno più a cambiare, perchè il farlo mi annienta psicologiacamente, mi sembra davvero di dover fuggire da una realtà che mi sono creato, e seppur non mi piaccia, non riesco ad abbandonarla.
Riuscireste a darmi qualche consiglio per trovare una risposta a questa situazione?
Ho fatto alcuni lavori ultimante, ma mi hanno tutti abbastanza frustrato, facendomi vedere un mondo più brutto di quel che è, in più le cefalee ultimamente mi fanno pensare il peggio.
Grazie.
Fabio
leggendo il suo messaggio mi verrebbe da dire che lei si è sempre sentito "chiuso dentro ad una gabbia", non solo ora ma fino da quell'infanzia in cui sé è "quasi sempre dovuto subire atti di bullismo" e "altri problemi trascurati".
Da questa gabbia lei ha cercato di fuggire con la lettura. Questo potrebbe andar bene: si può anche fare terapia con la lettura. Nel suo caso però è diventata una fuga continua dalla realtà.
Ora, se ho ben capito, è seguito da un terapeuta. Si affidi a lui dicendo ciò che scrive qua, anche e sopratutto i dubbi circa il vostro percorso. Parli al suo medico di medicina generale del suo malessere. Se poi ha voglia, visto che la lettura non la spaventa, può leggere un libro semplice di Marcia Grad Powers "Il cavaliere che aveva un peso sul cuore", edizioni Piemme, disponibile sia in formato cartaceo sia in ebook, sono sicuro che potrà trovare utili spunti da questa lettura.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
Grazie della risposta, prenderò sicuramente il libro come spunto. Il fatto è che il mio incoscio si sta accorgendo evidentemente di questo mio stato di non vita, e si vuole ribellare attraverso l'ansia e l'angoscia secondo me. Diciamo comunque, come lei ha detto, che in effetti nella ho sempre subito molto durante la mia adolescenza, soprattutto dopo una storia con una ragazza che mi aveva ferito e buttato a terra, da li hanno avuto inizio i miei problemi con me stesso; prima ero un ragazzo sorridente, e anche ironico incosciamente, poi, il tracollo, la perdità degli obiettivi, e la paura di entrare nel mondo, quello degli adulti anche, che mi spaventa e mi stressa anche, perchè non riesco a focalizzare bene i miei scopi, come dicevo, se non solo a parole. Come potrei attuare un percorso di crescita secondo lei, che mi faccia rimanere nel presente, senza immaginare altri scenari, ma che mi possa far restare con i piedi per terra?
Comunque, è possibile che un'ansia grave possa far venire certi mal di testa duraturi, o devo veramente temere il peggio, dato che ho 25 anni e sono questi i momenti in cui alcune malattie arrivano?
Conosce per caso una tecnica, che sia in grado di farmi vivere più attivamente la vita, anche se ciò che faccio non mi piace molto, e non mi realizza come vorrei?
Grazie mille dell'interessamento
l'ansia può sicuramente "far venire certi mal di testa": lo stato di tensione e di ansia continua può somatizzarsi in diversi modi. Per questo le consigliavo nel precedente messaggio di rivolgersi al medico di medicina generale.
Il percorso credo lo stia già facendo con il suo terapeuta.
Per stare "con i piedi per terra" e vivere nel qui ed ora, nel momento presente, può essere di aiuto la mindfulness. Su questo argomento può trovare moltissimi libri e articoli anche online.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
Grazie comunque della disponibilità davvero.
Fabio
è sicuramente possibile uscirne: può riprendere in mano le redini della sua vita e riconquistare uno stato di benessere.
Come le ho detto, inizi parlando al suo medico di medicina generale che potrà valutare eventuali esami ematochimici o supporti farmacologici. Quindi continui con il percorso che sta già facendo, aggiungendo la lettura di qualche libro dedicato come quello che le ho indicato.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
Grazie davvero ancora della disponibilità
Scrivo a lei perchè dalle risposte che mi ha dato precedentemente mi sembra piuttosto preparato nell'ambito.
Allora, io, due anni fa, come già lei sa, ho iniziato a leggere libri in maniera "compulsiva": non uscivo più di casa per leggere, avevo perso cognizione di spazio e tempo; e poi, ogni volume che iniziavo, lo lasciavo quasi sempre a metà, iniziando a leggerne un altro. Poi magari riprendevo il primo, e poi, ancora, di punto in bianco, lo richiudevo per leggerne ancora uno nuovo. Avevo anche dei pensieri che passavano dal dubbio di leggere questo o quel libro, e a volte mi bloccavo, quasi che la mia mente avesse un'amnesia volontaria, come se il cervello, tra i due dilemmi, nell'indecisione più assoluta, pensasse a smarrirsi ed andava andare in standby per un secondo. Che poi erano sempre gli stessi due o tre pensieri, e riguardavano sempre il libro che dovevo leggere diciamo, non si discostavano da questo. Tutto ciò è durato quasi un anno, passavo dal leggere Dickens, poi Pavese, Manzioni, magari tutti nella stessa giornata. Avevo, almeno così a me sembra, anche sviluppato una sorta di dipendenza dai libri, come se questi mi rendessero più sicuro, ma, in relatà, la mia era solo fragilità assoluta, perchè mi sentivo ancora più insicuro e ignorante. Secondo lei, dottore, da cosa potrebbe derivare questo disturbo ossessvo, lo chiamo io, verso la lettura. Adesso vorrei ricominciare a leggere, è da un anno che non lo faccio, ma ho troppa paura di ricadere in quella trappola maledetta. È stata davvero dura uscirne, e non vorrei ritornarci ancora. Può mica darmi qualche consiglio in merito?
Grazie mille davvero dell'interessamento.
Cordiali saluti.
Fabio.
lei stesso dice "come se questi (i libri) mi rendessero più sicuro". Questo, probabilmente cercava nei libri. Un libro è "più sicuro": ha un inizio e una fine, uno svolgimento tracciato dall'autore - che non è lei - si può iniziare ma si può anche non portare a termine. Allo stesso tempo "era solo fragilità assoluta", poiché si trattava da una fuga dalla realtà e non di un reale piacere nella lettura.
Lei mi ha detto che ha iniziato un percorso terapeutico quindi il lavoro fatto - o che sta facendo - quindi non proceda con serenità e ne parli con il terapeuta, esattamente come fa qui.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
Si lavora invece, assieme ad un professionista, sui motivi che sono alla base di questa continua fuga.
Cordialmente.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
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