Mamma ipercritica, demotivante, avvilente. cosa posso fare?
Buongiorno,
Scrivo perché ho da sempre un rapporto conflittuale con mia mamma.
Fin da bambina mia mamma, per il mio bene o forse vedendo un certo potenziale, ha sempre voluto che io dessi il meglio, soprattutto a scuola.
All'età di 12/13anni ho cominciato a esprimere più personalità, com'è normale che sia, e da lì mi sono resa conto di un comportamento nei miei confronti altalenante.
Disprezzava l'idea che volessi studiare in una scuola professionale, incidendo così sulle mie scelte di studio, risultate poi con gli anni in tanto "lavoro" sprecato, ho si studiato e preso una laurea, ma non ho mai avuto passione, e solo dopo tanto tempo ha accettato molto di malgrado il fatto che preferissi lavorare come operaia piuttosto che nel mio campo di studi.
L'occasione di lavoro che ho preso in un momento di crisi mi ha in realtà fatto apprezzare tipi di lavoro completamente diversi dal mio e che amo più del mio, ma lei lo accetta veramente a fatica.
Continua propinarmi posti di lavoro secondo lei migliori quando io so benissimo gestire la mia vita, la mia indipendenza economica, conosco le mie esigenze, priorità -opposte alle sue, lei è sempre stata stacanovista e fredda-.
Ecco, lei disprezza anche le mie diverse priorità: ho un compagno e voglio dedicare anche a lui il mio tempo, secondo mia mamma dedicare tempo a un fidanzato/compagno/marito è qualcosa che non è poi così importante.
Non accetta il mio compagno, o meglio, credo che proprio non accetti il fatto che ne abbia uno! Ha già osteggiato, in modo molto 'soft', una mia relazione precedente.
Propinava altri ragazzi a caso confrontandoli col mio, e lo fa ancora adesso, dicendomi "ma sei sicura che ti piace?
Che vuoi state con lui?
Ma mollalo, che stai meglio da sola! "... senza nessun motivo, perché ho una relazione stabile.
Non era granché contenta della mia convivenza, tanto che, quando sono andata ad abitare da sola ma già ero fidanzata, si è sorpresa e scandalizzata del fatto che avessi comprato un letto matrimoniale "ah ma perché, chi deve venire qui?
Sei da sola, lui non dorme sul divano?
".
Non ho avuto per qualche tempo buoni rapporti coi miei suoceri, anche perché loro erano influenzati negativamente dall'atteggiamento dei miei genitori nei loro confronti, e quando dopo 2 anni d'assenza sn andata in meridione a trovarli, i miei genitori sembravano due investigatori privati, sapevo che si scrivevano ad ogni mio aggiornamento.
Mia mamma critica le mie scelte, il mio aspetto fisico, il mio modo di vestire, le mie scelte lavorative... mi ritiene ancora oggi immatura, fannullona, incapace di relazionarsi alla gente e destinata a rimanere sola... Dalla rabbia che non avevo gestire a 15 anni son passata mano a mano all'indifferenza e rispondere a tono, in modo calmo ma rassegnato...anche se ogni volta tutto questo mi crea ansia, disagio, mi sento sola al mondo se non fosse per il mio compagno.
Cosa posso fare per sbloccare una situazione così pesante per me?
Grazie mille in anticipo per il Vs aiuto.
Scrivo perché ho da sempre un rapporto conflittuale con mia mamma.
Fin da bambina mia mamma, per il mio bene o forse vedendo un certo potenziale, ha sempre voluto che io dessi il meglio, soprattutto a scuola.
All'età di 12/13anni ho cominciato a esprimere più personalità, com'è normale che sia, e da lì mi sono resa conto di un comportamento nei miei confronti altalenante.
Disprezzava l'idea che volessi studiare in una scuola professionale, incidendo così sulle mie scelte di studio, risultate poi con gli anni in tanto "lavoro" sprecato, ho si studiato e preso una laurea, ma non ho mai avuto passione, e solo dopo tanto tempo ha accettato molto di malgrado il fatto che preferissi lavorare come operaia piuttosto che nel mio campo di studi.
L'occasione di lavoro che ho preso in un momento di crisi mi ha in realtà fatto apprezzare tipi di lavoro completamente diversi dal mio e che amo più del mio, ma lei lo accetta veramente a fatica.
Continua propinarmi posti di lavoro secondo lei migliori quando io so benissimo gestire la mia vita, la mia indipendenza economica, conosco le mie esigenze, priorità -opposte alle sue, lei è sempre stata stacanovista e fredda-.
Ecco, lei disprezza anche le mie diverse priorità: ho un compagno e voglio dedicare anche a lui il mio tempo, secondo mia mamma dedicare tempo a un fidanzato/compagno/marito è qualcosa che non è poi così importante.
Non accetta il mio compagno, o meglio, credo che proprio non accetti il fatto che ne abbia uno! Ha già osteggiato, in modo molto 'soft', una mia relazione precedente.
Propinava altri ragazzi a caso confrontandoli col mio, e lo fa ancora adesso, dicendomi "ma sei sicura che ti piace?
Che vuoi state con lui?
Ma mollalo, che stai meglio da sola! "... senza nessun motivo, perché ho una relazione stabile.
Non era granché contenta della mia convivenza, tanto che, quando sono andata ad abitare da sola ma già ero fidanzata, si è sorpresa e scandalizzata del fatto che avessi comprato un letto matrimoniale "ah ma perché, chi deve venire qui?
Sei da sola, lui non dorme sul divano?
".
Non ho avuto per qualche tempo buoni rapporti coi miei suoceri, anche perché loro erano influenzati negativamente dall'atteggiamento dei miei genitori nei loro confronti, e quando dopo 2 anni d'assenza sn andata in meridione a trovarli, i miei genitori sembravano due investigatori privati, sapevo che si scrivevano ad ogni mio aggiornamento.
Mia mamma critica le mie scelte, il mio aspetto fisico, il mio modo di vestire, le mie scelte lavorative... mi ritiene ancora oggi immatura, fannullona, incapace di relazionarsi alla gente e destinata a rimanere sola... Dalla rabbia che non avevo gestire a 15 anni son passata mano a mano all'indifferenza e rispondere a tono, in modo calmo ma rassegnato...anche se ogni volta tutto questo mi crea ansia, disagio, mi sento sola al mondo se non fosse per il mio compagno.
Cosa posso fare per sbloccare una situazione così pesante per me?
Grazie mille in anticipo per il Vs aiuto.
[#1]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,
posso immaginare la delusione, la sensazione di solitudine e il dolore provocatole dall'amara consapevolezza di esperire in sua madre, anziché quel primordiale luogo sicuro nel mondo che tutti ci aspetteremmo, uno spazio fatto di aggressività e inaccoglienza.
Da quanto ha raccontato, a mio avviso, l'unica possibilità di "salvezza" che intravedo all'orizzonte è quella di "mettersi in salvo", ovvero di limitare il più possibile situazioni di scambio e di occasioni per sua madre di attaccarla.
Insomma, proverei a limitare il più possibile i contatti, per lo meno nell'immediato.
Questo è, concretamente, il primo passo che mi sento di suggerirle di prendere in considerazione.
Poi, se lo vorrà, quando magari si sentirà più "slegata" dalle dinamiche distruttive di cui sopra, potrà provare un giorno a confrontarsi con sua madre, comunicandole apertamente i suoi sentimenti feriti al duplice fine di farsi "vedere" (riconoscere) nella sua sofferenza e, magari, sollecitare un cambiamento da parte di sua madre.
Ovviamente, come tutte le situazioni di esposizione, deve contemplare il rischio che la sua esposizione cada nel vuoto.
Ma questo solo lei può sapere e sentire se ne varrà la "pena".
Per il momento, ribadisco, il punto più importante, a mio avviso, è quello di provare a porre un argine reale e concreto ai comportamenti denigratori posti in essere da sua madre.
Poi, ovviamente, se sente di non farcela da sola a districarsi da queste dinamiche, valuti anche la possibilità di richiedere un aiuto professionale.
Cordialmente
posso immaginare la delusione, la sensazione di solitudine e il dolore provocatole dall'amara consapevolezza di esperire in sua madre, anziché quel primordiale luogo sicuro nel mondo che tutti ci aspetteremmo, uno spazio fatto di aggressività e inaccoglienza.
Da quanto ha raccontato, a mio avviso, l'unica possibilità di "salvezza" che intravedo all'orizzonte è quella di "mettersi in salvo", ovvero di limitare il più possibile situazioni di scambio e di occasioni per sua madre di attaccarla.
Insomma, proverei a limitare il più possibile i contatti, per lo meno nell'immediato.
Questo è, concretamente, il primo passo che mi sento di suggerirle di prendere in considerazione.
Poi, se lo vorrà, quando magari si sentirà più "slegata" dalle dinamiche distruttive di cui sopra, potrà provare un giorno a confrontarsi con sua madre, comunicandole apertamente i suoi sentimenti feriti al duplice fine di farsi "vedere" (riconoscere) nella sua sofferenza e, magari, sollecitare un cambiamento da parte di sua madre.
Ovviamente, come tutte le situazioni di esposizione, deve contemplare il rischio che la sua esposizione cada nel vuoto.
Ma questo solo lei può sapere e sentire se ne varrà la "pena".
Per il momento, ribadisco, il punto più importante, a mio avviso, è quello di provare a porre un argine reale e concreto ai comportamenti denigratori posti in essere da sua madre.
Poi, ovviamente, se sente di non farcela da sola a districarsi da queste dinamiche, valuti anche la possibilità di richiedere un aiuto professionale.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.8k visite dal 24/01/2022.
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