Vita sessuale di coppia
Ho 33 anni e sto con mio marito da 16 anni, 11 di matrimonio + 5 di fidanzamento...
Abbiamo 3 bambini, uno di 8 anni e due gemelle di 4 anni.
Dopo la nascita delle gemelle, abbiamo avuto un'intensa vita sessuale, avevamo rapporti quasi tutte le sere... col passare dei mesi ho cominciato ad accumulare tantissima stanchezza, le bambine non dormivano mai... l'altro bambino da seguire... sono caduta in un tunnel di solitudine, mio marito va via la mattina e rientra la sera... Passano i mesi, gli anni e i nostri rapporti diventano sempre più rari! Passano mesi da un rapporto all'altro... Lui mi cerca, mi desidera, ma io sono diventata come un blocco di ghiaccio... non ho alcun desiderio né nei suoi confronti e nemmeno per altri uomini... mi rendo conto di essere io il problema! Io non mi piaccio, mi guardo allo specchio e mi vedo brutta e stanca... cerco sempre di coprirmi, non mi sento più donna.
Quando mi guardo vedo solo tanta stanchezza... quando lui si avvicina e prova ad andare oltre io tiro fuori tutte le scuse del mondo... e allora lui mi rispetta, sa che i bambini sono impegnativi e che ho bisogno di stare un po' tranquilla e mi lascia il mio spazio! Più di una volta mi ha chiesto se il problema è lui... Io non lo so più, sicuramente il 90% del problema sono io... ma poi mi chiedo se è cambiato anche il mio sentimento nei suoi confronti e non so darmi una risposta! Poi mi dico che sono semplicemente stanca di dover pensare ai bisogni di tutti, quelli dei bambini e quelli suoi... ho fatto degli esami ormonali ma è tutto nella norma... Sono depressa?
Sono frustrata?
Sono sola?
Non lo so più nemmeno io...
Abbiamo 3 bambini, uno di 8 anni e due gemelle di 4 anni.
Dopo la nascita delle gemelle, abbiamo avuto un'intensa vita sessuale, avevamo rapporti quasi tutte le sere... col passare dei mesi ho cominciato ad accumulare tantissima stanchezza, le bambine non dormivano mai... l'altro bambino da seguire... sono caduta in un tunnel di solitudine, mio marito va via la mattina e rientra la sera... Passano i mesi, gli anni e i nostri rapporti diventano sempre più rari! Passano mesi da un rapporto all'altro... Lui mi cerca, mi desidera, ma io sono diventata come un blocco di ghiaccio... non ho alcun desiderio né nei suoi confronti e nemmeno per altri uomini... mi rendo conto di essere io il problema! Io non mi piaccio, mi guardo allo specchio e mi vedo brutta e stanca... cerco sempre di coprirmi, non mi sento più donna.
Quando mi guardo vedo solo tanta stanchezza... quando lui si avvicina e prova ad andare oltre io tiro fuori tutte le scuse del mondo... e allora lui mi rispetta, sa che i bambini sono impegnativi e che ho bisogno di stare un po' tranquilla e mi lascia il mio spazio! Più di una volta mi ha chiesto se il problema è lui... Io non lo so più, sicuramente il 90% del problema sono io... ma poi mi chiedo se è cambiato anche il mio sentimento nei suoi confronti e non so darmi una risposta! Poi mi dico che sono semplicemente stanca di dover pensare ai bisogni di tutti, quelli dei bambini e quelli suoi... ho fatto degli esami ormonali ma è tutto nella norma... Sono depressa?
Sono frustrata?
Sono sola?
Non lo so più nemmeno io...
[#1]
Gentile utente,
probabilmente tutte le cose che si è detta sono vere.
Si tratta ora di considerare come si è prodotto il suo stato di depressione, frustrazione, solitudine e soprattutto di enorme stanchezza; vedere in che modo incide sulla visione che lei ha di sé stessa come donna e su quella che ha di suo marito; analizzare i rischi del perdurare di una situazione come quella che descrive, per lei, per il suo matrimonio, per i suoi figli, e individuare le soluzioni.
Lei appare molto lucida nell'analizzare la situazione: tutto bene nella coppia fin dopo la nascita delle gemelle; intensa vitalità sessuale, ma "col passare dei mesi ho cominciato ad accumulare tantissima stanchezza, le bambine non dormivano mai... l'altro bambino da seguire... sono caduta in un tunnel di solitudine, mio marito va via la mattina e rientra la sera...".
La fatica di allevare i figli, comune a molte coppie, peggiora se ci sono dei gemelli, se la madre non lavora (le manca la boccata di ossigeno rappresentata dall'incontro con altri adulti, così vitale), se non ha aiuti domestici e/o familiari, se il marito è lontano per troppe ore, per cui l'incontro tra i partner si riduce ad uno scambio così povero che perfino il rapporto sessuale diventa una routine faticosa, priva di calore.
Queste cose le sono piombate addosso, a quel che capisco dalla sua lettera, mentre invece il rapporto tra coniugi rimarrebbe vitale, se ad ogni cosa venisse riservato il giusto spazio.
Se suo marito avesse ore libere da dedicare alla famiglia e a voi due; se lei avesse un suo lavoro nel quale sentirsi gratificata come persona, non solo mamma; se vedesse amiche o parenti dal carattere positivo, capaci di fornire aiuto per le necessità pratiche, ma anche divertimenti e consigli, riscoprirebbe il suo sentirsi donna, il valore della seduzione e ritroverebbe nel dialogo affettivo con suo marito la genesi di un incontro sessuale appagante e desiderato.
I rischi dell'abbandonarsi alla stanchezza li conosce: pensieri cupi, tristezza, senso di inutilità.
Se ha vicini i suoi genitori, parenti o amiche, provi a cercare il loro aiuto pratico e la loro compagnia. Provi a parlare a suo marito, ma per riscoprirlo, non per rimproverargli la sua assenza. Progettate qualche weekend rilassante da soli, qualche passeggiata, qualche cena.
Perdere un marito che da come lo descrive è pieno di qualità, per scegliere la depressione, la frustrazione e la stanchezza non sarebbe un buon affare, e il rischio è sempre in agguato.
Se poi sentisse il bisogno di una consulenza professionale, per avere delle indicazioni di volta in volta più mirate, non esiti a recarsi al consultorio familiare (gratuito) o a cercare uno psicologo privato; adesso molti professionisti erogano consulenze anche in rete.
Legga l'articolo a questo link: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html#c1
Valuti soprattutto quello che ha al suo attivo: giovinezza, salute, bei bambini, un buon marito. Sappia fare buon uso di questi doni! Coraggio e auguri.
probabilmente tutte le cose che si è detta sono vere.
Si tratta ora di considerare come si è prodotto il suo stato di depressione, frustrazione, solitudine e soprattutto di enorme stanchezza; vedere in che modo incide sulla visione che lei ha di sé stessa come donna e su quella che ha di suo marito; analizzare i rischi del perdurare di una situazione come quella che descrive, per lei, per il suo matrimonio, per i suoi figli, e individuare le soluzioni.
Lei appare molto lucida nell'analizzare la situazione: tutto bene nella coppia fin dopo la nascita delle gemelle; intensa vitalità sessuale, ma "col passare dei mesi ho cominciato ad accumulare tantissima stanchezza, le bambine non dormivano mai... l'altro bambino da seguire... sono caduta in un tunnel di solitudine, mio marito va via la mattina e rientra la sera...".
La fatica di allevare i figli, comune a molte coppie, peggiora se ci sono dei gemelli, se la madre non lavora (le manca la boccata di ossigeno rappresentata dall'incontro con altri adulti, così vitale), se non ha aiuti domestici e/o familiari, se il marito è lontano per troppe ore, per cui l'incontro tra i partner si riduce ad uno scambio così povero che perfino il rapporto sessuale diventa una routine faticosa, priva di calore.
Queste cose le sono piombate addosso, a quel che capisco dalla sua lettera, mentre invece il rapporto tra coniugi rimarrebbe vitale, se ad ogni cosa venisse riservato il giusto spazio.
Se suo marito avesse ore libere da dedicare alla famiglia e a voi due; se lei avesse un suo lavoro nel quale sentirsi gratificata come persona, non solo mamma; se vedesse amiche o parenti dal carattere positivo, capaci di fornire aiuto per le necessità pratiche, ma anche divertimenti e consigli, riscoprirebbe il suo sentirsi donna, il valore della seduzione e ritroverebbe nel dialogo affettivo con suo marito la genesi di un incontro sessuale appagante e desiderato.
I rischi dell'abbandonarsi alla stanchezza li conosce: pensieri cupi, tristezza, senso di inutilità.
Se ha vicini i suoi genitori, parenti o amiche, provi a cercare il loro aiuto pratico e la loro compagnia. Provi a parlare a suo marito, ma per riscoprirlo, non per rimproverargli la sua assenza. Progettate qualche weekend rilassante da soli, qualche passeggiata, qualche cena.
Perdere un marito che da come lo descrive è pieno di qualità, per scegliere la depressione, la frustrazione e la stanchezza non sarebbe un buon affare, e il rischio è sempre in agguato.
Se poi sentisse il bisogno di una consulenza professionale, per avere delle indicazioni di volta in volta più mirate, non esiti a recarsi al consultorio familiare (gratuito) o a cercare uno psicologo privato; adesso molti professionisti erogano consulenze anche in rete.
Legga l'articolo a questo link: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html#c1
Valuti soprattutto quello che ha al suo attivo: giovinezza, salute, bei bambini, un buon marito. Sappia fare buon uso di questi doni! Coraggio e auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
In effetti ho sempre dovuto affrontare tutta la routine da sola .. ho dovuto lasciare il mio lavoro che svolgevo con mio marito nella sua attività.. lui manca tante ore da casa, quando c'è è presente soprattutto con i bambini.. Lo sarebbe di più anche con me ma si rende conto che ho bisogno di una boccata di aria e mi lascia tranquilla.
Non ho una famiglia che mi supporta, potevo contare su mia sorella ma lei si è trasferita con tutta la sua famiglia in Svizzera per lavoro.. lei era il mio punto fermo e io il suo.. i miei genitori sono sempre stati molto chiari "i figli sono i tuoi e devi occupartene tu".
Molto spesso le gemelle si ammalano e io mi ritrovo chiusa in casa da sola con loro.. passo giornate intere senza parlare con nessuno e quando lui rientra la sera chiedo di essere lasciata un po' tranquilla... E lui lo fa e si occupa dei bambini.. col suo lavoro, è impegnato spesso anche la domenica e a me questa cosa pesa .. non pranziamo mai assieme, raramente facciamo una passeggiata... Tutto questo mi porta ad allontanarmi... Non lo faccio con cattiveria, mi viene spontaneo... Mi sembra di vivere due vite completamente separate.. credo di essere un po' stanca di tutto...
Non ho una famiglia che mi supporta, potevo contare su mia sorella ma lei si è trasferita con tutta la sua famiglia in Svizzera per lavoro.. lei era il mio punto fermo e io il suo.. i miei genitori sono sempre stati molto chiari "i figli sono i tuoi e devi occupartene tu".
Molto spesso le gemelle si ammalano e io mi ritrovo chiusa in casa da sola con loro.. passo giornate intere senza parlare con nessuno e quando lui rientra la sera chiedo di essere lasciata un po' tranquilla... E lui lo fa e si occupa dei bambini.. col suo lavoro, è impegnato spesso anche la domenica e a me questa cosa pesa .. non pranziamo mai assieme, raramente facciamo una passeggiata... Tutto questo mi porta ad allontanarmi... Non lo faccio con cattiveria, mi viene spontaneo... Mi sembra di vivere due vite completamente separate.. credo di essere un po' stanca di tutto...
[#3]
Gentile utente,
quello che dice è preoccupante.
Genitori inesistenti come supporti pratici e affettivi, sorella lontana, altri parenti e amici lei non li nomina.
Suo marito si conferma un'ottima persona: malgrado la sua stessa stanchezza si occupa dei bambini e sarebbe disposto al dialogo e alla vicinanza con lei, che però viene totalmente svuotata di energie dal rapporto assillante con le due bambine.
Direi che il problema per ora è proprio questo. Spero che vadano all'asilo, almeno: è così?
Lei dovrebbe iniziare a fare delle modifiche nella sua vita, piccole, ma decise e progressive.
Per iniziare potrebbe affidarsi al suo medico di famiglia o al farmacista per un ricostituente (anche la salute risente dello stress prolungato) o ancora meglio fare un cambiamento di alimentazione, più proteine e meno farinacei.
Quando suo marito torna a casa, e la domenica, lei dovrebbe camminare all'aria aperta. Tutti insieme, con i bambini, se è possibile, ma anche da sola. Questa attività genera endorfine, che danno energia e buonumore.
Non sarei dell'idea di assumere antidepressivi, prima di aver messo in atto tutti i rimedi naturali.
Leggendo l'articolo al seguente link capirà perché si sente così male: in pratica si è preclusa tutti gli strumenti naturali di benessere: https://www.my-personaltrainer.it/benessere/endorfine-come-aumentarle-naturalmente.html
Accudire dei bambini passa per un'attività allegra e sana, ma facilmente scivola nell'eccesso, e produce, senza nemmeno averne consapevolezza, lo stress tipico dei caregiver.
Nel tempo può pensare a cercare una brava baby sitter e tornare a collaborare con suo marito (immagino che abbia un negozio?) o scegliere un'altra attività; anche riprendere gli studi, se aveva degli interessi in questo campo.
Sono cambiamenti che all'inizio sembrano impossibili. Sembra più facile rifugiarsi nel "crepuscolo grigio", come lo chiamava Janet, o nella "grigia palude" di cui parlano i malati di distimia; ma è una procedura distruttiva, per lei, per la sua salute, per i suoi affetti.
Se lo crede opportuno, provi a parlare della sua stanchezza coi suoi genitori e coi suoi suoceri, per chiedere un aiuto costante in questo momento di malattia psicologica da non prendere sottogamba.
Ci tenga al corrente, se può farle bene.
Un grande augurio affettuoso.
quello che dice è preoccupante.
Genitori inesistenti come supporti pratici e affettivi, sorella lontana, altri parenti e amici lei non li nomina.
Suo marito si conferma un'ottima persona: malgrado la sua stessa stanchezza si occupa dei bambini e sarebbe disposto al dialogo e alla vicinanza con lei, che però viene totalmente svuotata di energie dal rapporto assillante con le due bambine.
Direi che il problema per ora è proprio questo. Spero che vadano all'asilo, almeno: è così?
Lei dovrebbe iniziare a fare delle modifiche nella sua vita, piccole, ma decise e progressive.
Per iniziare potrebbe affidarsi al suo medico di famiglia o al farmacista per un ricostituente (anche la salute risente dello stress prolungato) o ancora meglio fare un cambiamento di alimentazione, più proteine e meno farinacei.
Quando suo marito torna a casa, e la domenica, lei dovrebbe camminare all'aria aperta. Tutti insieme, con i bambini, se è possibile, ma anche da sola. Questa attività genera endorfine, che danno energia e buonumore.
Non sarei dell'idea di assumere antidepressivi, prima di aver messo in atto tutti i rimedi naturali.
Leggendo l'articolo al seguente link capirà perché si sente così male: in pratica si è preclusa tutti gli strumenti naturali di benessere: https://www.my-personaltrainer.it/benessere/endorfine-come-aumentarle-naturalmente.html
Accudire dei bambini passa per un'attività allegra e sana, ma facilmente scivola nell'eccesso, e produce, senza nemmeno averne consapevolezza, lo stress tipico dei caregiver.
Nel tempo può pensare a cercare una brava baby sitter e tornare a collaborare con suo marito (immagino che abbia un negozio?) o scegliere un'altra attività; anche riprendere gli studi, se aveva degli interessi in questo campo.
Sono cambiamenti che all'inizio sembrano impossibili. Sembra più facile rifugiarsi nel "crepuscolo grigio", come lo chiamava Janet, o nella "grigia palude" di cui parlano i malati di distimia; ma è una procedura distruttiva, per lei, per la sua salute, per i suoi affetti.
Se lo crede opportuno, provi a parlare della sua stanchezza coi suoi genitori e coi suoi suoceri, per chiedere un aiuto costante in questo momento di malattia psicologica da non prendere sottogamba.
Ci tenga al corrente, se può farle bene.
Un grande augurio affettuoso.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#4]
Utente
Il primo bambino è in terza elementare, e le piccole sono al secondo anno di asilo ma sono spesso ammalate... Non ho mai avuto un grandissimo rapporto con i miei genitori, mi hanno sempre ritenuto la strana della famiglia semplicemente perché su molte cose io la vedo diversamente da loro, perche io e mio marito abbiamo creato la nostra famiglia con abitudini completamente diverse dalle loro.. li vedo solo una volta alla settimana, ma non sono mai incontri piacevoli.. mia madre critica continuamente tutto ciò che faccio, e se mi vede stanca per i bambini mi dice che nella vita ho sbagliato tutto, che non dovevo trovarmi un marito con un lavoro così impegnativo e che non avrei dovuto fare altri figli dopo il primo! Più volte ho chiamato una baby Sitter ma avendo una sola entrata economica non posso permettermi di chiamarla spesso... Mi rendo conto che il mio malessere ricade sul mio matrimonio, ci sono momenti di coccole, la sera a cena chiacchieriamo un po' ma non riesco ad andare oltre... Dal punto di vista sessuale sono completamente disinteressata.. lei crede che debba prendere seriamente in considerazione l'idea di iniziare un percorso di psicoterapia?
[#5]
Gentile utente,
io penso che debba avere un supporto serio da qualcuno che l'aiuti a risolvere i problemi pratici, prima di ogni altra cosa. Se questo può essere uno psicologo cognitivo/comportamentale o uno strategico, bene, ma non mi imbarcherei, nel suo caso, in una terapia psicoanalitica, almeno per ora.
Vedere una volta alla settimana delle persone che la criticano anziché darle aiuto mi sembra il colmo: non potrebbe impiegare meglio quel tempo, almeno per ora? A quel che capisco, sua madre non fa altro che istillarle dubbi, deprimerla e rigirare il coltello nella piaga. Questo, fatto ad una persona già indebolita dalle circostanze, è distruttivo.
Pensi quanto sarebbe utile se lei potesse opporre ai suoi parenti una frase tipo: "Rischio l'esaurimento nervoso e al consultorio mi hanno detto di non espormi a dialoghi non costruttivi e di cercare solo persone positive che mi aiutino a stare bene".
Sarebbe facile ricordarle che le gemelle già l'anno prossimo non si ammaleranno come adesso (ma cosa dice il pediatra?) e che lei avrà più tempo libero; il problema, secondo me, si pone subito.
Dovrebbe farsi un prospetto di cose piacevoli e costruttive da fare, e poi seguirlo, col supporto di uno psicologo anche online, se crede, o del suo medico di famiglia o del pediatra delle bambine.
Vorrei che leggesse l'articolo sulle endorfine che le ho linkato.
Qui siamo a sua disposizione. Coraggio!
io penso che debba avere un supporto serio da qualcuno che l'aiuti a risolvere i problemi pratici, prima di ogni altra cosa. Se questo può essere uno psicologo cognitivo/comportamentale o uno strategico, bene, ma non mi imbarcherei, nel suo caso, in una terapia psicoanalitica, almeno per ora.
Vedere una volta alla settimana delle persone che la criticano anziché darle aiuto mi sembra il colmo: non potrebbe impiegare meglio quel tempo, almeno per ora? A quel che capisco, sua madre non fa altro che istillarle dubbi, deprimerla e rigirare il coltello nella piaga. Questo, fatto ad una persona già indebolita dalle circostanze, è distruttivo.
Pensi quanto sarebbe utile se lei potesse opporre ai suoi parenti una frase tipo: "Rischio l'esaurimento nervoso e al consultorio mi hanno detto di non espormi a dialoghi non costruttivi e di cercare solo persone positive che mi aiutino a stare bene".
Sarebbe facile ricordarle che le gemelle già l'anno prossimo non si ammaleranno come adesso (ma cosa dice il pediatra?) e che lei avrà più tempo libero; il problema, secondo me, si pone subito.
Dovrebbe farsi un prospetto di cose piacevoli e costruttive da fare, e poi seguirlo, col supporto di uno psicologo anche online, se crede, o del suo medico di famiglia o del pediatra delle bambine.
Vorrei che leggesse l'articolo sulle endorfine che le ho linkato.
Qui siamo a sua disposizione. Coraggio!
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#6]
Utente
Mi rendo conto che il mio malessere diventa sempre più ingombrante... Forse ho aspettato troppo sperando che fosse solo un periodo di forte stress e che sarebbe passato da solo... Mi rendo conto che non tutti i mariti continuerebbero a sopportare questa situazione, mi reputo fortunata da questo punto di vista.. però più volte ho cercato di fargli capire che tutto questo non dipende solo dalla mia stanchezza con i bambini, ma anche dalla mia stanchezza di essere sempre sola..di vederlo solo due ore la sera e poi andare a letto, di non poter passare una domenica tutti insieme, di essere spesso sola anche la notte perché lui fa i turni di sorveglianza in azienda con i fratelli..o di essere sola H24 con i bambini ogni anno a giugno e luglio.. di sentirmi sola anche nell'unica settimana di vacanza che abbiamo all'anno, perché lui è con noi solo fisicamente ma con la testa non c'è,viene continuamente chiamato sempre per questioni di lavoro..ne soffro io e anche i bambini! Ma su questo lui mi risponde "il mio lavoro è questo e io non posso farci nulla"..
Accetto tutti i consigli che lei mi ha dato e ne parlerò sicuramente con il mio medico..
Accetto tutti i consigli che lei mi ha dato e ne parlerò sicuramente con il mio medico..
[#7]
Cara signora,
come vede i motivi di scontento si vanno precisando.
Lei scrive: "non tutti i mariti continuerebbero a sopportare questa situazione". Però quello che aggiunge sull'assenza sistematica di suo marito fa pensare anche viceversa: non tutte le mogli sopporterebbero una situazione di questo genere.
Non la garanzia delle domeniche insieme, e nemmeno le notti; una sola settimana di vacanza nell'anno; infine "essere sola H24 con i bambini ogni anno a giugno e luglio". Perché?
Senza dubbio si acuisce la scontentezza quando mancano troppi elementi alla costruzione della serenità, di quella felicità alla quale sposandosi si aspira, e lei sta facendo il pieno.
Suo marito dovrebbe comprendere che nessuna cosa al mondo è immodificabile, meno che mai un lavoro che impegna troppo e rende relativamente poco (nemmeno tanto da fare più di una settimana di vacanza l'anno, o da pagare una baby sitter!).
Se lei prenderà in pugno la sua salute, la sua vita, vedrà che sarà capace anche di aiutarlo a vedere con chiarezza queste cose e a modificarle. Altri con la stessa attività sono ugualmente sacrificati? Non credo.
Ci tenga al corrente.
Un caloroso augurio per tutto.
come vede i motivi di scontento si vanno precisando.
Lei scrive: "non tutti i mariti continuerebbero a sopportare questa situazione". Però quello che aggiunge sull'assenza sistematica di suo marito fa pensare anche viceversa: non tutte le mogli sopporterebbero una situazione di questo genere.
Non la garanzia delle domeniche insieme, e nemmeno le notti; una sola settimana di vacanza nell'anno; infine "essere sola H24 con i bambini ogni anno a giugno e luglio". Perché?
Senza dubbio si acuisce la scontentezza quando mancano troppi elementi alla costruzione della serenità, di quella felicità alla quale sposandosi si aspira, e lei sta facendo il pieno.
Suo marito dovrebbe comprendere che nessuna cosa al mondo è immodificabile, meno che mai un lavoro che impegna troppo e rende relativamente poco (nemmeno tanto da fare più di una settimana di vacanza l'anno, o da pagare una baby sitter!).
Se lei prenderà in pugno la sua salute, la sua vita, vedrà che sarà capace anche di aiutarlo a vedere con chiarezza queste cose e a modificarle. Altri con la stessa attività sono ugualmente sacrificati? Non credo.
Ci tenga al corrente.
Un caloroso augurio per tutto.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.4k visite dal 29/12/2021.
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