E disturbo-ossessivo-compulsivo diagnosticatomi dal mio psicoterapeuta
Gentili Dottori,
soffro di disturbi d'ansia e disturbo-ossessivo-compulsivo diagnosticatomi dal mio psicoterapeuta (psicologo specializzato in psicoterapia ad indirizzo dinamico). Ho fatto analisi per circa 6 anni, con buoni risultati direi, visto che sono riuscito a laurearmi ed a condurre una vita quasi ""normale"". All'inizio del mio calvario ho fatto solo psicoterapia e assumevo semplicemente valeriane, successivamente durante una fase acuta ho assunto per circa 2 anni zolft (il terapeuta non è molto d'accordo all'assunzione di farmaci) nella q.tà di 50 mg al dì (una compressa, metà la mattina e metà la sera). Dopo aver "girovagato" su internet e aver scoperto in molti siti che il protocollo di cura per il DOC è la terapia cognitivo-comportamentale associata ad antidepressivi in dosi elevate i rapporti con il mio terapeuta si sono incrinati (per mancanza di fiducia da parte mia).
la domanda è la seguente: mi conviene trovare un terapeuta cognitivo comportamentale e cambiare terapia? se si riuscite ad indicarmi un nome di psicoterapeuta cognitivo comportamentale nel centro sicilia?
(allo stato attuale non prendo farmaci, i vari tipi di ossessione vanno e vengono, sono riuscito a placarli ma non ad eliminarli del tutto).
Infine questa è una domanda che prescinde dal mio problema:
come mai allo stato attuale sono presenti così tanti orientamenti e scuole di pensiero nell'ambito della psicoterapia? non sarebbe un dovere della comunità scientifica fare un pò di chiarezza, circa i vari protocolli di cura? è impensabile che esistano scuole di pensiero che agiscano in maniera completamente diversa per lo stesso problema (chi guarda al passato e chi al presente, chi ai sintomi chi alla causa, chi è favorevole all'uso di farmaci per evtiare in certi casi la cronicizzazione del disturbo e chi no, bò non capisco più niente). Sicuro di avere delle risposte esuarienti vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione rivolta e la pazienza.
soffro di disturbi d'ansia e disturbo-ossessivo-compulsivo diagnosticatomi dal mio psicoterapeuta (psicologo specializzato in psicoterapia ad indirizzo dinamico). Ho fatto analisi per circa 6 anni, con buoni risultati direi, visto che sono riuscito a laurearmi ed a condurre una vita quasi ""normale"". All'inizio del mio calvario ho fatto solo psicoterapia e assumevo semplicemente valeriane, successivamente durante una fase acuta ho assunto per circa 2 anni zolft (il terapeuta non è molto d'accordo all'assunzione di farmaci) nella q.tà di 50 mg al dì (una compressa, metà la mattina e metà la sera). Dopo aver "girovagato" su internet e aver scoperto in molti siti che il protocollo di cura per il DOC è la terapia cognitivo-comportamentale associata ad antidepressivi in dosi elevate i rapporti con il mio terapeuta si sono incrinati (per mancanza di fiducia da parte mia).
la domanda è la seguente: mi conviene trovare un terapeuta cognitivo comportamentale e cambiare terapia? se si riuscite ad indicarmi un nome di psicoterapeuta cognitivo comportamentale nel centro sicilia?
(allo stato attuale non prendo farmaci, i vari tipi di ossessione vanno e vengono, sono riuscito a placarli ma non ad eliminarli del tutto).
Infine questa è una domanda che prescinde dal mio problema:
come mai allo stato attuale sono presenti così tanti orientamenti e scuole di pensiero nell'ambito della psicoterapia? non sarebbe un dovere della comunità scientifica fare un pò di chiarezza, circa i vari protocolli di cura? è impensabile che esistano scuole di pensiero che agiscano in maniera completamente diversa per lo stesso problema (chi guarda al passato e chi al presente, chi ai sintomi chi alla causa, chi è favorevole all'uso di farmaci per evtiare in certi casi la cronicizzazione del disturbo e chi no, bò non capisco più niente). Sicuro di avere delle risposte esuarienti vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione rivolta e la pazienza.
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Gentile ragazzo, il fatto che lei abbia perso la fiducia nel suo terapeuta non può dipendere dal tipo di intervento che questi le ha fatto poichè il suo modello teorico di riferimento è quello nel quale oltre a lui ci ha creduto anche lei, non ha forse detto che ha ottenuto buoni risultati? non le ha permesso di portare avanti gli studi? E' ovvio che una volta che ha intaccato il suo rapporto con lui e sente ancora la necessità di un intervento psicoterapico la cosa migliore da fare è quella di cambiare terapeuta. Per il DOC i trattamenti più direttivi di tipo comportamentale o strategico sono sicuramente più efficienti rispetto agli approcci di tipo analitico quindi si orienti tranquillamente verso di questi. Inoltre il suo quesito aprirebbe un dibattito troppo lungo e complesso per essere discusso in questa sede per cui la rimando a qualche lettura che possa stimolarle un certo interesse. provi a dare una occhiata al testo di Giorgio Nardone "manuale di sopravvivenza per psicopazienti"
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente, qualsiasi terapia del disturbo ossessivo-compulsivo dovrebbe puntare a eliminarlo definitivamente, perché altrimenti è come un virus, che alla prima occasione risbuca fuori e fa capolino. Se si chiudono 99 porte, ma se ne lascia anche una sola aperta, ci si può ricascare. Pertanto anche se la sua terapia è durata 6 anni, e anche se magari è riuscita a migliorare la sua condizione di vita, probabilmente non ha "concluso il lavoro".
> come mai allo stato attuale sono presenti così tanti
> orientamenti e scuole di pensiero nell'ambito della
> psicoterapia? non sarebbe un dovere della comunità
> scientifica fare un pò di chiarezza, circa i vari
> protocolli di cura? è impensabile che esistano scuole di
> pensiero che agiscano in maniera completamente diversa
> per lo stesso problema (chi guarda al passato e chi al
> presente, chi ai sintomi chi alla causa, chi è favorevole
> all'uso di farmaci per evtiare in certi casi la
> cronicizzazione del disturbo e chi no, bò non capisco più
> niente).
Il suo disappunto è del tutto comprensibile. Vorrei però farle notare che la cura dei disturbi psichici non è l'unico ambito dello scibile umano dove esistono metodiche differenti. Questo esiste ovunque. È comprensibile che quando questo "fenomeno" ci tocca da vicino, e soprattutto nella salute, sembri più evidente. Ma mentre esiste un diritto alla cura, purtroppo non ha senso parlare di diritto alla guarigione, dato che quest'ultima è sempre una questione di probabilità, mai di certezza.
Ad ogni modo è vero che alcuni approcci terapeutici sono più adatti di altri nella cura di disturbi come il suo. Dal punto di vista psicoterapeutico sono più efficaci gli approcci attivi e focalizzati, come ad esempio quello breve strategico o quello cognitivo-comportamentale. Può leggere questi articoli per informazioni sul primo di questi:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm
e sulla psicoterapia in generale:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per trovare nomi di professionisti, come punto di partenza può consultare l'elenco provincia per provincia degli iscritti a questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Cordiali saluti
> come mai allo stato attuale sono presenti così tanti
> orientamenti e scuole di pensiero nell'ambito della
> psicoterapia? non sarebbe un dovere della comunità
> scientifica fare un pò di chiarezza, circa i vari
> protocolli di cura? è impensabile che esistano scuole di
> pensiero che agiscano in maniera completamente diversa
> per lo stesso problema (chi guarda al passato e chi al
> presente, chi ai sintomi chi alla causa, chi è favorevole
> all'uso di farmaci per evtiare in certi casi la
> cronicizzazione del disturbo e chi no, bò non capisco più
> niente).
Il suo disappunto è del tutto comprensibile. Vorrei però farle notare che la cura dei disturbi psichici non è l'unico ambito dello scibile umano dove esistono metodiche differenti. Questo esiste ovunque. È comprensibile che quando questo "fenomeno" ci tocca da vicino, e soprattutto nella salute, sembri più evidente. Ma mentre esiste un diritto alla cura, purtroppo non ha senso parlare di diritto alla guarigione, dato che quest'ultima è sempre una questione di probabilità, mai di certezza.
Ad ogni modo è vero che alcuni approcci terapeutici sono più adatti di altri nella cura di disturbi come il suo. Dal punto di vista psicoterapeutico sono più efficaci gli approcci attivi e focalizzati, come ad esempio quello breve strategico o quello cognitivo-comportamentale. Può leggere questi articoli per informazioni sul primo di questi:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/risultati.htm
e sulla psicoterapia in generale:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Per trovare nomi di professionisti, come punto di partenza può consultare l'elenco provincia per provincia degli iscritti a questo sito:
https://www.medicitalia.it/medici-specialisti-provincia/
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile utente,
La diagnosi deve farla un medico, psicoterapeuta o psichiatra, ma non uno psicologo non medico.
Le psicoterapie indicate nel disturbo ossessivo sono di tipo cognitivo-comportamentale.
La psicoterapia è uno strumento biologicamente attivo, così come lo sono i farmaci, e quindi va utilizzato in maniera specifica e senza supporre che faccia solo bene e mai male.
Le interpretazioni psicodinamiche delle ossessioni possono peggiorare il disturbo stesso, specialmente nel tempo. Tenga presente che tali interpretazioni non sono verificabili, e rimangono comunque ipotesi concepite secondo una teoria ma non riscontrabili secondo una verifica.
La diagnosi deve farla un medico, psicoterapeuta o psichiatra, ma non uno psicologo non medico.
Le psicoterapie indicate nel disturbo ossessivo sono di tipo cognitivo-comportamentale.
La psicoterapia è uno strumento biologicamente attivo, così come lo sono i farmaci, e quindi va utilizzato in maniera specifica e senza supporre che faccia solo bene e mai male.
Le interpretazioni psicodinamiche delle ossessioni possono peggiorare il disturbo stesso, specialmente nel tempo. Tenga presente che tali interpretazioni non sono verificabili, e rimangono comunque ipotesi concepite secondo una teoria ma non riscontrabili secondo una verifica.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#5]
La diagnosi di "disturbo ossessivo" con relativi orientamenti terapeutici deve essere fatta da uno psichiatra.
Dal momento che le terapie di prima linea comprendono strumenti medici, e che le terapie in caso di resistenza li comprendono, e che può essere necessaria una diagnosi differenziale con altre condizioni di tipo neurologico, anche se uno psicologo giustamente prende in carico con una psicoterapia da subito un paziente con supposto DOC, non può rimandare la diagnosi psichiatrica a tempo indefinito, né risolvere la diagnosi differenziale completa con malattie di altro tipo (compresi disturbi dell'umore etc) che possono presentarsi inizialmente con una fase di ossessività prominente.
Dal momento che le terapie di prima linea comprendono strumenti medici, e che le terapie in caso di resistenza li comprendono, e che può essere necessaria una diagnosi differenziale con altre condizioni di tipo neurologico, anche se uno psicologo giustamente prende in carico con una psicoterapia da subito un paziente con supposto DOC, non può rimandare la diagnosi psichiatrica a tempo indefinito, né risolvere la diagnosi differenziale completa con malattie di altro tipo (compresi disturbi dell'umore etc) che possono presentarsi inizialmente con una fase di ossessività prominente.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 9.2k visite dal 09/06/2009.
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