Non so se vorrò mai avere figli
Salve, ho 26 anni il mio compagno ne ha 32 a breve andremo a convivere e non desidero altro che avere il nostro nido con le nostre abitudini e privacy, e i tanti viaggi da fare insieme.
C'è però un pensiero che mi attanaglia, non so se può essere dato dal fatto che è da troppo che rimandiamo quello che desideriamo quali la convivenza (cause esterne), che non mi sono ancora realizzata professionalmente, e che ho vissuto un periodo pesante nel mio nucleo familiare.
Ma solo al pensiero di avere a che fare con dei figli mi rattrista, ho voglia di vivere la mia vita con lui senza far uscire la mamma che è in me e prendermi cura di un'altra persona e dedicare tutto il mio tempo ad esso; nell'ultimo sono arrivata a non riuscire neppure più a sentir discorsi sui bambini sulle gravidanze e non riesco neppure più a provare gioia alla nascita di un bambino, anzi mi annoia tantissimo.
Quando mi interfaccio con bambini dai 7 anni in su che parlano ci starei ore, mi stimolano interesse, ma i più piccoli mi provocano ansia nervosismi e noia.
Se solo il mio ragazzo prova a pensare ad un arredamento in prospettiva di un figlio futuro mi innervosisco.
Perché ho solo voglia di essere una ragazza con il proprio ragazzo, divertirmi fare esperienze.
Sarà che mi sento ancora insoddisfatta del nostro rapporto perché non posso vivermelo ancora a pieno, ma mettere al mondo un figlio ad oggi lo vedo come se la mia vita finisse, come se io come donna non esistessi più, la coppia non vivrebbe più come tale ed io non potrei godermi il tempo in libertà con il mio partner...e tutto ciò mi fa sentire anormale, cattiva ed egoista.
Ho paura che questo pensiero non cambi nel tempo
C'è però un pensiero che mi attanaglia, non so se può essere dato dal fatto che è da troppo che rimandiamo quello che desideriamo quali la convivenza (cause esterne), che non mi sono ancora realizzata professionalmente, e che ho vissuto un periodo pesante nel mio nucleo familiare.
Ma solo al pensiero di avere a che fare con dei figli mi rattrista, ho voglia di vivere la mia vita con lui senza far uscire la mamma che è in me e prendermi cura di un'altra persona e dedicare tutto il mio tempo ad esso; nell'ultimo sono arrivata a non riuscire neppure più a sentir discorsi sui bambini sulle gravidanze e non riesco neppure più a provare gioia alla nascita di un bambino, anzi mi annoia tantissimo.
Quando mi interfaccio con bambini dai 7 anni in su che parlano ci starei ore, mi stimolano interesse, ma i più piccoli mi provocano ansia nervosismi e noia.
Se solo il mio ragazzo prova a pensare ad un arredamento in prospettiva di un figlio futuro mi innervosisco.
Perché ho solo voglia di essere una ragazza con il proprio ragazzo, divertirmi fare esperienze.
Sarà che mi sento ancora insoddisfatta del nostro rapporto perché non posso vivermelo ancora a pieno, ma mettere al mondo un figlio ad oggi lo vedo come se la mia vita finisse, come se io come donna non esistessi più, la coppia non vivrebbe più come tale ed io non potrei godermi il tempo in libertà con il mio partner...e tutto ciò mi fa sentire anormale, cattiva ed egoista.
Ho paura che questo pensiero non cambi nel tempo
[#1]
Gentile utente,
1.
Lei ha solo 26 anni,
è alla ricerca di una propria realizzazione pesonale e professionale,
la relazione sfoccia or ora in una convivenza, con tutto quello di novità, emozione e libertà che essa comporta,
perchè meravigliarsi che *attualmente*non ci sia spazio per l'idea di un figlio?
Il domani nessuno lo conosce, e la coppia può crescere e decidere insieme nel trascorrere del tempo.
D'altra parte biologicamente Le ha davanti non meno di 10-12 anni ancora,
e anche il suo compagno è giovane.
E dunque perchè far diventare l'interrogativo del titolo "Non so se vorrò mai avere figli" una domanda opprimente che avvelena l'oggi, tanto da "..non riuscire neppure più a sentir discorsi sui bambini sulle gravidanze e non riesco neppure più a provare gioia alla nascita di un bambino, anzi mi annoia tantissimo."?
2.
Una seconda difficoltà ha origine da come Lei si rappresenta la maternità:
"prendermi cura di un'altra persona e dedicare *tutto* il mio tempo ad esso" (asterischi miei).
Questo è uno dei modi (malsano, peraltro, per quanto diffuso) di intendere la maternità, e che fa sì che mai le nascite siano state così scarse come oggi (è ovvio che molte donne e coppie fuggano a gambe levate da una tale condanna).
Possiamo però pensare all'esperienza della filiazione in un altro modo. Come al ricevere in prestito dalla vita un* figli* - o più semplicemente una persona - per aiutarl* a crescere fornendol* tutti gli strumenti possibili affinchè possa volare in autonomia. E gioire quando arriverà il tempo che la freccia scocchi dall'arco, volando da sola verso il cielo (da Gibran, "Il profeta").
N.B.: frequentemente il modo di rappresentarsi e di prefigurare l'esperienza della maternità deriva da come nostra madre si è posta (e attualmente si pone) con noi figli, bambini e adulti.
3.
Sicuramente occorrerà "prendersi cura" del* figli*, con la mente, con il cuore, con le mani, con il tempo.
Ma non di meno occorrerà continuare a prendersi cura di sè fisicamente e psichicamente;
e della coppia, sessualmente e relazionalmente.
Ciò è possibile se la *mente* evita di immaginarsi presunti doveri materni totalizzanti;
ipotetici 'traumi da assenza' di cui l* figli* soffrirebbe
se la madre esce talvolta con le amiche, va in palestra;
o se la coppia dei genitori - da sola - va a cena fuori.
Legga questa News sull'argomento, troverà approfondite alcune di queste tematiche: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html .
Se ritiene, ci riscriva.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
1.
Lei ha solo 26 anni,
è alla ricerca di una propria realizzazione pesonale e professionale,
la relazione sfoccia or ora in una convivenza, con tutto quello di novità, emozione e libertà che essa comporta,
perchè meravigliarsi che *attualmente*non ci sia spazio per l'idea di un figlio?
Il domani nessuno lo conosce, e la coppia può crescere e decidere insieme nel trascorrere del tempo.
D'altra parte biologicamente Le ha davanti non meno di 10-12 anni ancora,
e anche il suo compagno è giovane.
E dunque perchè far diventare l'interrogativo del titolo "Non so se vorrò mai avere figli" una domanda opprimente che avvelena l'oggi, tanto da "..non riuscire neppure più a sentir discorsi sui bambini sulle gravidanze e non riesco neppure più a provare gioia alla nascita di un bambino, anzi mi annoia tantissimo."?
2.
Una seconda difficoltà ha origine da come Lei si rappresenta la maternità:
"prendermi cura di un'altra persona e dedicare *tutto* il mio tempo ad esso" (asterischi miei).
Questo è uno dei modi (malsano, peraltro, per quanto diffuso) di intendere la maternità, e che fa sì che mai le nascite siano state così scarse come oggi (è ovvio che molte donne e coppie fuggano a gambe levate da una tale condanna).
Possiamo però pensare all'esperienza della filiazione in un altro modo. Come al ricevere in prestito dalla vita un* figli* - o più semplicemente una persona - per aiutarl* a crescere fornendol* tutti gli strumenti possibili affinchè possa volare in autonomia. E gioire quando arriverà il tempo che la freccia scocchi dall'arco, volando da sola verso il cielo (da Gibran, "Il profeta").
N.B.: frequentemente il modo di rappresentarsi e di prefigurare l'esperienza della maternità deriva da come nostra madre si è posta (e attualmente si pone) con noi figli, bambini e adulti.
3.
Sicuramente occorrerà "prendersi cura" del* figli*, con la mente, con il cuore, con le mani, con il tempo.
Ma non di meno occorrerà continuare a prendersi cura di sè fisicamente e psichicamente;
e della coppia, sessualmente e relazionalmente.
Ciò è possibile se la *mente* evita di immaginarsi presunti doveri materni totalizzanti;
ipotetici 'traumi da assenza' di cui l* figli* soffrirebbe
se la madre esce talvolta con le amiche, va in palestra;
o se la coppia dei genitori - da sola - va a cena fuori.
Legga questa News sull'argomento, troverà approfondite alcune di queste tematiche: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html .
Se ritiene, ci riscriva.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile Ragazza,
partendo dal presupposto generale che fare figli non è affatto obbligatorio (nemmeno per una donna!), credo la questione più importante sia la condivisione o meno di un progetto.
Nessuno può sapere ora come evolveranno i pensieri e i desideri di una ventiseienne che ha giustamente voglia di (iniziare a) vivere la sua vita adulta. Pur essendo io madre, dal mio punto di vista è assolutamente legittimo che una persona decida di non avere figli, perciò la inviterei a riflettere sulla sua paura di non cambiare idea col tempo, come se quella fosse la regola e Lei quella che la trasgredisce.
Fare un figlio perché "si deve", o perché "tutti li fanno" non è una buona premessa per essere bravi genitori...
Piuttosto ritengo sarebbe importante discuterne apertamente con il suo compagno, per capire come la pensa lui: un conto è se è disposto ad accettare l'idea di un futuro insieme a Lei a prescindere (con figli, o senza), un altro paio di maniche è se il progetto di avere dei figli è per lui qualcosa di irrinunciabile.
Non deve decidere ora una strada o l'altra, ma sapere se ha al suo fianco una persona disposta a proseguire il cammino insieme a Lei, qualsiasi sarà la decisione che con l'età maturerà e convinta che non è solo questione di tempo perché Lei possa cambiare idea.
Cordialità.
partendo dal presupposto generale che fare figli non è affatto obbligatorio (nemmeno per una donna!), credo la questione più importante sia la condivisione o meno di un progetto.
Nessuno può sapere ora come evolveranno i pensieri e i desideri di una ventiseienne che ha giustamente voglia di (iniziare a) vivere la sua vita adulta. Pur essendo io madre, dal mio punto di vista è assolutamente legittimo che una persona decida di non avere figli, perciò la inviterei a riflettere sulla sua paura di non cambiare idea col tempo, come se quella fosse la regola e Lei quella che la trasgredisce.
Fare un figlio perché "si deve", o perché "tutti li fanno" non è una buona premessa per essere bravi genitori...
Piuttosto ritengo sarebbe importante discuterne apertamente con il suo compagno, per capire come la pensa lui: un conto è se è disposto ad accettare l'idea di un futuro insieme a Lei a prescindere (con figli, o senza), un altro paio di maniche è se il progetto di avere dei figli è per lui qualcosa di irrinunciabile.
Non deve decidere ora una strada o l'altra, ma sapere se ha al suo fianco una persona disposta a proseguire il cammino insieme a Lei, qualsiasi sarà la decisione che con l'età maturerà e convinta che non è solo questione di tempo perché Lei possa cambiare idea.
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 11.7k visite dal 13/01/2022.
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