Innamoramento uguale angoscia. è un incubo
Buongiorno a tutti, vorrei un vostro parere.
Sono una donna di 39 anni, senza relazione stabile.
Mi sono resa conto che da qualche anno, ogni volta che mi capita di conoscere una persona che mi piace davvero e a cui piaccio a mia volta, vengo travolta dall'ansia e dal timore.
Cerco di spiegare il mio disagio: avete presente quella piacevole sensazione di euforia che si prova durante l'infatuazione e tutto ciò che ne consegue?
Ossia eccitazione, voglia di esplorare l'altra persona, magari fantasticando un po'... Ho sempre vissuto l'innamoramento (o infatuazione) come un'esperienza positiva e valorizzante, un sentimento capace di migliorare la giornata, l'umore e persino se stessi (al di là della durata della relazione).
Ebbene, non sperimento più una cosa del genere.
Adesso, quando incontro e conosco un uomo che mi piace davvero, non sento più allegrezza ed entusiasmo, ma solo angoscia.
È un incubo e sono molto arrabbiata che mi stia accadendo.
Le motivazioni di tutto ciò posso anche intuirle: ho avuto diverse relazioni finite male, o meglio, relazioni che sembravano andare alla grande, in cui l'altro si dimostrava molto preso, interessato, coinvolto, ma che improvvisamente sono finite.
Mi chiedo solo se è possibile resettare questo mio status attuale, che mi fa stare malissimo, mi fa piangere... Non posso credere che frequentare qualcuno (che ricambia l'interesse) sia diventato SOLO fonte di stress e paura, oltretutto molto intense.
Grazie a chiunque voglia darmi un consiglio
Sono una donna di 39 anni, senza relazione stabile.
Mi sono resa conto che da qualche anno, ogni volta che mi capita di conoscere una persona che mi piace davvero e a cui piaccio a mia volta, vengo travolta dall'ansia e dal timore.
Cerco di spiegare il mio disagio: avete presente quella piacevole sensazione di euforia che si prova durante l'infatuazione e tutto ciò che ne consegue?
Ossia eccitazione, voglia di esplorare l'altra persona, magari fantasticando un po'... Ho sempre vissuto l'innamoramento (o infatuazione) come un'esperienza positiva e valorizzante, un sentimento capace di migliorare la giornata, l'umore e persino se stessi (al di là della durata della relazione).
Ebbene, non sperimento più una cosa del genere.
Adesso, quando incontro e conosco un uomo che mi piace davvero, non sento più allegrezza ed entusiasmo, ma solo angoscia.
È un incubo e sono molto arrabbiata che mi stia accadendo.
Le motivazioni di tutto ciò posso anche intuirle: ho avuto diverse relazioni finite male, o meglio, relazioni che sembravano andare alla grande, in cui l'altro si dimostrava molto preso, interessato, coinvolto, ma che improvvisamente sono finite.
Mi chiedo solo se è possibile resettare questo mio status attuale, che mi fa stare malissimo, mi fa piangere... Non posso credere che frequentare qualcuno (che ricambia l'interesse) sia diventato SOLO fonte di stress e paura, oltretutto molto intense.
Grazie a chiunque voglia darmi un consiglio
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Gentile utente,
forse lei tende a "fare lo psicologo", del partner e/o di sé stessa, come si evince anche dalla sua richiesta di consulto, di due anni fa.
In genere questa tendenza scaturisce da una grande insicurezza, col desiderio di poter tenere tutto sotto controllo, e finisce per impedire di cercare aiuto, sia dal prossimo, sia dagli specialisti.
Spesso questa situazione psicologica si associa a disturbi alimentari e a comportamenti ripetitivi che dovrebbero aiutare a contenere l'ansia e ottengono l'effetto contrario.
Chi ne è affetto tende a ripetere il proprio copione. Sceglie sistematicamente situazioni in cui l'esito temuto si ripeterà, per poter dire a sé stesso: "Ecco, io lo sapevo che sarebbe finita così".
Questo non esclude che il finale sia doloroso, anzi, come nel suo caso, sempre più doloroso, fino a generare angoscia e rifiuto a ripetere la stessa esperienza.
Se lei la ripetesse, tuttavia, sceglierebbe come sempre un partner inaffidabile e condurrebbe la relazione in modo da "metterlo alla prova", nel desiderio inconscio di poter dire: "Non mi stupisco che se ne sia andato, io lo sapevo già".
Naturalmente, non conoscendola, sto disegnando il tipo medio di questa tendenza, nella speranza che lei possa trarne qualche spunto di riflessione.
In particolare le chiedo se ha mai cercato di sapere davvero dagli uomini il motivo per cui l'hanno lasciata; e soprattutto se si è mai affidata ad uno psicologo per analizzare sé stessa, i suoi reali desideri e il motivo di questi ripetuti "insuccessi" con l'aiuto di un'ottica esterna e specialistica, e non ossessivamente tramite la sua stessa visione della realtà.
Spero di esserle stata utile.
Auguri.
forse lei tende a "fare lo psicologo", del partner e/o di sé stessa, come si evince anche dalla sua richiesta di consulto, di due anni fa.
In genere questa tendenza scaturisce da una grande insicurezza, col desiderio di poter tenere tutto sotto controllo, e finisce per impedire di cercare aiuto, sia dal prossimo, sia dagli specialisti.
Spesso questa situazione psicologica si associa a disturbi alimentari e a comportamenti ripetitivi che dovrebbero aiutare a contenere l'ansia e ottengono l'effetto contrario.
Chi ne è affetto tende a ripetere il proprio copione. Sceglie sistematicamente situazioni in cui l'esito temuto si ripeterà, per poter dire a sé stesso: "Ecco, io lo sapevo che sarebbe finita così".
Questo non esclude che il finale sia doloroso, anzi, come nel suo caso, sempre più doloroso, fino a generare angoscia e rifiuto a ripetere la stessa esperienza.
Se lei la ripetesse, tuttavia, sceglierebbe come sempre un partner inaffidabile e condurrebbe la relazione in modo da "metterlo alla prova", nel desiderio inconscio di poter dire: "Non mi stupisco che se ne sia andato, io lo sapevo già".
Naturalmente, non conoscendola, sto disegnando il tipo medio di questa tendenza, nella speranza che lei possa trarne qualche spunto di riflessione.
In particolare le chiedo se ha mai cercato di sapere davvero dagli uomini il motivo per cui l'hanno lasciata; e soprattutto se si è mai affidata ad uno psicologo per analizzare sé stessa, i suoi reali desideri e il motivo di questi ripetuti "insuccessi" con l'aiuto di un'ottica esterna e specialistica, e non ossessivamente tramite la sua stessa visione della realtà.
Spero di esserle stata utile.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 12/01/2022.
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