Tricotillomania

Buongiorno, da circa 1 anno mia figlia soffre di tricotillomania associata ad alcuni disturbi del comportamento ovvero, dice che le diamo fastidio io e la mamma quando sospiriamo, sbuffiamo e pronunciamo parole che contengono SC (es.
sciare, sciabola.
ecc...) e non vuole assolutamente che le giriamo dietro dalla schiena.
All'inizio ci siamo accorti colpevolmente in ritardo, che si strappava i capelli sulla sommità del capo e successivamente anche nella nuca.
I primi "sintomi" sono stati dirompenti in quanto da nulla ad avere una zona con capelli cortissimi (se li è tagliati) è passato poco tempo, successivamente è rimasto l'impulso di tirarli ogni qualvolta si sente a disagio (devo dire che difficilmente li strappa il più delle volte li tira) tanto che dal poco che ci fa vedere sono ricresciuti abbastanza.
Ora il diradamento è più generalizzato ma sempre sulla sommità.
Da circa 3 mesi è in analisi da una psicologa.
Ho letto successivamente da libri e anche dal vostro sito, che il trattamento più indicato è quello cognitivo-comportamentale.
A questo punto la mia domanda è, non conosco la specializzazione della psicologa dalla quale ci siamo rivolti e prima di chiederlo (per motivi di rispetto) ad oggi (3 mesi e 1/2) non abbiamo ancora avuto indicazioni su "strategie" da tenere a casa per aiutare Ns figlia, la dott.
ssa dice che secondo lei il problema forse è in casa ma che non ha ancora detto tutto.
Sono tempi compatibili con una terapia cognitivo-comportamentale?
Avete nominativi su Bologna zona centro di Vs colleghi che praticano questo tipo di approccio?
Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"non conosco la specializzazione della psicologa dalla quale ci siamo rivolti"

Gentile Utente,
l'orientamento e l'approccio seguito da ciascuno di noi non è un dato segreto, anzi può essere utile conoscerlo per chi deve decidere a chi rivolgersi, perciò se non vi è chiaro non ci sarebbe alcun problema nel domandarlo direttamente alla collega.
In alternativa, con molta probabilità, se scrive su un motore di ricerca il nome della psicologa potrà risolvere il suo dubbio.
La cosa fondamentale è che si assicuri che oltre ad essere psicologa sia anche psicoterapeuta (meglio ancora se esperta di età evolutiva), e questo lo può fare autonomamente qui: https://www.ordinepsicologier.it/it/albo
Al medesimo link, nell'eventualità che ne abbiate necessità, potrà fare la ricerca di un collega con i requisiti da Lei richiesti, che eserciti nella sua zona.

A quell'età, tre mesi e mezzo sono effettivamente non poco, ma non è detto che se voi non notate cambiamenti, questi non stiano avvenendo nella vostra ragazzina: lei cosa vi racconta? Va con piacere dalla psicologa?
Dal mio punto di vista (ma non per tutti è così), la ricerca delle cause non è necessariamente la prima cosa da fare (anzi, a volte neppure necessaria) ed andrebbe comunque portata avanti parallelamente all'impiego di quelle "strategie" da Lei citate per iniziare a ridurre il sintomo, sia da parte di voi genitori, sia da parte di vostra figlia.

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Attivo dal 2015 al 2022
Ex utente
Buongiorno dottoressa e intanto grazie mille per la risposta.
La scheda recita Formazione in:
Psicoterapia Psicoanalitica/Psicoanalisi
Contesti lavorativi prevalenti:
Psicologia clinica
Psicologia dello sviluppo, dell'educazione e scolastica

quindi l'indirizzo, se si può dire, è quello giusto. Non avendo però letto nulla sul discorso cognitivo-comportamentale mi è venuto il dubbio ma mi imbarazza un poco fare questa domanda direttamente, mi sembra un po' come una mancanza di fiducia. Ad ogni modo quello che conta è Ns figlia. Avevo già chiesto cosa potevamo fare ma la risposta è stata che è ancora presto per questo.
La ragazzina va volentieri, dice di sentirsi più sollevata più tranquilla dopo la terapia, anche se poi torna tutto come prima più o meno rapidamente, pertanto al momento non volevo cambiare proprio per questo motivo. Quello che mi preoccupa è il protrarsi di questo stato e che al momento non abbiamo trovato conforto dalla Sua collega (proprio perché dice di non essere ancora riuscita a capire l'origine del problema) di una strategia per aiutarla anche in casa. Parlando normalmente capita di dire frasi con la parola SC oppure starnutire, sospirare, ecc ed ogni volta Ns figlia viene colta da una sorta di "down", tira i capelli, rivolta gli occhi all'indietro e inizia a urlare e disperarsi finendo per andarsene e chiudersi in camera o in bagno aprendo il rubinetto dell'acqua. Le elenco qualche comportamento se magari a Lei possono dire qualcosa:
- La mano con la quale si tira i capelli non ce la fa mai toccare
- quando capitano questi episodi spesso con la mano con la quale tira i capelli si chiude l'orecchio e con la spalla opposta si chiude l'alro orecchio e rimane cosi per qualche secondo ripetendo poi più volte il comportamento.
- a volte dice che ci odia e che facciamo schifo, ma poi quando è calma dice di volerci bene o altro (sembra proprio che in quei momenti diventi un'altra)
- non possiamo andarle alle spalle e vedere lo stato della cute, pena crisi come sopra
Siamo al punto che in casa parliamo evitando di dire SC, usiamo siare al posto di sciare ecc.. non sempre si riesce e quando capita è una tragedia. Abbiamo chiesto alla pediatra un aiuto per calmarla (lei ci ha consigliato la psicologa) ma ci ha prescritto un medicinale omeopatico, mentre una dermatologa (sempre consigliata dalla pediatra) per vedere la situazione del cuoio capelluto ci ha prescritto dei fiori di bach.
Con la situazione attuale ci sembra tutto blando, sarà perché sta diventando veramente difficile per noi genitori resistere a questa situazione della quale non vediamo luce ma soprattutto vedere Ns figlia che soffre in quel modo e non sapere cosa fare per aiutarla.
Non chiedo ovviamente un consulto ma se avesse qualche piccolo consiglio lo accetteremmo molto volentieri.
Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Giusto per far chiarezza, la collega che si occupa di psicologia dello sviluppo segue un orientamento psicoanalitico che è, generalizzando molto per intenderci, piuttosto agli antipodi rispetto alla psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Ma questo non vuol dire che non sia brava, o che il percorso intrapreso non possa essere efficace: sono punti di vista, prospettive differenti di vedere la realtà ed intendere la terapia (anche, ma non solo, in termini di durata e di "interventismo").

Viste le sue ulteriori precisazioni, io suggerirei senza allarmismo, ma per definire meglio la situazione e decidere il modo migliore per intervenire, una visita da parte di un neuropsichiatra infantile, che non è un'alternativa, ma un complemento al percorso già intrapreso.
Se le può interessare, tenga conto del fatto che anche i neuropsichiatri infantili possono avere una specifica formazione in psicoterapia cognitiva e che i vari servizi di NPI delle ASL si differenziano anche loro per il tipo di approccio seguito.

Spero di esservi stata utile.
Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Attivo dal 2015 al 2022
Ex utente
La ringrazio tanto per la risposta, il tono e il suggerimento, che mi sento di seguire. Mi informo su quali professionisti nella mia zona possono rispondere alle caratteristiche che ha suggerito così da avere un parere anche da questo punto di vista. In queste situazioni si vorrebbe avere sempre una risposta immediata e magari positiva ma mi rendo conto che non può essere.
Buon lavoro e grazie ancora.
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Attivo dal 2015 al 2022
Ex utente
Buongiorno dottoressa, abbiamo portato nostra figlia da un neuropsichiatra infantile il quale dopo colloquio con noi è successivamente con lei, ha confermato la diagnosi di "disturbo ossessivo compulsivo complicato da sintomi inerenti la sfera percettiva e Dell organizzazione del pensiero sotto crisi". Ha prescritto un percorso terapico con Aripiprazolo compresse da 5mg 1 al giorno e monitoraggio del paziente. La prossima seduta farà ulteriori test.
Sia lui che la psicologa ci hanno rassicurato sul medicinale, dicendo che non crea dipendenza, ci affidiamo al loro giudizio. Credo che sia il percorso che anche Lei mi ha suggerito nel precedente post. Ora speriamo di riuscire a tornare nei "binari" anche se sappiamo non essere immediato, ma il nostro cruccio più grande è quello di pensare che la vita di nostra figlia non sarà più la stessa di prima. Abbiamo paura che dovrà sempre essere seguita in qualche modo. Secondo lei è una paura fondata? La pediatra dice che sarà una vita normale, probabilmente sarà una persona di carattere non solare ma più "lunare" ma gli atteggiamenti che sta assumendo sono per noi devastanti.
Da genitori ovviamente siamo demoralizzarti
Grazie ancora per ill consigli.
La saluto cordialmente
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Abbiamo paura che dovrà sempre essere seguita in qualche modo. Secondo lei è una paura fondata?"

Questo non glielo so dire e credo che nessuno lo potrebbe fare: prove certe che sarà così non ce ne sono.
Meglio stare sul presente e domandarsi se questo pensiero può essere per voi utile o dannoso, se vi fa stare meglio o vi stare peggio, con relative conseguenze sulla gestione della situazione attuale.
Comprendo la vostra preoccupazione, la vostra demoralizzazione e le difficoltà oggettive derivanti da quanto accade... l'unico ulteriore suggerimento che mi sento di fornirvi a distanza è di cercare per voi uno psicologo psicoterapeuta ad orientamento cognitivo comportamentale, che vi possa essere di supporto e vi accompagni nel percorso parallelo che sta effettuando vostra figlia: la famiglia è come un sistema di vasi comunicanti, perciò per poter raggiungere l'equilibrio si può agire da più parti.

Buona domenica.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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Attivo dal 2015 al 2022
Ex utente
Buongiorno dottoressa, spero di non disturbarla. Abbiamo iniziato anche noi il percorso con uno psicologo. Nostra figlia invece è alla 2 settimana abbondante di cura con Aripiprazolo e, dicendolo piano, forse qualcosa inizia a smuoversi a livello comportamentale, sono sfumature leggerissime ma avendo vissuto i mesi passati come li abbiamo vissuti iniziamo ad intravvedere un bagliore, non ancora spiraglio, ma è già qualcosa. Ci stiamo attenendo ai consigli forniti dai vari professionisti su come relazionarci al momento in casa. Probabilmente si è anche giunti a capire cos'abbia scatenato il tutto, ovviamente una serie di episodi che, legati al suo carattere molto sensibile, l'hanno destabilizzata e affossata moralmente. Abbiamo incrociato tutte le dita di cui siamo in possesso e andiamo avanti da adesso col cuore leggermente più leggero in attesa di tempi ancora migliori. Già il fatto che qualche volta dica che ci vuole bene è fantastico, immagino intenda una progressiva apertura e ritorno alla serenità. Ovviamente nei momenti bui è tutt'altra cosa come anche il tenore di quello che ci dice.
Ci tenevo ad aggiornala se non altro per la sua cortesia nelle risposte precedenti.
La saluto cordialmente e auguro buon lavoro.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
La ringrazio molto per questo aggiornamento, che ritengo possa essere davvero utile soprattutto per gli altri Utenti che ci leggono.

Il cambiamento è un processo, pertanto è indispensabile procedere con impegno, continuità, determinazione e...tanta pazienza!

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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