Ho un dubbio
Buonasera, volevo chiedere una cosa.
Sono andata per quasi un anno dalla psicologa pubblica, la vedevo ogni 2 settimane, ma capitava che passasse più tempo.
L'ultima volta mi ha detto che a meno che non prendessi i farmaci, non vedeva motivo che io continuassi ad andare da lei, perché non c'erano cambiamenti (soffro di DOC aggressivo e per alcuni tratti morale).
La mia domanda è, può una psicologa dire una cosa del genere?
Cioè che in pratica o prendo i farmaci o niente?
O sarebbe meglio provare ad avere un secondo parere?
Lo psichiatra per la mia età e perché il mio disturbo per lui non è così grave non era a favore, ma ha detto che se mi sento peggiorare di tornare da lui.
In caso mi darebbe fluvoxatina 25mg la mattina dopo colazione.
Era la prima psicologa "seria" da cui andavo, quindi non ho altri pareri oltre il suo.
Sono andata per quasi un anno dalla psicologa pubblica, la vedevo ogni 2 settimane, ma capitava che passasse più tempo.
L'ultima volta mi ha detto che a meno che non prendessi i farmaci, non vedeva motivo che io continuassi ad andare da lei, perché non c'erano cambiamenti (soffro di DOC aggressivo e per alcuni tratti morale).
La mia domanda è, può una psicologa dire una cosa del genere?
Cioè che in pratica o prendo i farmaci o niente?
O sarebbe meglio provare ad avere un secondo parere?
Lo psichiatra per la mia età e perché il mio disturbo per lui non è così grave non era a favore, ma ha detto che se mi sento peggiorare di tornare da lui.
In caso mi darebbe fluvoxatina 25mg la mattina dopo colazione.
Era la prima psicologa "seria" da cui andavo, quindi non ho altri pareri oltre il suo.
[#1]
Buonasera,
la collega dell'Azienda Sanitaria ha agito coerentemente con il nostro Codice Deontologico il quale all'articolo 27 afferma che: "Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa."
Naturalmente è sua facoltà rivolgersi ad altro professionista in quanto il rapporto di cura si basa sulla fiducia reciproca tra paziente e terapeuta.
Cordialmente,
Dott. Mario Canovi.
la collega dell'Azienda Sanitaria ha agito coerentemente con il nostro Codice Deontologico il quale all'articolo 27 afferma che: "Lo psicologo valuta ed eventualmente propone l’interruzione del rapporto terapeutico quando constata che il paziente non trae alcun beneficio dalla cura e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà dal proseguimento della cura stessa."
Naturalmente è sua facoltà rivolgersi ad altro professionista in quanto il rapporto di cura si basa sulla fiducia reciproca tra paziente e terapeuta.
Cordialmente,
Dott. Mario Canovi.
Dr. Mario Canovi
Psicologo - Ipnologo
Trento - Volano (TN) - Padova - online
mail: info@mariocanovi.it
[#3]
Gentile utente,
intervengo perché lei non sembra aver compreso la risposta del mio collega dr Canovi: la sua psicologa ha agito correttamente, seguendo il codice deontologico formulato a favore dei pazienti.
Ora, lei continua ad affermare che lo psichiatra è contrario a darle farmaci. Questo non è vero, infatti scrive: "ha detto che se mi sento peggiorare di tornare da lui. In caso mi darebbe fluvoxatina 25mg la mattina dopo colazione", ossia il farmaco idoneo al suo disturbo, il quale, associato alla psicoterapia, che da sola non è stata sufficiente, può portare alla remissione dei sintomi.
Se poi non si sente in armonia con la sua terapeuta ha tutto il diritto di cambiarla o di ascoltare altri pareri (il nostro l'ha avuto), ma nella chiarezza e nella piena comprensione dell'operato dei suoi curanti.
Auguri.
intervengo perché lei non sembra aver compreso la risposta del mio collega dr Canovi: la sua psicologa ha agito correttamente, seguendo il codice deontologico formulato a favore dei pazienti.
Ora, lei continua ad affermare che lo psichiatra è contrario a darle farmaci. Questo non è vero, infatti scrive: "ha detto che se mi sento peggiorare di tornare da lui. In caso mi darebbe fluvoxatina 25mg la mattina dopo colazione", ossia il farmaco idoneo al suo disturbo, il quale, associato alla psicoterapia, che da sola non è stata sufficiente, può portare alla remissione dei sintomi.
Se poi non si sente in armonia con la sua terapeuta ha tutto il diritto di cambiarla o di ascoltare altri pareri (il nostro l'ha avuto), ma nella chiarezza e nella piena comprensione dell'operato dei suoi curanti.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 733 visite dal 02/01/2022.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.