Informazioni riguardo al disturbo da attacchi di panico diagnosticatomi dal mio curante intorno a

salve. volevo chiedervi consiglio e informazioni riguardo al disturbo da attacchi di panico diagnosticatomi dal mio curante intorno a pasqua ma di cui soffro all'incirca da inizio marzo (il fatto di aver impiegato così tanto tempo nell'ottenere una diagnosi è possbile in quanto sono studente fuori sede e, nonostante presentassi molti e strani sintomi, strani in quanto perfettamente in salute, quali tachicardia, sudorazione, tremori e insonnia, ho dovuto aspettare di poter tornare a casa per vedere il mio medico). il medico, dopo ulteriori analisi che hanno negato la presenza di problemi fisici mi ha sottoposto a una cura di un mese circa con xanax. a circa 2-3 settimane dall'interruzione della cura gli attacchi di panico sono però ricomparsi. contattando telefonicamente il mio medico mi ha consigliato di tornare il prima possibile da lui, dicendomi che avremmo dovuto iniziare una terapia di fondo. questo mi sarà possibile, però, soltanto fra 2-3 settimane. volevo chiedervi quindi, in che cosa potrebbe consistere questa terapia di fondo? è consigliabile, inoltre, pensare all'eventualità di una terapia presso uno psicologo? il mio medico finora non ha mai preso in considerazione la possibilità, dicendo che sono soltanto attacchi sporadici e in fase iniziale, problema facilmente risolvibile soltanto con l'assunzione di farmaci, che però, appuno, non hanno ancora sortito il loro effetto. e infine, domanda delle più importanti, che cosa sono questi attacchi di panico? so come si manifestano, provandoli spesso su me stesso, ma ho avuto poche informazioni, sul perchè e sul quando si manifestano, e io, da solo, non so trovare risposta, perchè non riecso a individuare "situazioni tipo" che li provochino. oltretutto so che è più probabile che si sviluppino in una personalità fobica, in particolare che vengano provocate dall'agorafobia (non ho però capito se è l'agorafobia a provocare gli attacchi di panico, o il contrario). queste mie informazioni, datemi in parte dal mio medico e in parte ricavate da manuali trovati su internet, sono vere? e se sono vere, è possibile la situazione inversa? che poi sarebbe la mia situazione? mi spiego: io non penso affatto di soffrire di agorafobia, anzi, mi trovo più a mio agio in mezzo alla folla che da solo in casa. e suppongo questo, innanzi tutto perchè in questo lasso di tempo non ho mai avuto attacchi d panico mentre ero fuori, ma sempre li ho subiti di notte sdraiato sul letto cercando di prendere sonno; e poi perchè l'ansia che mi stanno procurando questi attacchi (gli attacchi in se, così come la preoccupazione, costante, dell'attesa del possibile prossimo attacco) aumenta quando sono in casa da solo e diminuisce non appena metto piede fuori di casa. tuttò ciò è possibile e veritiero? grazie mille per le informazioni che saprete darmi.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile ragazzo, sta ponendo una serie di quesiti in cui, eventuali risposte non le servirebbero assolutamente a nulla, poichè pur sapendo che il panico è una manifestazione dell'ansia, che può essere associato ad agorafobia ma non necessariamente ecc., se dovrà presentarsi un attacco, questi farà comunque la sua comparsa senza alcuna differenza.
Per quel che riguarda il quesito sulla possibilità di consultare uno psicologo invece la risposta sarebbe affermativa (che sia uno specialista in trattamenti brevi (comportamentale, strategico, sistemico).
In genere il medico di famiglia tende sempre a sottovalutare i problemi d'ansia, con il rischio di ingigantire la cosa a livelli sempre meno gestibili, e a tamponarla con qualche ansiolitico e consigli del tipo "non pensarci è ansia" "distraiti e sta tranquillo" . Se vuole maggiori informazioni sulla cura farmacologica deve parlarne con lo specialista psichiatra.
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

"una cura di un mese circa con xanax" è un intervento privo di alcun senso, credo che il medico non abbia idea di cosa sia questo disturbo se le ha prescritto una cura di un mese con un ansiolitico.
Non c'è niente di strano sul fatto che gli attacchi si siano prontamente ripresentati, non mi sarei aspettato niente di diverso.
Si rechi da uno specialista e faccia impostare una terapia.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazzo, oltre alle corrette indicazioni già fornitele dai colleghi, mi permetterà di farle presente che se i dati di altezza/peso da lei indicati sono corretti, lei è fortemente in sovrappeso. L'obesità costituisce un fattore di rischio aggiuntivo nei confronti di molte altre malattie, per cui, se non fosse già seguito sotto questo punto di vista, le suggerisco di chiedere un aiuto specialistico anche per questo.

Cordiali saluti
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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
grazie a tutti per le cortesi e veloci risposte, e mi scuso per questa mia giunta così in ritardo. mi permetto però di ribadire, in particolare ai Dr. Santonocito e De Vincentiis.
al primo dico di sapere di avere gravi problemi di peso, che però, per ora, non mi hanno procurato altri problemi. gli ultimi esami da me effettuati non hanno rilevato alcun problema fisico. le analisi del sangue sono nella norma, così come i valori pressori ed anche il cuore, sta bene (solo per elencare i più diretti problemi). so però che non è una situazione accettabile ed è infatti mia intenzione recarmi al più presto da un dietologo e cominciare ad effettuare attività di palestra, che purtroppo, sarà riinviata al prossimo anno, visti i miei numerosi impegni estivi e il caldo che mi scoraggia. al Dr de Vincentiis dico invece di sapere perfettamente che la conoscenza dell'eziologia del mio problema non mi permetterà di evitarlo. le mie domande, forse un poco insistenti, sono giustificate dal fatto di voler sapere cosa sta accadendo alla mia mente e al mio corpo e mi sembra, in quanto paziente, di avere il diritto, il privilegio, della conoscenza; mi sembra sbagliato diagnosticarmi, quasi in fretta e furia, una malattia e poi abbandonarmi a me stesso.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(..)mi sembra sbagliato diagnosticarmi, quasi in fretta e furia, una malattia e poi abbandonarmi a me stesso. (..)
gentile ragazzo per questo le abbiamo consigliato di parlare della cura che il suo medico le ha dato con lo psecialista di riferimento, ossia lo psichiatra, e poi valuti la possibilità di associare una eventuale terapia psicologica. Lo stesso psichiatra di questo sito le ha risposto in merito ai farmaci, ne prenda atto!
saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
"le mie domande, forse un poco insistenti, sono giustificate dal fatto di voler sapere cosa sta accadendo alla mia mente e al mio corpo e mi sembra, in quanto paziente, di avere il diritto, il privilegio, della conoscenza; mi sembra sbagliato diagnosticarmi, quasi in fretta e furia, una malattia e poi abbandonarmi a me stesso. "

Gentile utente,

non deve capire niente di particolare. Soprattutto non decidere lei quali domande continuare a porsi, probabilmente non sono ragionamenti ma domande automatiche dettate dall'ansia. Quindi NON devono trovare risposta ma scomparire insieme ai disturbi.
Dopo si ragiona molto meglio sui meccanismi per poter gestire il proprio rapporto con l'ambiente.
Diagnosticarsi in fretta e furia non è tanto sbagliato, quanto impossibile, poiché non è lei a poter fare diagnosi, e prestare attenzione ai propri segnali corporei da paziente significa riferire alcuni elementi filtrati da uno stato ansioso, che i medici conoscono e sanno inquadrare al di là di questo o quel sintomo che la preoccupa.
Faccia fare diagnosi e terapia. Fino ad ora è "scoperto".
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