Gli ultimi due anni ho fatto fatica, sempre palpitazioni

Buongiorno dottore le chiedo brevemente aiuto su un quesito. Se so che devo uscire da sola mi prende un'ansia interiore forte, evito di manifestarla ma mi viene paura, non so spiegare perchè però è così, da troppo tempo, mentre se so che esco con qualcuno sono tranquilla, evitando magari incosciamente a volte, contatti diretti con gli altri.

Ebbene, poi capitano serate come quella precedente dove incontro di nuovo persone della scuola che non si comportano in maniera civile e mi riempio di rabbia, di rancore, spaccherei tutto e non riesco a dormire (in questo caso è successo poco fa). Rimango magari delle giornate in silenzio e poi quando accadono queste cose mi riempio di brutti sentimenti che non mi appartengono ma che mi scatenano le suddette persone e sto male.

Durante la situazione mi blocco, il cuore va a mille e alcuni mi guardano storto perchè nel frattempo mi dimentico di salutarli e sembro snob. Il bello è che mi capita praticamente sempre solo che essendo spesso in compagnia, vivo la situazione passivamente e l'impatto è meno violento.

Allora quando sono sola spesso evito le persone e faccio strade isolate anche se vorrei avere definitivamente la forza di impormi. Avevo già scritto un altro quesito inerente con problemi simili. Non so come superare questo problema, a scuola gli ultimi due anni ho fatto fatica, sempre palpitazioni e iperidrosi da ansia ma ho sempre cercato di fregarmene però so che così non risolverò mai il problema.

Credo di essere all'inizio, comincio a capire che non è colpa degli altri ma che parte da me questo problema. A settembre vado in università e vorrei cercare di placare un po' queste sensazioni, secondo lei cosa dovrei fare? Grazie di cuore.

Un altra cosa: 2 settimane fa ho visto un ragazzo carino in un centro commerciale ma ero con mia mamma e ho solo detto ciao. La situazione si è ripetuta per 2 volte. è proprio carino e ho capito che gli piaccio solo che li ci vado solo il sabato...è distante...

Se lo aspetto fuori e lo chiamo dicendogli se gli fa piacere vedermi è una mossa troppo azzardata? Sa, sarà ridicolo, ma io ho paura di vivere l'emozione troppo intensamente e di lasciarmi andare troppo e di fare poi fatica a difendermi se si spinge troppo oltre, perchè da una parte lo vorrei enormemente ma dall'altra ho troppa paura...

Sono 4 anni che non esco la sera in discoteca nè in pizzeria...Solo in pizzeria qualche volta ma solo coi miei...
Non ce la faccio più, alterno fasi in cui vorrei recuperare questi 4 anni a fasi di assoluto bigottismo in cui mi stupisco di come faccia certa gente a fare certe cose...

Ma secondo lei, se mi lascio andare così sarebbe un gesto giudicabile? è capitato solo un'altra volta: ero in discoteca e un tizio mi ha chiesto di ballare, io avevo bevuto un po' e sono andata a ballare e li ci siamo baciati, sa lui era un'obbrobrio ma non mi importava nel senso che la situazione era fantastica, io in abito da sera lungo e lui che mi ha fatto ballare e alla fine mi ha sollevato in aria...
Dopo lui voleva continuare sui divanetti come va di moda ora ma io me ne sono andata con una vergogna terrificante, una figura in mezzo alle compagne di scuola...avevo quasi 18 anni...

Sa, mi sento molto sola alle volte...tipo adesso mentre le scrivo sto piangendo perchè mi sto sfogando...sto dicendo quello che penso...cioè ho la mia famiglia ma alle volte cozzo contro le idee che mi affollano la testa, vorrei avere un ragazzo con cui stare, con cui fare l'amore e non pensare più a niente...lui deve essere il mio salvatore.

Mi arrabbio quando poi sento delle donne dire che se tu sei sola cioè sei e ti senti sola non puoi sperare che un uomo ti porti la felicità e la compagnia. è proprio così?

Alterno momenti belli a brutti, momenti in cui sono euforica senza causa apparente (magari mi sto facendo il film in testa di come potrebbe essere stare con quello oppure con l'altro), a momenti in cui piango come una neonata...dove mi sento un'incompetente totale...

e noto che se sto troppo in casa mi tornano gli attacchi di panico, ma sono strani nel senso: mi trovo fuori magari su un marciapiede e improvvisamente sento il vuoto intorno a me, mi viene freddo, il cuore accellera, mi urlo che non è niente e smette, durerà al massimo una manciata di secondi, lo tengo a bada mentre se vado su un ponte vicino a casa sto male, li il cuore batte finchè non l'ho superato...vedo l'acqua attraverso le giunture e mi spaventa...

Non volevo ma è finita che ho usato la lettera come sfogo. La prego di consigliarmi anche su quest'ultimo punto, grazie.


[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile ragazza si evidenzia chiaramente la sua voglia di confrontarsi con qualcuno, di porre una serie infinita di quesiti (esigenza magari dettata proprio dalla sua ansia) e di sottoporre i suoi vissuti ed il suo modo di intendere la vita all'osservazione di qualcuno con un po più di esperienza. La cosa migliore da fare sarebbe quella di rivolgersi ad uno psicologo, anche cominciando dal servizio pubblico (asl, consultorio) e da lì verrà poi fuori una eventuale possibilità di continuare con eventuali interventi di altro tipo.
Ma non aspetti oltre, troppe idee fermentano nella sua testa, troppi giudizi e pregiudizi che la frenano,
(..)se gli fa piacere vedermi è una mossa troppo azzardata?(..)
troppe idee poco funzionali la aggrediscono
(..)se mi lascio andare così sarebbe un gesto giudicabile?(..)
se lei si sente giudicata allora la cosa sarebbe giudicabile ma se lei ha una visione differente sullo stesso atteggiamento allora è la stessa realtà che cambia e quindi ciò che lei ritiene giudicabile si trasforma automaticamente in qualcosa di NON giudicabile e di normale. La realtà che subiamo è quella realtà che noi stessi costruiamo sulla base delle nostre idee in merito e sulle nostre credenze. Se crediamo che un atteggiamente si riprovevole allora lo è ma se crediamo il contrario allora esso non lo sarà più.
Si confronti su queste cose con uno psicologo ed anche sulla sua ansia.
e dia un'occhiata a questo articolo in proposito
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/40-quando-le-nostre-convinzioni-ci-fanno-ammalare.html
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, la sua lunga descrizione (o sfogo) mette in evidenza almeno tre aree critiche: una è quella dell'ansia, un'altra è quella della sua evidente mancanza d'esperienza sul piano relazionale e sociale, e la terza il suo rimuginare per certi versi ossessivo su ciò che le succede.

È abbastanza probabile che fra queste aree ci siano collegamenti, ma il punto è che forse dovrebbe iniziare a pensare di richiedere dei consulti specialistici, per lavorarci su.

Per quanto riguarda le relazioni con l'altro sesso, in linea generale, una ragazza può anche fare "un primo passo", l'importante è che lo faccia con stile e soprattutto senza dare l'idea di starsi "svendendo". Ovviamente, definire quale sarebbe uno stile adatto non è cosa che si possa fare in questa sede. Ma lo psicologo potrà aiutarla anche in questo.

Cordiali saluti
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